Pensiero e Volontà - anno III - n. 15 - 1 ottobre 1926

• 350 PENSIERO E VOLON1 1 A' - ---- con1c ad esen1pio questa: « Può insorgereUn difetto d'ar111onia. fra il n1odo con cni l'.uomo coltiva e in· generale tra.duce in atto la sua facoltà è i n1cz1,,icli azione e i god ·m,ent1 che la sua condizione gli offre. Questa sproporziione sarà u·nà nuoi,a. fon te di mali >>. Quest01 libro deJI'Humboldt si legge con nn senso di sollievo consolatore in questi tempi di frenesia statolatra, e noi ne consigliamo volentieri la lettura e 1a n1editazione ,ai nostri lettori Aornirna" ![ienza e -Ananhia ,, In un articolo su « ,, cienza e Anarchia - Ne- · ce sità e libe1·tà » ne} nun1. 2 di quest-anno (che jo ho visto solo 1 eéentc1nente) 11ala testa cconcede <.;he r interpret,azione n1eccanica della natura è bella e grande, 111anello stesso te1npo obbietta ehe quel sisten1a non lascia posto pfr la Yolontà e la libertà u1naria. Io non sono filosofo pi 11 che non .lo sia ::\la• lates.tR- (secondo quello ch'egli suole dire di sè ste so), nè seno uno scienziato; io sono in queste questioni un sern11liee profano. :\Ia 11011 posso convenire ju qurll'asserzione. Che le ·capacità ed Rittività dell'uo1no, quelle intellettuali e 111orali non n1eno che que1le pu·- ramentP✓ corporali --- l'opera <lel grande arti sta, le sc-operte de] 10 se;ienziato, le inYenzionj de1 tecnico, le nuove vedute del ri:tor111atore intorno all'organizzazione sociale, uon 1neno <legli sfo~·zi quotidiani di n_oi tutti - non sono altro ehe il risultato netessario della no1 ·tra costituzione Jj sj co-chiinica insie1ne eolla nostra educazione, il· nostro 111ed0i an1biente ? le i1npressioni che riceviamo sembra una irr1ponente concezione che soddisfa c.0111pletan1ente il mio inte] letto. E non 1ni se111ura n1eno evj dente che i bisogni, le inclinazioni e lai volontà dell'uou10 sono :forze potenli per pro·· mucverp l'evoluzione <li sè stesso e deJ1a società. i1a. a di.fferenza di i\1alatesta, io non veggo nessuna contracldizicne ti-a queste verjtà. Nè veggo per<•hp la 1nìa volontà debba essere rnPno riffi tare per il fatto che ~, al pari delle altre fo1·ze naturali, legata a c:ause predestinate. di qnrl che lo sarebbe· se fesse un fenon1enl) indipendente da con11eEsioni n1ate rialL ('0111p non credo che 1~t concezicr1e 1neccanita delle qualità 1nentali e 1norali 11ossa BibliotecaGino Bianco -- - .. - ·---- ----·- - ---- facihnenLe indebolire la Yolontà <l1 individui normali. Inoltre io non veggo alcuna contradizione· tra detta toncez1one meccanica e la libert~ u1nana quale io la intendo. La liberta non <:onsiste nel potere agire contro le « leggi ,> naturali, dalle quali il n1ìo essere <lipe11de o per le quali io <'~l sto, 111anel potei· seguire le proprie inc]inazioni, legate co1ne sono alìa natura, senza essere ostacolato dagli altri uomini fino a quando uno non offende i diritti uguali drgli al trj. Haku ni n ha trattato l' argo1nen to (in cc Dio e lo Stato » io credo), ed io non yeggo eh 'egli non abbia colto nel segno. Quando la scienza 1no<lerna considera l'universo ton tutte le sue 111eraviglie, co1npreso· 1 'uo1no con la sua alta evoluzione intellettuale (~ le sue aspirazioni, con1c nient.e altro ehe -:1 risultato degl'innun1eri 1novin1cnti e urti di. entità 1nateriali infinitan1cnte piccole, nel1' accettare questa 01)1n1one e la sua estensione a tutta la vita sociale in 1nod0 che a.nc:he in questa la ve1·a arn1onia J)UÒ solo esser raggiunta se gli uo1nini vivano e Javorino insieme lihcran1ente e ljbera1nente contrastino senza alcuna.. intrusione dall"alto, non possia1no noi vederYi nna cai-atteristica dell' ana rehismo? Io, ahnenc, non veggo in questo nulla di as• ~urùc .. A.I contrario : sia c:he noi consideria1no i da ti de Ile scienze esatte con1e un' analo'gia rischiarat1· ic:e, si a che· deduciun1 0 da quei dati t' .dalla lor 0 applicazione aJla sccietà una partieoJ nrr filcscfia dell'anarthia, io penso che quell'idea 0 suggestiva e non può che rinforza re 1 a ('Ontezione anarchica della società e fors~ anchr renderla piLl con1prensibile ad' ale :! ni cli quel1 j che non ries_con 0 a concepire una 'C( ietà ordinata senza il governo, i tri-- bunali e la po}jzia. * * * « lTn corpc nc-n può cedere del calore ad un aìtro senza. raffre<l<larsi di altrettanto . Quando jn un artic-olo precedente io dissi che ciò \ . . r vero 1n un senso e non 1n un altro (anno II, . n. 10), certa1nente io non intendevo negare il principio della conservazione dell'energia, n1a pensavo piuttosto all'uso che llalnte ta aYeva fatto ·di esso, presnn1endo che l'attività 111entalc tesse qualche cosa di diverso dai fenon1ePi 1ne~tanici, perch~ non soggetta, secondo lui. allo stesso principio (anno II, n. 8). Nullan1eno vegg 0 c:he l' espl'essione che io usai fu·

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