Pensiero e Volontà - anno III - n. 14 - 25 agosto 1926
PENSIERO -E V0LONTA' che lo Stato sia qualcosa di diverso f, supe– riore a.i c.itta-dini. In un'opera- sul « Regime Moderno » il Taine ha studiato benissimo questo sistema che potrà essere utile a molta gente, giacchè per molto tempo lo statalismo è destinato ad essere il più grande nemico che abbiano avuto gli uomini. Potrebbe servire, inoltre (aggiungiamo noi) a screditare quella. forma di culto della- forza brutale che si manifesta con l'ammirazione per Napoleone I: ammirazione che invano preten– de nasconèlere il suo caratter.e irra,gionevole ed antisociale sotto travestimenti- letteràri, storici e culturali. · N a-poleone I aveva- un carattere arido e tri– ete; non credeva nella vita· nè nella probità, ma solo nell'efficacia della paura e dell'inti– midazione; e, brutale coi parenti, la inoglie, gli ~ici e tutti, non poteva. sentire l'ideale della libertà. fer lui la libertà era il bisrigno di una classe poco numerosa di perSJ'U più elevate del comune; e poteva. quindi essere coartata impunemente. Egli non concepiva la libertà che come un diritto inerente alla pro– prietà ; e quindi solo i ricchi potevano goder– ne. Viceversa aveva paura della libertà di stampa e di pensiero. Secondo lui solo il so– vrano doveva poter parlare al pubblico. Egli stesso aveva detto in Consiglio di Stato che « importa che poss.ano stampare solo coloro che -hanno fiducia nel governo n. Insomma il sostema napoleonico è « statR iì– smo assoluto ». La religione dev'essere subor– dinata a.Ilo Stato;. ci vuoìe una religione per il popolo, diceva il Primo Console, e questa religione deve essere- nelle mani del governo. Nello Sta.to non ci debbono essere o~ganizza– zioni di diritto privato, comunioni an:che so1o patrimonia.li, società, culti,- gerarchie, che non dipendano dallo Stato. L' A. riporta il quadro che del sistemp, napoleonico faceva il ~amen– nais nella sua opera sul « Progresso della Rj, voluzione » : «. Napoleone, non conoscendo il potere che sotto la forma del potere il più assoluto, jl di– spotismo militare, tentò dividere la. Francia in– due categorie, l'una com.posta· della massa del popolo, -destinato a riempire i va.sti quadri _de] suo' esercito. e disposta, per l'abbrutimento in cui' •voleva mantenerla- ad un'obbedienza pa&– siva, ad una fanatica. devozione; l'altra più ele– vata in ragione della sua r1cchezza, doveva condurre la prima sécondo le vedute del capo che le dominava entrambe, e per questo essere· formata essa· stessa entro scuole, in cui, mentrr la si avvezza.va ad· una servile sott?missione, e, per così dire meccanjca, essa acquistava le co– noscenze relative a.Il'arte·della guerra e ad una. amministrazione tutta materiale; i legami della vanità e dell'interesse dovevano poi attaccarla:- ' alla sua persona e identificarla, in qualche- modo, al suo sistema di governo ». ·Quest'ultima concez10ne della funzione della, scuola- il Labriola la vede in certo modo ri · presa- oggi dal Gentile. Ma, nota sempre l'A., tutto ciò fu fatto· da,. un genio, _genio malefic o certo, ma sempre un, genio; eppure il gen.io non valse a salvare N a– poleone dalla catastrofe e dal finire misera-· mente a Sant'Elena, nè a risparmiare al" po-: polo francese il disonore e i guai tremendi d~l– la sconfitta militare, di una _duplice invasione– e della mutilazione del suo territorio. Gli è che mentre i popoli stranieri si erano rivoltati aHa prepotenza militare conquistatrice d,ell' Impera– tore, il popolo francese c onculca to al_l'iut.erno e· privato d'ogni libertà era sta.to -così anemizzato e reso incapace. d'opporre ·alcuna forza va-lid~: all'invasione straniera. Privi della libertà, j· francesi non avev~no p.iù ·il sentimento di com-. - battere per la Francia, m·a per un uomo; e al– lora, essere oppressi da Napoleone o essere op– pressi dallo straniero era per es•si la stessa– cosa. Da tutto quanto sopl'a il Labriola trae argo-– mento per deplorare l'adulterazione dittatoria– le ed asiatica del mar."Cismo, il qua. le invece, secondo lui, è antistatale. Però questo anti– statalism0 il Labriola lo ferma e ridu·ce nella, democrazia con relativa collaborazione di clas– se. Egli vuole sfùggire alla soluzione «Lenin »r ma non pare voglia giungere fino alla - solu-– zione «Bakunin»; egli si contenterebbe, pare,. d'Ùna soluzione «Stuart Mill» - che riserbe– rebbe ai popoli, notiamo noi, le stesse delusioni· che ha loro serbato nel p,assa.to in tutti i paesi del mondo in cui è stata sperimentata. . OATJLINA. LUIGI BERTONI : lllusi-onè democratica. -. (Il Risveglio Anarchico, di Ginevra. n. 693 del 29 maggio 1926). . Le ragioni vere e profonde della crisi acuta ~h~ attraversa oggi la' Francia· _sòno,molto bene– analizzate in questo ·articolo del Bertoni, che qua-si integralmente :riproduciamo. Noi non siamo - egli scrive - tr~ coloro, che sentenziano sdegnosamente che democrazia e fascismo sono ·la. stessa cosa. Ai fini della. nostra J)Olefoica, e cioè ·delle sue conclusio_ni
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