Pensiero e Volontà - anno III - n. 14 - 25 agosto 1926
324 PENSIERO E VOLONTA' Berneri non pensa che troppe volte la donna non può essere sincera v!3rso l'uoIDQ che l'.ha sposata per. la semplice ragione che, ~oonomipamente, è soggiogat;t al marito. Ma vi ò un'.altra _questione assai importante sulla quale gi~va soffermarsi: quella della proletarizzazione Cl.ella donna. E' una questione marxista - si dirà. E passi il marxi– smo, poichè non si debbon.o ignor:are i fatti reali. ·Io non credo ciecamente nella legge del ,determi- nismo economico, 1 p!3rchè sono- oonvinto c,!ie la forza volontà può e deve essere fattore di divenire; può, cioè, açcelerare l'evoluzione fino a farla precipi– tare in rivoluzione. Non posso però neg~e che la realtà economi-ca è la realtà immanent~ e domi– nante la vita soiciale e. che t fatti eoonomici pos- . sono avere influenza decisiva .sugli avvenimenti della vita dei popoli. Il processò. di proletaa~izzazione delle masse è prooesso di preparàzione socialista. Lo spjritò so.. cialista (parlo di spirito e non µi ipartito politico) non si diffonde laddove l'eoonomia è basata sull'ar– tigianato o sµJla piccola propri~tà terriera, ma si diffonde e si afferma dove la grande industria ag– glome1:a le masse e dove ia grande agricoltura as– sume aspetti di industrializzazione. Molti avveni– menti hanno dimostr:ato e dimostranQ sempre la verità ·e la consistenza di questo fatto, e non a torto il compianto Piero Gobetti scrisse che le spe.. ranze per la storia dell'Italia di domani possono fondai:si sul trfangolo -Mil,ano-Torino-Genova . ' -triangolo schiettamente proletario che, malgi·ado tutto, resiste e non si sfascia. Lasciam,o, dunque, che anche la donna si prole– tarizzi e si emancipi, senza s•oandalizzarci se l;isti– tùto della famiglia subisce scosse o· trasformazioni ' e se ;n.za spaventarci all'idea della famiglia-alberg,Q. Nelle grandi città vi sono migli~ia e migliaia di fami_gli~ bas ,a.te su queste necessità e. non per que– sto l'amore si dissolve. 1/asciamo che anche la, don– na si proletarizzi, 1 poichè tale è il destino ~eato dall'economia d'oggi e dai .bisogni della. ~ròd u- - zione. ·E pensiamo oon animo' ~e.rena che. le donne proie!arie sar~nno nos,tre c<?mpagne nell'o~era di. cos~ruzione dell'ordine nuovo, e che come ·tali e perchè tali dobbiamo apprezzarle e rispettarle. CARLO MOLASCHI. Comunicato Da MARSIGLIA (Fra.né-i&,): Si re.nde noto' ai ·comp-a-glii dimoranti a Màrsìglia e vicinan– ze che· tutti. i giornali e riviste dì parte. :p,ostra si 'trovano' in vendita. presso la' LIBRERIA DE LA BOURSE 1 .DU TRAVÀlL. - 1/.·Comi-. tata· d!]ntesa. I Libri LUIGI DAL· PANE-: La concezione manéi– _sticadello Stato._-· Ed. Licinio Cappelli, Bologna Ì_924.L. 10. Chi cerchi in ques~o libro una formulazione pre– cisa della concezione di Marx• sullo Stato rischiµ, di restare deluso. Si potrebbe dire che l'autore, · più phe affrontare direttàmente ed in pieno iJ problema dello Stato, vi giri intorri.p. di éonti~uo, esaminanc~one i lati second.an o subordinati, no– ta.nçlone le relaz10ni con altre questioni, r:ilevando ]'essenza degli Stati odierni, ma senza dirci quale debba e_sser,e la sorte dello Stato in una rivolu.;. zione e quale sorte la rivoluzione· ope1iaia .gli de- . stini. Il Dal Pane parla molto di « ditta:tura. prol~ taria », .attribuendone il concetto a Marx; mentre .è dubbio 11Ssaiche Marx desse a tale espressione il suo significato storico di potere, assoluto d'uno o di pochi, che essa ha ripreSQ di fatto attraverso~ • l'esperimento statale bolscevico. Lo stesso Da,l Pa- ne spiega che Marx patricinava piuttosto una << democrazia operaia » in contraipporto alla dem0- pr.azia bÒrghese. Ma tale democrazia. sai:ebbe cosa diversa dalla dittaturaJ per essend,o una concezio– ne anch'essa autoritai:ia e quindi infetta dello s_teb– so vizio che sopratutto c'indigna contro la ditta– tura; Marx era un autoritario per temperamento e nei metodi d'organizzazione e di lotta; a ·lui quindi .molto deve il- socialismo dell'ìndirizzo autoritario, a-ccentratoi:e e legalitariQ che prese in seguito. Ma la conoezione sua ·dello Stato non .er1t· autoritaria che in senso transitorio. Secondo lui la classe ope– raia doveva ,conquistar~ lQ Stato e per mezzo di quest,o intervenii:e autoritariamente sul terreno econ·omico a fayore del proletltriato per elimina.re ' le differenze e -divisioni di classe; ed una volta raggiunt0' quecsto ·scopo anche lo Stato cesserebbe automaticamente di C'ìÌstere e si trasformerebbe . . in una semplice funzione amministrativa. Questo concetto, diqhiarato da Marx che non esitava in. icerto momento, sia pur 3 •per. ragioni polern.~çhe, a,d accettare per eSSQ i: 3Spressione di « anarchia », è stato più volte .ripetuto da Engels ' da Bebel, da ..Guesçle, da Lenin èd altri m~rxisti. À me sembra che il Dai Pane non abbia colto ab~ bastanza que~to che :Qii sembra il punto centrale del ,concetto ~i·· Marx supo Stato ; non, per Io men.o, quanto sarebbe stato necessario perchè · iJ· Dal Pap.e pdtésse altresi vederne e discuterne quel-· lo che a npi sembra un error:e ;- e ciQè l'opinione manista: çhe lo Stato sia soltant@ un effetto della ·· . - divi~ione ,~i cl~e e che perciò possa sul· serio
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