Pensiero e Volontà - anno III - n. 15 - 1 ottobre 1926

Pl~NSIE.RO E VOLO:~TA' 359 --- ____________________ ,__ la ret-icenza di Rattazzi, la dissimuiazione dei Joro peggiorativi; qui s'accorgerebbe presto Chl:) i democratici i1npazienti dì precipitarsi nella città dei morti non fecero che trasportarvi il Governo, da. oui sono derisi ed aumentare ·1e imp.oste, da cui sono tormentati; qui gli occh: bastano per 1·ioonoscere che l'unità è arine dc. guerra, un mezzo per ottenere in Lombardìa 1! soccorso del Piemonte, nel ìviezzoùì ·quello del- !' Alta Italia, dappertutto l'apparenza della libertà; qui si apprezza facilmente l'evoluzione unitaria che trasportò il (¾overno a Firenz~ per fuggire Torino a Rorpa per vendicarsi di' Fi .. ' ; .renze; qui ognuno intende come il dispotisrno f •- ~ deJla centralizzazione p,rovvisori3' sia moderato e dal I>arla,mento essenzialmente federale, e dai Mìnisteri naturalmente geografie.i, e· dalla soienne promessa del discentramento, e dalla liber.tà dello Stat,u to e dalla dualità dei sovrani e dalla forz:t centrifuga di Roma~ ~ se• guendo_ la. via dei più unitari, che sono nel tempo stesso i pitl repuhblicani, qualora trion· fassero, si giungerebbe c:on una serie di deduzioni rigorosamente matematiche ad una federazione repubblicana .. Ma a Parigi non sì conosce nè la geograf 1~• nè i dialetti, si dimentica il Po e gli Appen nini, e s'immagj na la penisola come una prolu:qgazio11e della pianura francese: si narla dell' .A.ustria quasi fosse l'inferno, ·del Papa quasi fo~se un prussiano, e stabilita l'unità oome prinoipio, chi non è unitario sembra ea; iur'3 un nemico tlella Franci~. dell'Italia •~ dell'umanità. I giornali dell'Impero in collaboraz.ioue coi democra.tici e cdl conte di Cavour avevano dato lo slancio all'ignora,nza 1renerale, e le declama~ioni erano di ventate assord~ntj çx,me un concerto di tamburi. Dunque Proudhon si trova al bando di tutti e ritorna in casa sua simile ad Epimenide, risv~- ~diato da un sonno di cento anni; lo si dice .apostata~ che macchina è .questa~ 'chiede egll. e non ottiene che rispostg desolate, i giornali 10 chiamano mistificatore. saltimbanco, borbo·· nico. nuovo E rostrato, rinnegato; non manca il patriota eh~ gli par la di collocare una palla nel suo cranio qualora turbasse di nuovo la I scempia concordia della democrazia. . Ma erano ancora i ·bei tempi di Parigi, e appena corse la voce che Prondho11 di ritorno stava, per rispondere, i_l pubblico subito immarR"inò il titolo del suo libro _contro gli accusa- ~0ri, disse che scriveva contro gli lscariotti, : la battaglia era vinta prima che fosse data. Il suo nuovo libro Sul principio federativo fece pe:netrare con lo .strale della, s&tira nel cuore Bibfoteca ino Bianco ~egli a V ve1:sari le idee A, loro J?iU P.Stranet, ih guisa che non. potevano rispondere, senza confessare di essere calunniatori e propag_a.tori di odiosissimi equivoci. Leggasi il capitolo 0he . . parla dell'influenza dell'unitarismo. sul cuo1·e e suJla, coscienza degli scrittori, vedasi co1ne .'>-iela le allucinazioni unitarie di Tax1le Delort, l'al~aléna politie;a .d~ Guéroult, la servitù mentale di Neftzer, i sofismi cattolico-giaccbinici di F. l\1orin, le aberrazioni democratic~.e-napoleonic;he di Peyrat; egli par l~va di uomini che non meritavano tanta menzione; ma non bisognava forse smascherare una ca ìunnia quo.tldiana1nente. concertata tra gent·e .. . .. . - - .. ~ .. -- privilegiata,. patentata o matta 7 E chied~v~ se di buonc1, fede confonde~~ero l'esser pap1st~, co.:. voler far di Roma un'altra Parigi, se sin-~era. men t~ dicessero l' am.:1inistrazione unitaria, n1eno oostosa cteil'amministrazione federali.~, se per pura ignoranza non sapessero che l' ammi-• ni.strazione svizzera, non costa ia metà ài quellf1 di Francia, se per pura semplicità non s'accorgessero che le fed~razioni rendono impossibili quelle rivoluzioni parigine che tanto sconvolgono gl~ imperi. Sviluppando poi un'idea troppo diluita dal vasto ambito del suo libr() sulla guerra, concludeva che l'autorità e la lj- , bertà conducono logicamente, la prima all'unità, la seconda alle fe~eraz~oni, che la loro ' lotta antica quanto il mondo dà progressiva· rnente la vittoria alle federazioni, cl?-e delle oscillarzioni inevitabili hanno potuto rifare gli - imperi primitivi, diminuendoli, ma che l'a.vvenire sarà alla libertà, allo scam.bio dei va .. lori organizz~ti e pertanto all'ordine contrattuale delle federazioni. Questo fu l'ultimo scritto di Proudhon. Assalito da una malattia che lo minava da più a,nn1, nO'n .voleva per questo· fermarsi e_daveva diciotto altri 1ibri in corso e tentruva nuove vie e si ribellava disper~t~en~ anch~ contrr,--- .~ . . - - ""' '- . . .. la natura che gli strappava la penna dalla mani. L'ultima volta c;he lo vidi a Passy un velo plumbeo di. ·stanch.ezza cadey~- s~lla sua persona · gli strinsi la mano, lo lasciai scen- ' . dendo nel sotterraneo della .ferrovia che mi Parve la sua tomba e qua.ndo il convoglio ' ' partì, sentii che mi allontanavo per sempr,e da lui. Pochi mesi dopo il telegrafo 111i annunzia- ' · va a Torino che io avevo p~rduto il migliore degli a.miei. Sp,irav,a nell.e. ·braccia della moglie, delle figlie, dei compagni della lungo guerra da. luj sostenuta, ed a cui era riserva.to di _salire a più alte sta.zioni. del calvario della vita. La morte· è pur sempre cosa morale e richiama gli uomini ai migliori sentimenti, e •

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