Pensiero e Volontà - anno III - n. 14 - 25 agosto 1926

• I o I 320 PENSIERO E VOLONTA' Pane 1a vede, corrisponde molto poco alla realtà. -Essa è applicata cioè con metodi che ne uccidono oompletam!3nte lo spirito e ne eludono del tutto lo scopo primitivo. Ma su ciò si è parlato molte volte da queste pa– gine, con cit~zior{e d_i fatti e di documenti, e non occorre qui insistervi oltre. ANTONIO LucARELLI: La Puglia nel secolo decimonono. Edit. Società Editrice Pugliese, Bari 1926 - L. 20. . Questo libro vuol essere un s~gio di storia re– gionale e comunale sulle Puglie con particolare riferimento alla città di: Açquaviva·in territorio di Bari. Ricco di illustrazioni, ritratti, fac-simili ecc., e stampato in grande formato, il volume ·si pre– sent11, assa.i bene; leggendolo, poi, si può. consta. tare che il contenuto maintiene m,a~nificamente la prorr~e.ssa dell'esteriore. Com'ebbi a dire altra volta pe1: un librçi dell' An– gelelli su Fabriano, queste storie di carattere re– gionale, queste ·monogr-afie comunali, _hanno un grande •pregio, perchè çostituiscono, il materiale di cui lo storico a,vvenire potrà utilmente servirsi per lavori più generali e sintetici., D'altra parte chi vive in una regione ,Qcomune e si appliica con ·par– tcolare amore -alle ricerche di memorie e di docu– menti può riuscire molto di più che chi deve ser- ' . virsi cli materiale cli secon-da mano a presentare i fatti secondo una mag.2:iore verità storiça_ Nè è da trascurarsi il maggiore interesse che tal genere di studi risveglia in certi àmbienti locali e fra un certo l'.lUIDero cli cittadini, fra i quali_ una storia più vasta e comprensiva non avrebbe successo. Il Lu_oarelli, nè poteva diversamente, prende· le mosse della sua storia pugliese dalla Rivoluzione Napoletana del 1799, così bella d'eroismo_ e di mar– tirio, la quale ebbe ·in Puglia forti e vivissime ri– percussioni; .èd entra in argomento coi. ricordi delle occu'pazioni francesi a tempo_ dj Napoleone e _di Gioacchino Mu_rat. Gli orrori sanfedisti e le ru_ berie e prepotenze francesi ci passano sotto gli occhi; pòi il brigantaggio, le prim~ aspirazioni na. zionalì e le restaur~zioni 1 le i:ospirazioni oarbo-, nare e la rivoluzione del 1820-2,1; poi i moti poli– tici e sociali del 1848, la reazione, borbo;nica, la· li– berazione garib.aldina, i tentativi reazi001ari e il . . . . . . ·• nuovo brigantaggio borbonico, fino alle -cronac_he del :n{oviment~ internazionalista dal 1870 al 1883 e del radicaÌismo alla lmbriani de,l periodo, s~s.i., siv0. .'!1utti questi· fatti, che n,Qi conosciamo a-ttfaver– ~ le istorie di carattere generale, ..visti da· una visuale re~ionale e in certi punti :i;nunici 1 pale-, s1 colorano diversamente ai nostri occhi ~ ci mostra– no d~i lati che prima ci erano pressochè ignoti, o per lo ·men,o erano stati dissimulati. Sono molto interessanti, per esempio, le pagin13 sul brigan- .ta~gio proletario di dopo il 1860. Le~gendo a_ltri episodi e riferimenti, intorno al_ mov1men~ rivo– luzion;trio patriottico dal 1820 al 1860, pm volt~ ci è venuto in mente che alcuni di essi sarebbero una prova documentaria del_ come sia falso o ~I– meno esagerato il dir~ che quel ip.ovimento non fu movimento di popolo e che la rivoluzio»e italiana fu nÒn solo iniziativa di minoranze - il che è vero ·per tutte le rivoluzioni, almeno all'inizio - ma che all'opera di' queste minoranze era estrane_o il sentimento della generalità delle popolazioni. Di particolare attenzione, dal nostro ;punto di vist~; sono degne le non poche' pagine dedicat-e .al movimento della Prima Internazionale.· Vi rjtro,; viamo i nomi cari, i ritratti e la narrazione ·a.elle vicende di F-anelli, Cafier-o, Covelli e dj altri;. vi si parla del tentativo rivoluzionario di Castel Del Monte del 1874 e delle bande di Benevento del ·1877 e dello sviluppo successivo delle idee sociali- . ' . ste .ed anarchiche. Naturalmente noi non possiamo sottoscrivere al giudizio dell'autore, per cui l'involuzione del so– cialismo ;marchico e rivoluzionario del 1870-80 aJ . socialism.o autoritario e legalitario del 1880-1990 fu ~n progresso. Così pure dovremmo fan~ su qualche altro punto più d'una riserva. Ma allora passe~emmo a fare della polemica, e usçiremmo dal campo puramente storico; mentre· questo libro ha un suo valore sopra.tutto storico, indi•penden– temente aalle opinioni politiche dèll'autore e· nostre. L. FABBRI. • Rivista delle Riviste ARTURO LABRIOLA: Una lezione di Taine. -· (Il Quarto Stato, di Milano. - n. 16 del 10 luglio 1926). Labriola sostiene che i nuovi regimi dispottci datano tutti' ·da N apol.eone .I, cori l'accentra– rn,ento dei poteri .da lui instau·rato, mentre tutti i -regimi dispotici anteriori, dell'assohi– tismo monarchico, lascià..vano un notevòle ~ra: -ùo di autonomia a numerosi ordini della po-· polazione:, come il· Clero, 1:a.magistratura, le corporazioni di arti e mestieri, la scuola, ecc:_ E' inveee con Napoleone J che è_ sorto lo sta,ta,.:. lismo, superstizione per cui" si -cre,de veramente

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