Pensiero e Volontà - anno III - n. 15 - 1 ottobre 1926

' , ,J ' . ' ' " Anno lii. - N. 15. . ' ·, Roma, 1 Ottobre 1926 (C. c. con la Posta) . f I ./ \ I • , . \ , • - I ens,ero e. n ' . ,,. ., \ ~ivfsfa _ql!i~dc!inale di sfuòit ..so• . .. . ' ciçtlie_coltura generalefondata. da { l, I (- E r_ric o · j'(iti. I a t e.s ·fa ~. , \ . ' • # • c::J Prezzo Li·re. UN A Estero Lire· 1.50 \ \ I ,. • t • " \ l ,' • • ) ' il ;, I - . -Redazio~e e aD.lZl).1nis 1trazione: PENSlERO E VOLON7A. · - • I - ' .. O.A.SELLA POSTA,.LE 411 - HO.MA - ' " I . . .

I I r PEftSIERO . E V.OùOfiT~ Rivista quindicinale di studi sociali e di Coltura Generale Qu,esta Rivista vi·ve con le oblazioni volontarie _dei compagni e simpatizzanti e con la vendita al pu,bblico al prezzo per numero di Lire 1 ·in Italia e Lire 1.50 all'estero. Non anlmette inserzioni a pagamento Spediamo la Rivista a tutti coloro che la domandano, ed anche, a titolo di saggio, a quegl' indirizzi che ci sono dati dai compagni come di per8one che possono intereesarsi alla nostra propaganda. Dopo un certo tempo sospendiamo l'invio a çhì non ci avrà fatto sapere che riceve la Ri• vista e la gradisce. Pei rivenditori restano ferme le condizioni usuali. Tutto ciò che riguarda la Rivista deve essere 1inriirizzato a « PENSIERO E VOLONTÀ>> - CASELLA POSTALE 411 ROì\'.IA Le rin1esse di fondi debbono esse1·e fatte o per mezzo della Posta, o .cou vaglia bancarii, o preferibilmente con val q.te dei pac•si speditori, in lettere assicurate, e debbono essore intestate o a e PE:-7S IERO E VOLONT A..' » o a Errico .'llalatesta all'indirizzo: Casella postale 411 - ROM A SOMMARIO: Per Luigi Ga.lleani - LUIGI FABBRI: L'opera. più celebre· e rara di Carlo Pisacane - ERRICO ~1ALATESTA: Per la verità - AVE: "Saggio aui limiti dell'azione dello Stato,, · di G. Humboldt - Hz. e ERRIOO MALATESTA: Ancora. su "Scienza. e Anarchia,, - E.:\1. : Effetti del soi' d'agosto -:- LUIGI FABBRI: Fra Libri e ltiviste - PEPPE CONVINTO e ERRICO MALATESTA: Stra.no modo di comprendere l'Anarchia - B1BLIOFILO: Curiosità storiche - Posta. A.mmi,nistra.tiva - Concorso Internazionale GIUSEPPE FERRARI: P. J. Proudhon. ' ----------- --· ___ __.;... _ __., ________________________ ------- ) . ERRICO 1\t.lALA TESTA 1\ L Conversazioni sull'Anarchismo Seconda edizione su quella riveduta ed ampliata, edita in Bologna nel 1922. .. PBEZZO LIRE 3. (Aggiunge1·e li1·e 0.80 per la spedieione ra,ccomanàata. Estero -il doppio). Inviare ordinazioni accompagnate dal relativo importo a: lii ON TIC EL LI TE: 1111S T OC L E Casella Postale 299 - ROMA . . • I F1\SeISME) E OEM0eRRZl1\ di S1\VERle) MERLIN6 In vendita presso " PENSIERO E VOLONTA' ,, Casella. Postale 411 Boma al prezzo di L. 1.50. 'per l'Italia e L. 2 per ·l'Estero. Biblioteca ino Bianco ,

PENSIERO E VOLONTA. Anno Ili. - N~15. • Casella Postale N. 411 ♦ Roma, 1 ° Ottobre 1926 Il p1•esente ,nit11ne1·0era pronto pe1• il 15 settembre; nia l'arresto dt Turci, Malatesta e tanti altri còmpag1il ed il disordine messo 11ielle carte dell'amministra?t-ione. ne han·no ritardata la JJ1.tbblica~o1ie. I compagni com1Jrende1·anno e scuse,ra11/1io. Per i ·avvenvre - 1'1ie1(,~ei cilrcostan~e pe 1r'fl'iette1ido - spe,riamo potei· essei·e pi1'.t !f•egola,rl. Contiamo sull'appoggio d1i tutti coloro èhe credono utile che "Pensiero e Volontà,, viva e t1•ionft di q1-iesto bi1,1~·raliJcos1oJeriodo. . ·Per Luigi Oalleani Luigi. Galleani ha compiuto nel mese passato sessantacinque anni di età, ed i co1npagni d'Italia e d'America lo han ricordato con senso di affetto e di gratitudine per i quarantacinque e più anni spest nella santa lotta per la redenzione degli oppressi e l'avvenimento di una superiore civiltà· umana. Noi, vecchi e giovani suoi co1nmilitoni, ' L'opera -' p1u celebre e Ho potuto a vere in prestito uno dei libri èhe, nella mia passione di bibliofilo, ho di più ricercato in •passato; ed il poterlo avere fra le mani m"è costato un viaggetto piuttosto scabroso: i Sagg~ Sto,yici-Politici-Militari sull'Italia di Carlo Pisacane, che .anche nelle maggiori biblioteche d'Italia manca o P incompleto. Ricordo che quando si misero in vendita all'asta, in Roma, i libri della biblioteca di Francesco Crispi - i,n,cui la lettera tura rivo1 uzionaria eurotl)ea era largamente rappre~eutata - il primo volume, l'unico che v'era, . dei Saggi clel Pisacane fu comperato da 1111 Ministero •per 300 lire; ed· io, che vi avevo potuto racimolare per pochi soldi qualche yolume del Proudhon, impotente a superare con altra offerta una somma per me cosl elevata, &~&r'dai con invidia le mani che si pcrtavan via quel cimelio i)i.bliografico dell:i rivolnzione italiana ... C)ra questo libro l'ho presso di me; e ne ,foglio le pagine con un maggior senso di commozione, in quanto la copia che vosso consultare· è la m,edesima che fu ritrovata, , • · o Bianco I che pur negli accidentali dissensi tattici, abbiamo se1npre serbato per lui calda amizia e sincera am1nirazione, 1nandiamo al Galleani il nostro fraterno saluto, ed il fer-· vido augurio che la sua salute· possa presto ri1ìo1·ire e per1nettergli di ridare alla causa ·dell'anarchismo tutta quella sua attività che fu già tanto efficace nei periodi di seminagione e che potr~ essere preziosa quando sare1no all'inizio della realizzazione. ' L<t 'redaz,ione di Pensi-e'ro e 17 olontà rara _di Carlo·Pisacane circa cinquant'anni fa. Fu, se ben ricordo, verso il 1878, che -Cafiero scriveva ad un amico : I« E'Ulrekia ! ,eurek\a ! !ho 'trovato gli scritti <li Carlo Pisacane ... ». Egli avrebbe voluto curarne una nuova edizione, ma cìò ti::: avverse circostanze non gli permisero. Saverio ,Merlino pubblicò pooo, dopo d'aliora un opuscoletto su Pisacane; e II)ÌÙ tardi p-2tlò a lungo di lui, sviscerandone il pensiero anarchico, Niccolò Converti, finchè ne] • 1894 Graziadei, Malagodi e Olivetti pubb1i· carono a Bologna la parte- più importante e encor viva di quest'opera- - il Saggio su La Ri-voluzione - con, una bella pref.azione di Colajanni. Que9\to Vl(}lume, ora Jcl:;a.unto ·e quasi 1ntrovahile, fu diffuso molto tra gli anarchici e i socialisti fino a una decina di anni dQpo. Esso ,è stato ripubblicato dal Soin-- 2og,no di Milano nella sua nota· « Biblioteca ll'niv•ersale »; ma questo volumetto si ipresenta incompleto, poichè l'editore vi ha fatto dei tagli, eliminandone qualche pagina, -- von so se per.eh è la credesse ·poco in teressan te o troppo rivoluzionaria ... ~1 quarto volume - il Saggio sull'Ordina- /

'\ Pl!:NSlv~RO I~ VOLONTA' --··-- --- - - . ------ - · n1enio deli'Escrcilo Italiano ~ si è ripubbli ... ---w.to, a cura di Ar,cangelo Ghislcri, 111cll.a e~ J3ibliotctta Rara » del Sandron cli Pal,ern10 · col titolo « Co111e ordinare la Nazione Ar- · ~ 1nata » e con u,na prefazione del R·ensi. .i. ia .anche qtieslo volu1netto è incompleto, avendone il Ghisleri lasciate fuori le parti di ca1~1ttere, diremo così, tecnico, evidentcn1eute snperate dai tempi. .. _Il. primo e secondo volume, invece, sono . rest_ati sc~·nosciuti ai più, 1 perch,è mai ripub- . b!icati; e si potr·ebbe dire che sono inediti, 4 tanto quella prima edizione andò in :1och i anni non diffusa, ma dispersa. 11i r.accont:::i.va, qnando ero ragazzo, qualche compagno dei più vecchi che gli scritti di Pisacane non si · trovava,no più perchè m•onarchici e repubblicani avevano fatto a gara a toglierli dialla · circolazion:e, tem•endosene dagli uni il carat- ·tere troppo ~picc.atam,ente ostile alla casa Sa- . bauda e. .dagli altri la tendenza libertaria. soc1alistica ed ~ntimazziniana. Non so quanto · ci fosse di vero in tutto ciò. ' Non credo del tutto inutile per -i lettori parlare un 1 po' di questa opera,. la maggiore e più importante dal punto di vista delle idee, del n,obile eroe di Sapri, - in attesa -che qualche coraggioso editore voglia ripubhlicarla, no.n più a brani ma completa. · ". l)el Pisacane è stato pubblicato, e si trova - ancora· in circolazione (Alberighi e Legati, Milano) un libro di notevole importanza sto~ ,.·rjca su La guerra combattuta in Italia negli anni 1848-49. Esso potebbe considerarsi come il complemento storico del lavoro teo- . rico. venuto dopo, oppure come la sua introduzione. L'anonimo autore dei .cenni sulla vita del Pisacan-e premessi alla prima edizione <lei Saggi, nota come nel libro sulle guerre del 1848-49 il Pisacane, che •pure in esse ebbe · t.G.nta parte, <' neppure registrasse il suo nome (esempio raro a' dì nostri pieni d'u,omini dappoco e vantatori); pure coloro che il vi- . dero in quel tempo e il con<?bber,o, volentieri dichiarano che delle buone cose operate da quella Com1nissione, la quale tanto conf.erl a <.ìifendere la città ed a mantenere la gloria èeJle armi italiane, parte principale di laude · spetta al Pisacane; ed a lui. vogliano debita111 ente attribuito anche il vanto di avere ordinato il fatto ·cl'arme del 30 aprile, di tanto onore argomento· al nome italiano >>. ( r) .. <1) CAn1~0 PrsACANE, Saggi atorici, ecr. - Stabilimento Tipografico Nazionale. - Editore Antonio De Barbieri. Genova, 1858. - Volume primo, pag. XITI - XIV. L'anonimo autorè allude alln rarte prosa ùa Pisacane, A ·1,roposito del carattere radica]n1e11te antunazziniano delle idee e degli scritti di Pisacane, è nn fatto che lun1eggia singolarmente la nobiltà d'ani1no e di cuore di li.ti l'essere cgh, nonostante, restato lino alla fine non solo amico i)ersonale di Giuseppe l\1azziui, tua suo collaboratore fino all'ultimo istante d~ su.a vita e fino .all'estremo sacrificio. La spedizione di Sapri, com,è e noto, fu orga1!izzata a Genova qa Mazzini, e da questi politicamente diretta, n1entre il .Pisacane ne tu P esecutor·e n1ateriale ed 11 capo militare, J.Vlagnifico es.empio -di disinteresse e di abnegazione, da ,presentare a certi rìvol uz10r.ari dei tempi ,nostri, i quali pel più piccolo dissenso teorie~, pel più piccolo• contrasto tattìc.o, si m·ettono oontro tutto e conti-o tutti, sv.ill.aneggian·o e oltraggi.ano i "'più sinc~ri compagni, .ne diventano nemici o quasi, e rendono impossibile· l'attuazione pratica di qualsiasi iniziativa !· .L~ prO'posi to della collahorazton,e di Pisacane con Mazzini, poichè vedo che nei c:en·nri !Premessi a questi saggi l'an,onimo parla di « importanti scritture ch•e son degne· di es- ~ere più conosciute e più lette » date da Pisacane alla rivista -L'Italia del Popolo di LO"" sanna sulla fine del 1849 .e il principio del 1850, credo che sarebbe molto utile ricer~ car le ·e vedere _se non sia il caso di ripub .. blicarle. Non so se uno di quegli scritti fosse ç·uello che u·n circolo repubblicano di Roma ripubblicava, assai interessante, parecchi anni prima della guerra, a,ppunto sulla Repubblica Roma·na del 1849. L'originalità delle idee e oss,ervazioni di Pisacane ·potrebbe giovare se non· artro a rompere l'uniformità mazziniana degli scritti_ rivoluzionari conosciuti in quel tempo. Si sono ripubblicati, :è vero, di recente parecchi scritti storici <li Ferrarì e Cattaneo, eh.e nelle idee s'avvicinano di più a Pisacane; 1na il Pisacane si distingueva molto anche <la loro, sopratutto sottraendosi alla suggestione uelle cose francesi, che specialmente sul Fer, rari esercitò una inttuenza non sempre buona. lnfatti. nel « Diseg,no dell'Opera» che il Pisacane premetteva ai suoi Saggi, c0sì si . esprimeva: nel 1849, nella Commissione delle Cose di Guerra della Repubblica romana. creata dietro proposta di Mnzzini dall 'Assere.blea Costituen~e. Il Mazzini aveva avuto l'idea di questa commissione dopo ohe Pisacane gli ebbe R. lungo esposte Je sue idee sul modo di raccogliere e riordina.re l'esercito della repubblica.. Il fat,to d'arme del 30 aprile (184.9) è quello famoso in cui le truppe repubblicane, comandate da Caribaldi , respinsero la prima volta dalle mura di Ro1na l'esercito francese. BibliotecaGino Bianco

PENSIERO E VOLONTA' (< C•o11v_i1:1cthoe ogni nazione ha il proprio ~.\se1e, la -propria coscìenza 1 che risulta dal~ l'indo_l~ del popolo, ,dàlle · 'tra~.izioni, dallè concl1z1oni presenti, dalle aspirazioni ad un ~vveuir€, e che .la _r-ivoluzione altro non è che la liber~ 1nanifè~tazione di queste facoltà na~ zionali, non tras1nissibili da nazione a· nazione, co111epon lo· sono fr:a gli uon1ini, i.ntesi rip~gn~nza per quegli scrittori che vogliono concedere tale suìJremazia alla Francia, da djstruo-o-ere affato i principii · della rivo1uzio- . i:-.~ 1-ie che essi stessi pr-oipng,niano ». (Sa,ggi sto1·-icì, vol I, pag. 1). # · Per L'Italia de_l Popolo di Losanna non sarebbe male f.are ciò che il prof. IMenghini eosì intelligentemente ha fatto per l.Ja Giovine -Italia çli Marsiglia di quindici anni pri ma ,(così interessante, non più. tanto per gii scritti· di Mazzini ripubblicati rÌjpetutamente, ma per gli articoli ignoti ai ·più cli altri col-= laboratori, · con1e il Buonarotti, il Sismonr t11 t:cc. Il •prof. Me.11-ghiniha ripubblicato integralmente i fascicoli della ,(;io~a.ne· Italia, arr1cehendola di n1olte note bibli,o.grafiche e storiche; perchè non si potrebbe fare la stessa ~osa per L-'.Jta.lia del Popolo? Così si avr~bbero anche gli scritti minori d~ Pisacane, non staccati e riuniti, con criteri arbitrari 1 m.a lasciati nel loro quadro storico ed intellettuale del tem'l)o. , . J\1a torniamo ai n6'Stri « 8agg1 ,, . .. Dei" quattro volumi (di tormato 21 x 14, con copertina verde scura), i primi due furono editi a Genova, con1'è detto sopra, dallo• Stabili1nento Tipografico Nazionale di certo AntoiJ?•ÌoDe Barbi_eri, nel 1858 : vale a dire subito l'anno dopo l.a fine eroica di Pisacane e dei ~uoi compagni. Gli altri q.u.e volumi, invece, il III e il IV, furono pubblicati nel 1860 a ~1i1ano, nella tipografia di Pi,etro Agnelli. I1 pr1m-o volume è di pagg. -102, il secondo voiun1e di ·pagg. 179, i1 terz~ volume di pagine 18.9, ed :il quarto e ultimo di pagg. 168. Gli editori vi hanno aggiunto, .. in appendice. il « Testamento politico» scritto. dai Pisacane alf atto di 1partire per .l'imipresa ~i Sapri. Nell'esemplar,e che ho sot.t'occhio vi sono,- specie .nel prim-o e nel terzo volume molti segni in lapis, a f.ì.ancq.,dei prani p~ù caratteristiC4lment-e antidinastici, o antimazzitrianf, o socialistici; e in fondb, sempre a 1api~; anA nGtato il numer,o ,delle 'Pagi111esul Piemonte, sugli Stati lJniti 1ecc. citabili o da ripartare, _probabilm~nte di mano di C.afiero. ' Bibliot ca Gino Bian o ------- .. f?~ 1 secondo, vol urne ogni s~ggio porta sul f.rontisp·izjo ·r i~tç~no ·p~r epigrafe qu_este pa ·· iole <li Gio.rda_no Brun,o : « Non temete nu()- tare· contrq jl ,torr,ente; è d'un'anima sordida pensa~e -c~tile il vQlgo ·perchè' i~• V·?l2:o ·è_ 1fl, 1nagg1oranza ». , . _ - ~· Nel primo yolumé il Pisacane dà il « Dise-- guo del t'opera», <li cui ho· rìportato sopra ~lcune parole· de1la prima pagin•a·.. 'Egli dice· c4e la cagione principale ch,e lo determinò a; quel lavoro fn il bisogno di formar~i U11 con ... vincimen to che poi fosse norma delle sue azioni e sem'l)re l'avesse man1tenuto negli s_tessi prqpositi. Egli vi cita cohle suoi autori; il ~lachiavelli, H Vico, il Pagano e ir Roma ... gnosi. ed in. -specie· dagli ultimi tre si senti' rischiarato i'intell~tto, fjno a-d apparirgli ìn. un ordinato insi,eme, ciò che prim:l sembravagli scon'llesso e confuso,. Egli definisce 10 sua impresa così: determinare l-'a.vvenire d)I, talia, sti~diandone il Passato, e se1:z1 -irnba-· !)'iardire la nostra recisa nazionalità. (Vo.lu.. me I, v~g. 7). .. Il Saggio Primo ha per· titolo: Cenno Storico d'Italia .- il quale in ci;niqùe caipitolf riassun1e la storia. italiana fin da.Ila preistoria· e dalla ~eggenda, anterior"i' ai Rornani, per venire fino agli ultimi rivolgimenti dei tempi s1:-101(1850). La ripubblicazi,one di q'Uesto· saggio non mi par:rebbe inutile nep,pure oggi, benchè 1) prog,resso degli studi stoii~i dai tempi del Rom,agnòsi e del Sismondi fino açf • I ·oggi abbia modificate !Parecchie opinioni,. r~e meno. attendibili alcupe ipQtesi, e sviluppate e ,rese possibil~, anche dal pUi11todi vista tivoluzionario, p1u numerose considerazioni.'· Pure il riassunto del Pisaoone serba 1nolta della ·sua ·originalità, s:pecie man 111ano che egli si avvicina ai tempi moderni e contemporanei. · Dei tem1 pi di Roma Pisacane analizza le ragioni della _virtù primitiva e della suss~guente corruzione. Egli queste r~gioni le vede in qu-ellq che più tardi fu chiàmiato determinism,o· economico : « Son,o le leggi economico sociali che tutto assorbono, çh,e Ì1:}tto travolgono ner loro vortici: il diritto di pro..: Prietà il{irnitato, . 0vvero il · diritto di pos-· sedere Pit<- del bisognevole, nientre altri· man• ca del necess,a:rio, fu la sola cagione per Ct.11 radder_o in <liss-o]uzione i_ Romani. come già, ,per la ragione stessa era avvenuto ai ìVL9.gno-· Greci». (Vol. I, pag. 32). Poco -più innanzi (pag. 33 .e 34) e:gli nota che il prin~ipio d'autorità dalla crèscente disuguaglianza economica veniva raffo'i;-zzto, e J

che invano aument.avano le garanzie giuridiche <li libertà della plebe, sotto la spinta di questa : tali garanzie erano sempre ,più frustrate dal rafforzarsi economico, dell,a oligarchia domÌtnante. E da tutto ciò il Pisacane deriva queste conclusioni : « 1 • il principio su cui ,è basato un sistema sociale, trasforma e volge a suo vantaggio ogni istituzione, ezian,dio qu,elle fattet per lenire i mali che da un tal principio risllltano e tutti i riyolgimenti che, senza sbarbicare il principio, tendono a creare ripari contro di esso, non producono che danin~, concedono nuove ,e JPOten:tiarmi al n•emico. I ma.li cresceranno in immenso, fiillchè o gli oppressi si decidano ad abbattere qu.el prin.cipio, o tutta la società ne rimang.a distrutta. « 2. La cagione atta a turbare illimitatamente ~l'·eguaglianza materiale, in, una società, la menerà alla ruina; l'eguaglianza morale, senza la materiale, è un assurdo, una menzogna. « 3. Non è già 1ntelmodo di concedere il suffragio e n•ell'universalità di esso che con~ siste la libertà; ma bensì nelle istituzioni volte a limitare l'autorità. cc 4. Se il popolo non giunge a conoscere chiaram,ente ciò che deve ·pretendere i rivol- . .. . , gimenti sono infruttuosi. I potenti si gover- , neranino contr() il po1 polo sempre nel modo st~sso: quando un cavallo vi sca•p:pa, lo richia~.ate con le carezze; ripigliato, gli fate sentire freno e sproni. Con tal mezzo sono semrpre riusciti e riusciranno, quantt1nq11e da tutti si conosca l'espediente ». (I deni, ,paft. ~ 3 N at~almente non tutte le interpretazioni eh~ Pisacane dà' man tnaJJ.o' dei fatti storici cui 8 ~ccen1:a, i~ d!rei ora accettabili. Ma ve ne ono di cosi giuste' di così moderne pur adess~, ch,e t~lmente si distaccano dai s~liti luo?h1 c?muni, che sonr propri anche ai rivoluzion~ri, da rendere veramente prezioso questo primo volnunetto d·~i saggi. Per esempio, sfl.~g~.e~do_alla suggest1one ch,e eserci,ta sugli animi 11 ricordo delle rivoluzioni di Arnaldo da ~rescia e di Cola di Rienizo nella Roma medioevale, l'autore ne coglie subito il lato manche~ole e quasi direi infantile, per ricavarne 1insegnamento, che « il trascorrer dei sec?li. non r_ipro·duc__e mai, nella vita dei 1; 0 - p~h, 1 tempi passati; come, nel corso· dei fin~ m1, le acque non ritornano mai in su verso le sorgenti: - quel popolo che abbattuta la tira·nnide, vuol ~sser,e nuovam~nte quel che BibliotecaGino Bianco fu un tempo, mostra ch,e non è maturo alla libertà, non ne è :ancora ,degno; •per sorgere a nuova vita, ,è d'·uopo ~i spenga fin l'ultima eco del passato». (J dem, pag. 60 e 61). Secondo Pisacane, il quale cominciava il suo lavoro col sostenere che ogni nazione deve progredire seguendo la sua natumle tradizione, la tradizionie italiana è una tradizione di libert~. Dopo, i-1primo infatuamento cattolico, che Pisacane deplora iabbia per sei secoli, dal 400 al 1000, reso abietto il popolo italiano attraverso un cammino di obbrobrio e di ~vilimento ed un rimescolamento di corruttele ori-entali e di barbarie occide.nitale, dopo Carlo Magno, - cui Pisacane nega ogni gloria, chiamandolo rappresentante d,ella barba,rie medioevale vestito alla romana, - la civiltà riprese il suo fatale andare. Mentre oltremonrte prevalse l'aristocrazia e i fenda tari vennero a poco a poco assorbiti (con l'ingrandimento degli Stati) dalla monarchia, in Italia il corso delle vicende fu assai diverso: qui il rimesco--· lamenito d:ei barbari col mondo romano ed ~1 f.r,azionarsi del feudalesimo fi,nirono col far prevalere la democrazia Dopo la vittoria dei Comuni sul BarLarossa n-el r 176, l'orgoglio dei nobili chiusi nelle ,loro c,.nstella fu validamente .rintuzzato. « I privi .. legi feu,dali sparirono tutti •e con quelli il potere e il prestigio della nobiltà; il popo1o risorgeva in torno al Carroccio, che sostituivasi n 1 Dennone baronale. I conti di Savoia, i marche·• ~i d'Este e di Monferrato, come potenti fu .. rono i soli salvi da quella tempesta ini cui ~:au... fragavano i feudatari; essi. alil.a fine del XII se:colo, rappresentavano l'elemento barbaro accamipato in mezzo del ri_scorto popolo italiano . . ' cost1tu1to dal Tevere alle Alpi in più <li qua .. ranta repubbliche» (r). Le i11vasiontlbarbariche avevano heH~i sterminato tutto ciò che di romano era stato potenza politica e patriziato: ma il popolo .aveva nei ~uoi vici e Pagi resistito assai megHo; .- - tanto che allo scorcio -del XII sec. non v'erauo più barbari in Italia, meno vochi feudatari. « Il trionfo dei comu11i fu il trionfo dell 'e lPrnento italiano sull,o str.aniero; e così del vasto mondo romano i soli Italiiani trionfavano de11~ barbarie e conservavàno il tipo dell'antic~ razza» (pag. 64 e 65). Però, disfatti i feu d:atari. e gli in·tcressi interni prevalendo sugli ester111, anche le repubbliche com11naii decaò ... P) ld 11m, idPm - Vnl. I. rn~. 62 - Nel-preoerlente oRpovnrso, uon avendo fatto <'ho riassumere i concetti del Pis~ca~e mi so_no servito in piil punti delle sue stesso espress1on1 come s1 potrebbe vedere a pag. 47, 52, 54:, 55 0 56. ..

• , PENSLERO E VOLONTA' • dero, e più presto dell'antica repubblica romana, perchè alla partizione della società frfl _opuh.!nti e mendichi s'era aggiunto quell'indi~ viduttlism'o, di origine barbarica, che a tutti gli atti dà l'improrn~a del più gretto ego1s11H>. A 1.10~0 ,a poco i nobili ripresero il sopravvt:n, to, più potenti con le ricchezze, che n-0n erano sta ti ~1n te1npo con le armi. b'onde la rovina delle libertà comuniali, 11 disfacimento, degli splendori della RÌnascenza, e il uuovo prepotere assoluto d~gli stranieri su tutta la penisola, durante il quale il pensiero ittaliano, << agitato da occulti dolori e vietato dall,a tirannide, si manifesta va nt!lle astrattezze filosofiche». Interessante è il giudizio, a tal prop·os1to, che Pisacane dà di Machiavelli, poi di Giordano Bruno e 'fomn1aso Campanella. Il pri1no fu grande cittadino che amò l'Italia, la libertà e l'indipendenza, ma soggiacqu~ ·a,il'infìuenza dei ten1pi » e i più lontani da1 vero ~on co1oro che nel suo Principe han visto, con1e -il Foscolo, un mezzo ((per n1ostrare ai pòpoli le jnsidie della tirannide». Il Campanclh 1 , il Bruno e il V_annino furono, per Pisacane, dei rifor111atori che precorrevano la nuova. vita, che indica vano il ringiovanirsi della società. ~ è il carcere nè il rogOI bastarono a soffocare j} genio italiano, chè un seco1o dopo « Giambattista Vico, seguendo la stessa ·filosofia, colorisce il disegno ado1nbrato da quelli, e le leggi _che regolano il destino dei popoli non sono più un arcano >> (pag. 82). Cominciano quindi le prime rivolte <li popolo, a Napoli contro g1i spagnuoli, a Genova più tiardi contro i tedeschi. Poco a poco un nuovo popolo succede all'antico; e quello, 1nalgrado 1 l'Inquisizione e la Compagnia di Gesù si desta ,ed ·ésprime dal suo seno una Italia che superava, perfino, nelle audacie del pensiero 1a Fr.ancia di Voltaire e di Montesquieu. Beccaria, Filangeri, ~fario Pagano, Ron1agnosi bandiscono la dottrina dellia libertà degli individui e dei popoli. e< Quanto quei sommi italiani, - e_sclama Pisacane, - più ècgli stranieri dei tem•pi loro, più d•ei moder- •fllisocialisti sviati dall'eccletismo, toccavano del vero e s'avvicinavano alla soluzione del problema sociale! » (P.ag. 86 e 87). La rivoluzione francese, la calata di Bonaparte in Italia, le repubbliche della fine del 700, il regno italico dei primi anni del1'8oo sono passa~i in riassegnia dal Pisacane con vivace acume. Egli vede .un· segn9 -del formarsi del sentiment~ d'italianità e di libertà negli italia- . Bi -li. tee in. Bianco . ni non soltanto nei subiti entusiasmi giacobini degli uni, ma anche nella resistenza opposta ai francesi diagli altri, nelle rivolte co1~tro la preipotenza francese scoppiate num-erose in quegli anni a. Pavia, a Verona, a Lugo, a Genova, a Napoli ecc. E fa sue le parole di l\1elchiorr.e Gioia a un proconsole francese : « I franc,esi promiser m,olto, non attesero nulla; vile ipocrisia ~u chiamare i popoli a libertà e farli poi ,più servi •di prima>> (pag. 93).. Linguaggio non dissimile tenevano infatti il repubblicani l\Iantho,nè a Napoli contro il generale Chcampi-onnet ed il 1:epubblicano Ugo Foscolo in Lombardia contro il generale Bonaparte. . Da quel ten1po, nota Pisacane, ha. principio la storia dei 111odermiitaliani, anelanti di indipendenza e libertà. Sconfitta nel r9r5, la nuova It,alia conti.niuò a vivere nelle congiure e ncNc società segrete che. si moltiplicarono. Gravi errori cagionarono le sconfitte suceessive del 1820, del 1848, ecc. ma la storia d'Italia, le cui pagine <l non hanno che voti . , riti di sette, cospirazioni tentativi infelici , , 1nartirii senza fine» segna ogni giorno un p~sso rli 11iù.verso la realizzazione della libertà e indipenclenza deN'Ita1ia una. · • « Saremo vincitori o vinti? » - si domanda egli, (1Pag. 99) nel finire il primo volume di qnesti saggi; e risponde : · « Se, poco cura.n<lo la 1nolta e dolorosa eisperienzia, c1ech1 segu1re1110 l'istinto che, per la via obliqua ma in aipparenza più piana, ci condurrà agli antichi errori, la schiavitù sarà ancora lung,a. Se frawca1nente, troncato ogni vincolo col .passato e ·· col presente, seguiremo la via aspra ma· retta, la vi ttori-a è sicura· ». Parole grandi, che racchiudono una grande verità. -·- vera per qualsiasi causa di umana giustizia e di liberazione *** Bisogna ron1pere ogni vincolo col passato t: col presente, altrimenti rimarrerno niella schiavitù, amn1oniva il P,ensatore ed Eroe. Lo ammonimento non fu osservato, o lo fu solo superficialmente ed a metà. Di qui il petseverare· in, Italia d~i vecch:-,ma1 li, attenuati per un · certo, periodo, rincruditi poi.. · · Che cos:1 intendesse Pisacane per «rottura d'ogni vincolo col passato e col presente « egli ha spiègato diffusam,ente '.ntelterzo volume dei Saggi, trattando ·-della Rivoluzione e più concisamente disse, alla vigilia del suo sacrificio, nel T esta1nem to. Ma anche nel ,primo vo- . lume l'idea è accennata qua e là, .c_ome si è

342 PENSlERO E VOL01~TA' I • . visto in qualche brano già riportato e co111e ri1->etevaquau.<lo esa1ni11ava le cause per cui la rivoluzione francese mancò ia1 suo SCO[JO : « I dolori sofferti indicavano il fine della . rivolnzione fra,nicese: le guerre civili da cui era stata lacerata, -le n1olteplici tirannidi, gli insopportabili o-rava111i del 111·edio-evo conducevano all'unità, all'eguaglianza, all'abolizio- . ne dei privileg·i. ,:i\1a il diritto ,di proprietà, cardine ,prin\..ipal.e dell'antica società, era ' scosso, non ,divelto; ,dunque i mali, sotto altra forma, dovevano indpbitatan1ente rinascere·: la solidità di un edificio non soffre se, conservando le fondamenta e le n1ura n1aestre, vi studiate solo .a mutare gli scompartin1enti. La unità anch',essa divenne tirannide, usurpazione, privilegio : l' eguaglianza civile un'an1ara derisione, perchè la 111iseria dei 11iù as icura va al ricco quei privilegi che la legge aveva aboliti.•. Eglino {i dominatori) furono costretti ad usare la forza per sostenersi; la libertà sparì. .. » (pag. 87 e 88). . Déi due volun1i dei « Sagg1 » auco,ra sconosciuti o quasi in Italia, il primo è certamente . il più importante; e per cio io mi sono diffuso più che altro su di esso. Il secondo, it1vece 1 - Dell' .. Irlc Bellica in Italia,. se può avere una sna importanza speciale p•cr i cultori -de1l' arte mili~arc, _per noi e per la rnaggior parte cl_cl pubblico profano a t·al_genere di studi è il. 111cno,interessante. Ed anche per gli studiosi çlelle scuole milita,ri, l'in(teresse ch'esso può · :avere è quasi esclusivamente storico e documentario, - perchè dal 1850, purtroppo, l'Arte del reciproco massacro ha fatto ta1i orrendi · progressi, così mostruose e imnrevidibili nuove scoperte si sono fatte di or- ·a.egni, esplosivi •e 1nezzi di ogni sorta di distruzione, che tutta o qu.asi le teorie di circa un secolo, :fa ne sorno state sconvolte e superate. Più 1ung,amc:nte ancora della storia civile, riassunta nel volun1e precedente, in questo second-o volun1c Ca.rlo Pisaca.111etr.accia tutta la evoluzione dell',arte n1ilitare italiana dai tempi dei Romani, e prin1a ancora, fino a1 1850. Tutte 1e guerre e battaglie con1battrtte in Italia sono passate in rassegna attraverso i tre cvi .antico, 111eclicrvale e 1110,derno. Chi si chiedesse con1c mai Carlo Pisacane rivoluzionario e· socialista, dedioasse tant~ te111po e lBvc-ro intorno a-d un argomento da cui oarrebbe avesse dovuto rifuggire, deve tener conto di due circostanze soggettiva l'unia e obiettiva l'altrft. ' BibliotecaGino Bianco ------ · Carlo Pisacane, dì nascita .aristocratica con1e Duca di S.' G~o,vanni, era stato fin da raiazzo allevato al n1estiere dell,c armi nel coll~-- . gio militare della Nunz1~ttclla a KaJ.·oli;-e 1u quegli studi primeggiò. Fu ufficiale n«eil'arH1a del Genio nell'esercito delle Due Sicilie, 1)oi s·ottotenente nella Sezione Straniera francese in Algeria; nel 1848 fu capitano nella guerra contro l'Austria e nell esercito Piemontese, e nel 1849 co]onn,el,lo della Repubblica Romana e uno dei capi della difesa. Niente di più naturale, quindi, ch'egli si diffondesse parecchio intorno ad nn argomento, a studiare if quale im :teoria e in pratica si era particol,arn1cnte specializzato. Piuttosto vi sarebbe da 1neravigli,arsi del contrario: con1e cioè un uomo, per nascita, educazione e lungo esercizio del coman.do così lontano dal popolo soggetto, abbi,a potuto sposare ccn tanto ardore la causa di questo, fino a vr~correre di ta.11,to 1 tc1npi suoi, da ,essere nel te111po stesso indomito, rivoluzionario nell'azione e pensatore ardjtissimo so-cialista ed anarchico.· F,orse fu l'a1nore, c-1uesto sentimento 1rreclucibiln1ente aniarchico che tante rivolte. susc1ta fra gli uomini, che mjse sulla via della rivolta anche l'ex paggio della corte req.le di Napoli? Probabiln1e11te Pisacane s'era da giovanetto, quasi da ianciullo, innamorato d'un.a f~ncinlla della su.a età, che all'uscir di collegio trovò spos.1 d'altro uon10. I/an1ore riarse e vinse su tutte le convenzioni so,ciali; e il giovane Duc=1, dopo poco te111po, se -ne tngg1va all'estero con la sua dilçtti:.1. Sulle vie asr)re e àolor·ose <.1ell'esi 1 lio, a11ora, egli conobbe 1a verità, e si consacrò alla causa della libertà. lVIa non divaghian10 ... La ragione obiettiva, per cui Pisacane continuò ia occuparsi di studi militari, fu che la rivoluzio111e aveva a1l1qra bisogno, e del resto ne avrà bisogno anche in seguito, nou solo di uon1ini cli pensiero, dicospiratori, di. ribelli per in1pulso, n1a anche di uomini di guerra. La rivo1uzion,e è quasi se111pre anche ena gueì·ra, o lo clivent,a entro- breve te1npo. Ciò CarL01 Pisacane accenna di volo. , . • nelle prime due pagine di questo secondo sag · gio, irn cui si 111ostra scettico verso la previsione della scomparsa <li t11tte le guerre, e af-- f er1na che in ogni modo la fine delle guerre non si avrà finch.è tutti i diversi popoli e classi non :avrann0 ragginnito un sufficiente equili-- brio d'interessi, e che a tale equilibri<J non si . . ' g1ung era senza guerra. « Finchè l'Europa, - diceva egli fin <la prima del 1857, - è in balìa di tre O quattro despoti sostenuti da una selva di baionette, fin- •

• Pl~);SlERO E V0LON1'A, .. ___ _.. ____ ----- chè in Europa lq decima parte degli abitanti vive oziando nell'opu1enza, mentre nove deci- • mi vivono producendo nefla n1iseria, parlare di pace perpetua (parlo ai signori del comitato della :~)ace.:) è: inutile ipocrisia». (Saggi storici, ecc - Vol. II, 1Jagg. 7 e 8). Vi sono, certo, anche in questo libro affer1nazio11i e ipotesi che oggi sarebbero <liscutibili; ma 11 lettore de:vc aver se111pre· 1 'ovvertenza di non considerare questo vol u1ne oon1e facente ,parte da sè, b~-ntSÌmetterlo in rapporto con glI altri volen1i, specie col terzo ed il ,quarto, -· abbastanza conosciuti dal pubblico ltaliano, - il quarto sopratutto, in cui PisR- .cane studia il problema d'un ordinamento militare che 110m sia in contrasto col principi,o, di libertà, o vi contrasti il meno possibile, ~ cha J1on possa divenire strtuncnto d'oppressione in 111anod'una qualsiasi cvc:-t1.1~1e<litt~tnra soaturita da una r1volu~ioue. l)i questa parte c1c· !'opera di Pisacaue 111i sono occupato, - ed .oggi i ten1,pi non 111iconsentirebbero di ripete1 n1i, - altrove quattro o cinque a1vni fa (1). Basti riferire una delle conclusioni cui giunge il Pisacane : · « La schiavitù delle nazioni n1oderne. rico1nparsa più terribile dopo sanguinose riv,oluzioni, trae sua ori 0·ine dalla costituzione militare 1 poco arnionizzante con la civile; quin- <li è un errore fa tale trattar con troppa legger-ezza l'ord1nan1ento dell'esercito, e per piegarsi a qualche esigenza mom-entanea, g.ettare delle basi false, su cui, in seguito, tutto l'edificio viene ad informarsi; poichè la co- ~utuzione civile, allontanandosene, genera quel -disaccordo, quell'attrito, da cui la t1rannile immediatamente prende r'orza ». (Sàggi storici, ecc. - Vol. IV, pag. 154). Ma, per tornare al ~eco111dovolurne, che pnt n1i interessa perchè più ignoto, anche in esso qna e là incidentaln1ente il Pisacane n1anifesta le sue tendernze socialistiche e libert,arie Anzitutto egli mostra co1ne gli eserciti •più vitto-· riosi e vigorosi si espressero dal popolo _roma~ n10, quando ancora le ricchezze non l'avevano corrotto e non avevano troppo allontanate tra loro le classi sociali. Per queste ragioni l'esercito. dell'Impero fu assai inferiore a quello nella R-epubblica. Così gli ordinamenti militari sorti nel medioevo dal feudalismo furono un enormP regresso sugli ordinamenti romani; e {y) Vedi in Ditta.tura e Rivoluzioue uno degli ultimi cn- -pit.oli eh~ s,i occupa della difesa militare int,erna ed esterna della rivoluzione. Biblioec . . Gi o Bta e rero~s1no delle truppe repubblicane dei Comuni fu di breve durata, perchè la sete del1'oro, il mercantilis1no e gli egoismi municipali · presto aprirono il varco .alle signorie, alle arn1i mercenarie e aNe com,pagnie di ventura, -· le quali ultime. trasforn1ando la guerra in un:'artc fine a se stessa, fecero bensì percorrcrl! a11'Ita1ia una brillante c.arriera militare, tan t0 che il Pisacane afferma che la vera scuola di guerra italiana si formò dai venturieri del XIV secolo» (pag. 102) ma finirono coi loro vergognosi 1n,ercatì con l'essere uno stru· · m,ento d'oppressione di più nelle màni dei tiranni paesani e clegli stranie1_.i. N è l'adozione delle n1ilizie locali o nazionali ftt .un progresso, aln1eno nei risultati. L'Italia decadde n1ilitarmente col decadere politica· 111en,ted1:1l 500 in poi. Nel solo Pien1.o,nte per-- durò una forza n1ilitare cospicua; inia il costi-- tuire esso ancora un feudo, la 111anca·nza d1 un vero sentimento naz1.onale, per cui il suo esercito ligio solo alla dinastia Ducale parteg· gi.av,a ora 1~er n.rnostraniero cd ora per l'altro, guadagnandosi fama d'i dubbia. fede, fece ~ì che poco profitto s( potesse ricavare <laHe snE 1111lizicnazionali. Le quali, appena si presenta·· rono ai confini le giovani schiere della rivo· luzicne frarncese, furono sconfitte; e i fr1 ancesj restaro11O padroni o arbitri clel territvr10 pie1nontcse, finchè u11 altro straniero, non 11e rilevn 1L:sorti. t'arecch ie •pagine dedica il Pisaca.n,e al risoro·cre dell'arte militare sotto l'in1pulso della rivoluzione francese; ma egli se ne occupa quasi esclusivamente per La parte tecnica o, dicia- • n10 co~l professionale. Egli dice bensì quanto l'arte del combattere .e del vine-ere si avvantaggiò dello spirito di libertà; ma non quanto lo ~;pirito di ·libertà perdette per lo svilupparsi enorme del militarismo. Ma nello studio del suo argomento -egli non diventa parziale per • spirtto partigiano. Nota gli errori e gli orrori degli eserciti repubblicani e rivoluzionari (ciò anche per quel che riguarda i fatti di guerra JeHe rivoluzioni italiia.rne·posteriori) e non nasconde i m-eriti ·e le· fortllltle ··degli stessi eser-- citi reazionari. Sulla fine -del volume si allude ai disastri e .alle vergogne milit,ari ctella gu~rra italirana del 1848 chiusasi con ila fatal Novara. E il libro si chiude con la riflessione che la disciplina :non ·è legame abbastanza forte per tener com,patte le file di un esercito in guerra; le soldatesche sono di niun -valore se per interessi non con1•presi combattono, e sarebbero in;vincibili se con1battcssero per uua • . .

- . ' 84--l PENSIERO E VOLONTA' cau~a sentita e popolare ». (Saggi storici, ecc. Vol. II, pag: 178). . Ho voluto deliberatan1ente diffondermi parecchio su questi volumi meno noti del Pisacaue, IPerch~ la lioro r1arità e 1la difficoltà c11e· ssi siano ripubblicati integralmente e rre_s:o: _ cosa che pure ,n,on 1na11cherebbe d nt1hta oer gli studiosi, -:-- ne restino_ in qt~lche mo<1o con1pensate pei nostri lettor1. D'altra parte il conoscere l'opera del Pisacane anche in quelle parti che oggi meno otter~ rebbero i•l consenso dei rivoluzionari, o che J.1 lascerebbero f.reddi e indifferenti, è n-ecessario !Per cogliere La· figura di ~nel pensatore. ~d eroe in tntta la sua· este11~1one e compless1ta. Ìndubbi.a~ente il Pisacane può figurare, rne1 suo· noto libro sulla Rivoli1,zione, fra i primi teorici del socialismo anarchico; ma bisogn?R. ricordare eh' ei scriveva nel 1850, ed in Italia. Non si può quindi esigere di• trovare nei su~i libri la stessa armonia e concatenamento logr~ co che l'anarchìsm.o ha raggiunto nei successivi cinquant'anni di sviluppo. Meno ineguale e più organico <lello stesso Proudhòn, Pisaca .. ne resta nonostante l'uomo dei tempi suo.i. e quindi non esen.te da qualcJ1e contradizione ,e da qualche esagerazione, che oggi ,più non si con1prenderèb b~. Un'altra avvertenza bisogna fare: i quattro volumi dei Saggi ,non furono <la Pisacane ri" veduti· e finiti com'egli avrebbe certo deside· rato. Essi sono di primo getto; e 1no1te espres-- sioni possono essere inesatte, indipen<lente .... mente dalla volontà dell'autore. L'anon,imo. che ha· scritta 1.a prefazione di quella prima ed unica edizione dice i•nfatti .a un certo ipunto:. cc 1/o•oera che· qui si pubblica .rimase incom~ piuta e in parte affatto <liso,rdiniata•.·. L'autore non gl'impose l'ulti,ma mano, ed anzi in molti luoghi cos~ lo lasciò ·(il libro l, che .a noi 1;1011 sempre ·venne fatto distrig.ar,rne il senso ed il ragionamento per 1nodo, ·che potessimo con sicura coscienz.à affer1n.are che cogliemmo nel segno ed intenpetramm.o, giustamente il pcn-- siero dell'autore >>. (Saggi storici, ecc. Vo1. I, pag. XV). . l\. questo pu.nrt:oviene sponta11ea la <l0man-- .da: E i manoscritti -del libro di, Pisacane ove sar.ann,o.? sono stati affidati a .qµalche biblioter ca o museo, o sorio restati in mano private-? e di chi? Sarebbe ..possibile consultarli? Risponda chi può! Degli altri due volumi, che sono certame.n.te i più in11po.rta!}ti,con1e abbiamo già detto, BibliotecaGino Bianco quello sulla Rivoluzione e l'altro sulla Naz10, ne ar111ata, - se dovessi •parlare dovrei dire molto di più di quel che ho <letto fin qui. Ma . sel faces.5Ì davvero porterei vasi a Samo e not ... tole ad Atene poichè prima di me di quei due volumi altri ha parlato ripetutam,ente; e i due volumi st,essi sono stati ripubblicati e molto diffusi, citati a lunghissin1i brani in libri, opu· scoli e giornali; ed i,o, farei c2rtamen te una inutile ritpetizione. Epp,oi, come ho detto so.. pra, forse le circostanze attuali, non-mi per .. me~terebber,o, una ta,Ie ripetizione, pur se utile fosse. Quei due volum~, e ,più specialmente il terzo saggio sulla Rivoluzione, debbono del resto essere letti integ.ralmemte; ed i lettori faran bene a •procurarseli, e meg1i,o ancor.a se qualche editore li ristampasse. Essi sono ritornati di attualità, specitaln1ente dopo che ,la rivoluzione russa ha messo di nuov.o sul tàppeto il problema dell'indirizzo pratico dell~ rivoluzione. Il concetto anarchico, e cioè amtiautoritario cd antidittatorial~, della tivoluzione trova néi libri di Carlo Pisacane un validissi1110 appoggio e le più solide argomentazioni. LUIGI FABBRI. P. /{ ~ Avevo già scritto e inv·iato quanto sopra, ·allorchè ho potuto eonsultare la collezione della rivista L'Italia del z,1opo7o di J_josanna, diretta da l\Iazzini negli anni 1849-50. Sono dodici fascicoli riuniti in due votun1i, è contengono molti scrjtti <le] Mazzini, tutti noti perchè ripubhlicatj più volte; ma, vj sono anche inserj ti altri articoli di. altri autori, cronache, bibliografie, ricordi storici, docu1nen.ti, tu tt,j di molto interessP-. Ca.rlo "f>jR,u:ane fu a.ssiduo collaboratore òi questa ri vj sta; in nove fascicoli, sui dodici uscit.i, Vi sono scrittì suoi. Però, contrariamente a quello che io credevo, tali Rcritt 1 sono di argomentn quasi esclusivamente militare, sia pure da un punto di vista rivoluzionario. Inoltre a,1lor~, non pare chB Pisacane si d,iRtaccassP. 1nolto dal pensiero, 0 almeno dal1e formule e da} linguaggio mazziniano, se a pag_ 47 rlel volume TI troviamo. questa fine di un aTtic;olo: « I re hanno perduto il loro prestigio. l"R speranze d'Italia stanno oggidì in Din o nel Popolo. E non saranno tra.djte ». (Fase ..-VTII). Eceo ad ogni 1nodo, per n1emoria, la nota degli scri.t;ti di Pisacane contenuti nell'.l tal1~a riel P9pol&: Fase. I. La guerra 1·taliana..,· fascicolo 2 e 3, 8'ulla scienza della guerra (PenSi,eri, jS'trategia, Applicazione della tattica al-

PRNSIERO E VOLONT~~' 345 l'insurrezione); fase. 2. Poche va,rol e srulla _ relazione della carnpagna. del 1849 ·Ì11J S icilu:t ecc.; fase. 5 e 6, llelazione stor~·ca. delle overazi.oni mil-ita1·i e.seguite clalla Repubbl /ca Rornana (1849); fase. 7, Qualche osservazione sulla relaz·"une scritta dal generale Bava della canipo• Una di Lombr»rdia, nel l!J48 · fase. 8 l"uche pa-- . ., ' role sulla camvagna d1: Bade nel 1849 .,· fase. 9, La ,neutratità, della :sv1zzera .,· fase 12 J->en- . ' s·ier,i sugli eserciti perma;nenti. V'è poi un estratto del .Rapido Cenno sugli ulti1ni avve• 111111,en ti di Ronia, che fu non un f4irtieolo della rivista (come io avevo supposto) n1a un opl\1~ , scolo a parte, pubblicato a,nch' esso a _Losanna, dai Bonamici nel· 1848; e ristan1patu verso il 1890 a Roma da un gruppo repubblica.no. La rivista, ··edita dal Bonamici, porta nil frontespizio l'indicazione della « Società Edi· trice L'Unione », Losanna (1849 e 1850). Il priPer la Qui gionali esteri sovversivi 110tn ne arrivano. Io so nullameno, •da lettere di amici e da qualche ritaglio, che ci mandap.o ìe ogenzie, che delle pubblicazioni estere, anarc:hi:.:he o affini, si occupano di tanto i•n tanto di me, e me ne fanno dire e fare di tutte le sorte, e spesso in pieno contrasto con quello che realn1ente io ·!Penso e dico e faccio. So, per esempio, che mi han fatto aderire alla Confederazione generale del Lavoro ed accettare nientedimeno che le idee ed i metodi del D'Aragona; so che mi han fatto trescare coi Garibaldi e col garibaldinismo; so che mi ha,n, qualificato reouhblicanoNon so se queste menzogne son dette per spirito -di maldicenza o altro scopo n1alvagio, o per reale incomprensione del mio pensiero. Eppure, io posso scrivere e •parlar male, ma cert~mente parlo e scrivo chiaro. Naturalmente dico solo quello che le circosta,nze consigli.ano e permettono di dire; ma se non dico TUTTO quello che penso, nq,n ·dico MAI, cosa che io non creda e pensi ......-e quel che <lico lo •dico sempre ~n forma che non si presta iall'equivoco e non ha bisogno d'inter·pretj. Però, siccome mi ripugna di SllIJiporre in altri la mala fede, faccio come se la colpa fosSe mia e mi sforzo di essere sempre più chiaro. sicuro ,del resto che la grande mag- * , gioranza -dei miei lettori saprà comprendere ~ giudicare secondo verità. Ma v'è dei casi in cui evideintemente non .~ibliotec Gino Branco .. rnò degli arbcoli del Pisacane è firrnato «Oarln Pisaca.ne » ; · tutti gli altri « Colonnello Pisacane». Tali articoli hanno delle parti ancor oggi inter~ssanti, sia politicarnemte come dove e·ritica il sistema delle monarchie costituzionali, sia da1 punto di, ·vista ·l'ivo!uzional'io come quando cerca una applìcazione della tattica militare all'insurrezione, sia storicamente con1e allorchè parla delle malefatte e tradimenti che condussero al d_ìsastro le guerre del 1848-49. lVIa sarebbe troppo lungo tstenderci ÌI).torno a tu tt 0 ciò, ed anche non necessario poichèq uesta rivista non e così difficile trovarla, come i « Saggi » di cui più sopra mi sono aocu pato. Di essa ve ne sono due copie anche nella Biblioteca Brera di ~!\filano. l. f. . ' veri ta. si tratta <li•cattiva interpretazione ma di grossolana falsificazione; ed aììora, se ne vengo a cognizione, sento il bisogno di protestare e rettificare. Così mi gi u,11geor~ un ritaglio del Monito . di Parigi (che io non ricevo) in cui A. d' A riproduce dal l\1artello di Nuova York (eh.e nenimeno ricevo) dei brani di articoli di Pensiero e Volontà erroneamente attribuiti a me e. senza citare 11111 sol rigo che sia realmente n1io, viene alla conclusione che io vorrei provvisoriamente lasciar da parte l'anarchi~ smo ed invitare i con1pagni ed i lavoratori a lottare per il trionfo- di una repubblica sociale e federale. Pensierò e Volòntà ,è diretta da me; ma è i.111arivista di studio e di discussioni sui pro~ hlemi che interessano il movim,ento nostro e n1ancherebbe al suo sGopo se non lasciasse ai ~uoi collaboratori piena libertà di op~n1one. Jr.. essa _tutti gli articoli sono firmati, aipp~Jn·· to perchè -ciascuno, insie1ne alla libertà, avesse anche La responsabilità di quello che scri- ~e. E' ovvio quindi che chi vuol sapere iJ mio pensiero dev,e cercarlo negli articoli_ firmati da me e ·non in quelli firma ti da altri. Oli.a i brani di cui si tratta sono scritti e Erma ti da Carlo l\1olaschi e Charles z.1 erniite. 11 Martello mi chiama « il M,aestro >> e n1e li attribuisce collo scopo di farmi apparire :èealmente consenziente ad una specie di coalizione anti-fascista .nord-americana, che ,_

PENSfERO J~ VOLON·T . L\.' • io •non giudico perchè non ho dati sicuri. su di es a, nè, viste le menzogne che all1estero si dicono sul conto n1io, posso credere aHa leggi-era quello che si dice sul ~onto degli altri. Il "Ai onitò invece, che è anarchico, si serve di quei br.a:ni per darn1i .addosso• .. e ripete, come arg,on1enti contro di n1e, le stesse critirhe che io ho fatto le n1ille volte a eh.i proponeva ibride coalizioni. I redattori di Il Mo nito leggono certa111en, te Pensiero e Volontà ,e, poichè si occupano di me, c'è da supporr,e che legganv anche gli articoli miei; quindi avrebbero dovuto scorgere subito e rilevare la con.fusionc che aveva fatta il '}.1a-rtello; tanto più che l'articolo firtnato da Charles l' herrnite (P. e V. r. maggio 1924), da cui ,è tolto uno dei brani, che il Martello mi attribuisce a titolo di lode, ed il l'ri onito a titolo di obbrobrio, è seguito da una nota. firmata cla me, che qui .trascrivo: « Io ho detto negli articoli « Repubblica e cc Rivoluzion,e » quello che penso del prolrra;n1na repubblicano~ _Aggiu,nge1'ò sola- « -,nenie ch'io terno che Charles Phern1ite e ,< qualche altro conipagno si jo ggino dei fe- « deralisti che non esistono in Italia... nè « altrove. !.../idea di tato· è per su.a natu.ra << opposta a quella di Federazion,e. In teoria. H chi è Per lo -Stato, chi non è anarchico, i~ non può essere federalista, co111e-in pratira <, ogni Federazione non è che un aggruppai{ ·111.e11 1to di piccoli Stati sotto d~ un potere c. centrale, che tende contini1,.aniente a di111i- « nuire e soPPri1nere le libertà locali>). E a11,ora? ~1a !. .. vi son di qnelli che q uando trovano qualcuno che in qualche cosa è d'accordo con loro, si sforzano per far credere che non è ver 1O che l'altro sia cl/accordo, come se ci av,essero gusto ad' essere soh a rensare in quel modo. 'futti i gustì son nena natura, .diceva quel talP ~1olaschi e poneva que11e sue idee dichiara·ndo che erano idee sue personali cbe sottoponeva alla .discussione dei compagn1 -e forse lc~:ni:enclolo con ani1no n1eno prevenuto si arriverebbe a conclusioni molt,o diverse <1'l q_nel1e a c11i arrivano Il Nl artello ccl Il "A1 onito. :i\la 1ìVlolaschi può s11iegarsi e difendersi da sè; a me preme hen stabi1ire che quei brani sono di .ì\lo]aschi e non miei · No - si rassicurj Il Jilonilo 10 11_011 f-.ono repubblicano e non ipenso i~nnto a n1etter BibliotecaGino Bianco .. (i a parte. ncn1111cno per un istante, i1 programma anarchico. E, poichè pare sia ancora necessario, ripeterò ancora una v,olta qu,ello che ho sen1p1e detto durante i purtroppo nun1erosi anni da ·C' h e faccio la propagan Òil. lo non sono repubblicano, perchè re1)11bblica significa ·cle1nòcrazin, ci,oè, ,nel senso pit\ genuino della parola, governo della 1naggioranza. Ed io sono contrario al governo della n1aggioranza come al govern·o de11a 111i11oranza - anche lasciando da parte la questione, pure in1portantissima, del modo come fat_aln1ente, in qualunque r,egin1e el~t- , toralistico ~ si fabbrica nna n1aggioranza e se ne falsifica la Oll)iniouP_ Perciò sono anarchico. Gli aggettivi « socia1e >>, cc federalista »· ecc. appiccicati alla parola repubblica n1i sono scn1pre sen1brati una burletta. Vi possono e::·sscre dei re,pubbìic.ani socialisti, come ve ne possono essere dei borghesi o dei clericali, dei repubblicani unìtari e accentratori, come elci repubblicani federalisti e discentratori, i q na1i potran.110 fare la propaganda per far votare le leggi che lo~o piacciono. ntla la repubblica resta la repubblica, cioè una forma dj governo a cui .Jà sostanza la vol,ontà di quelli che riescono a farsi passare oome rappresentanti della 1naggioranza - e se la sua pro1 rlan1azione non sarà prreceduta <la una pr,oifonda rivoluzione sociale che distrugga nel fatto il privilegio economico, essa sarà necessariamente capitalistica e accentratrice,. e forse anche clericale. U.n governo repubblicano, come quaisiasi altro g;ovcrno, tende innanzi tutto a consolidare e ad allargnre il suo potere; ed il solo limite a11e sue invasioni contro la libertà dei singoli, individui o collettività, sta nella re- :;istetnza che si riesce ad opporgli. Il còn1op•itodegli anarchici, poichè non possono per n1ancanza di forza e cli consensi fare ]'anarchia dappertutto, è di creare, ali111entare:, org:1nizzare quella resistenza, rifiutare per conto loro qualsiasi contributo obbligatorio allo Stato ·(servizio militare, paga .. n1ento d'imposte, ecc.) e reclamare, e pretef!- clPre per 1oro e per quelli che con loro consentono•. ;pi'ena .-lihèrt\ e libero acces~o '¾i n1ezzi . di produzione. . Ma ana H •l)Ossono essere ,ora i nostri rapnorti coi repubblicani e g1i altri n~rtiti sovversivi?

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