Pensiero e Volontà - anno III - n. 14 - 25 agosto 1926
322 PENSIERO E VOLO~TA' Il Pr .. oblema fem.minile Frammento Ho letto il lungo studio « La garçonne e la ma. dre » che Camillo Berneri ha pubblicato a pun– tate -in Ftde! ed ho letto !'.articolo « La donn·a • oper~ia » apparso nel numero 10 di Pensiero e Volontà. Da tali letture ho avutQ l'impressione che il nostro giovane, compagno in materia di ' . problemi femminili, professa delle idee che, se, pur sono rispettabili, ·non possono. essere condi– vise da chi, nella trattazione di tali a'r,gomenti, parte d~ premesse schiettamente libertarie. L'·amico Berneri deve permettermi un appu11- to: io penso che egli non abbia l'esatta percezione di ciò che è realmente j.l 'problema sociale della donna il quale, innanzi tutto, non è un problema a sè da risolversi in « separata sede », ma un pro– blema che si confonde € si •agita nella questione sociale generakl, e che di conseguenza verrà ri– solto colla qu€.Stione sociale stessa. E nemmeno -– anche ciò è importante - è un problema di mo– ralità sessuale. E' piuttosto nn problema di· eco– nomia, perchè, purtroppo, la realtà economica è la più grande realtà della vita. ,Se volessi analizzare le i~ee che il Berneri ha esposto negli scritti suaccennati, non mi sarebbe difficile dimostrare che esse sono di origine pura– mente culturale, sono cioè nate da letture dili– genti, e non dall'esperienza della vita vissuta. Io ·posso riconoscere il valore deUa. coltura 'de~ Ber. neri, ma mi permetto di credere che il voler ba– sare la propria esperif'nza: sociale unicamente sul · fattore coltura, sia grave errore. · La colt_ura _ e un'ottima cosa in quanto può orient<11re il cammi– no che. conduce alla scoperta deiHa realtà sociale, ma può diventare zazorra ,quando sj crede di trovare in essa la realtà stessa.. Per oonosceTe ciò che è realmente la vita. non basta studiarta at– traverso i libri; ma si deve sopratutto viverla colle sue ~offerenze e colie sue gioie. E' superfluo confutare le idee .del\ Berneri nei dettagùi·, basta confutarle nell'insieme.· Egli, in sostanza, esalta la donna massaia e dispregia ]a Pmancipata: un dispregio che oggi è -abbastanza comune percbà - ognuno lo· sa -. vivi-a-mo in telllpi di costumi austeri e perchè è abitudine quasi generale confondere la donna em_ancipata colla libertina. La base dell'edificio femmi.nista ideiat~ daf Berneri " tonnato da.Ha moralità ses~ s~ale: unà morailità che è- strettanHmte legata n. ~rti principii schiettamente borghesi. Di conse~ di polemica gnenza il destiJ10 della donna _ sempre i,econdo il Berneri - deve €Ssere chiuso fra la cullia e le pèntole. Massaia, perchè la donna che non è mas– saia non può e.ssere a]tro che co~igiana ; massaia, perchè attraverso le indagini del filosofo Tale e della scri.ttrice Talaltra si è scoperto - lei stati– stiche· sono sintomatiche - che gran parte deHa Mrruzione della società _attuale ha origine negli uffici e nelle fabbriche dove lavorano Te donne. Io mi penilertto di sorridere su tali argomenti, e sorrido perchè l,a vita ~ la vera vita che si vive ogni giorno - non la osservo unicame~te attr11ver!so i libri o le elastwhe statistiche, ma la studio, so– pratutto, sulla realtà. E se l'.amico Berneri, con seri€tà inaudita, afferma di aver letto in '\ln libro , di Ell€n Fray che in una sola fabbrica svedes" hen ottanta operaie eraI?,o iscritte nei libri della • polizia come prostitute (ne v>al ila pena di farsi iscriveil'e nei libri della polizia come prostitute I,ier poi recarsi alla fabbrica, a lavorare?) io di contro sostengo che ho vissuto per lunghi anni la vita di lavo1:o con op era.ie e con impiegate, e che mai ebbi a rilevare che fra le mie compagne di fatica serpeggiasse il veleno deù~a prostituzione. A meno che non si voglia dare la qu1:1, lifi.ca di pro. stituzione al n~turale desiderio di amare e di esse– re amate ~he si agita nell'animo e nel sangue di tutte le donne giovani e si:l,ne. Non mi dilungo su questo 1ema perchè, come I dissi pii'i sopra, il problema del femminismo non ~ un probJiema di moralità sessuale. Sull'argomento dell'amore io e Berneri si potrebbe discuterè al– Finfinito, riempiendo molte e molite pagine di q_uestru rivista con dotte dissertazioni e con stu– diati ri<'hiami, ma ìl torneo letterario-filosofico .non concluderebbe nulla. Mentre il Berneri'_ persi– sterebbe, nel dimostrare, come fatto indispensa– bile per la salvezza della donna ~ delila genera– zione, la, n{.-cessità di imbrigliare l'amore dentro l'aust,erità di ~ma rigida morale sessuale, io _ convinto posiiivic;ta - continuerei a sostenere - che l'a_more è un fatto pura~ente istintivo e per– Mnale. t> che di conseguenza la morale sessuale non si può teorizzare in linee particolari perchè o– gnuno - u9mo o donna che sia - ha il diritto di an:iare,· ed ama realmente come meglio crede, nella famiglia _o fuori, a seconda delle combinazioni e dei fatti che segnano il cammino dellia. sua vita
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