Pensiero e Volontà - anno III - n. 14 - 25 agosto 1926

320 PENSIERO E VOLONTA' An.cor.a Stat.o Caro Fabbri, Non per voglia di poliemizzare, ma per chiari~e dov'è n vero dissenso fra noi, replico brevemente ~l tuo commento alla mia lettei:ina nell'ultim~ nu– mero di·« Pensiero e Volontà ». Tu ammetti che un ininimo di forza sia neces– sària anche nella ·migliore delle società possibili, ma dici iehe sempre è da prefe.rire che questa for– za sia esercitata dalla collettività anzichè da po– chi, che non mancherie,bbero di abusare. Or,a. te la immagini tu i.a collettività, che corra dietro, ar. l'I!a1a m·ano,_ ad un delinquente? la colJet:tività, uomini, dònniet, vecchi e fanciufli, che ia.doperi di~ rettamente la forza, nei casi in cui questa si ren– de necessaria? O ,iasèiamo 11problema della for2!a, e' prendiamo quello dell;organizzazione dei ·grandi interessi col– lettivi. Te la immagini tu la collettività. che 'deli– beri in massru su tali interessi, provveda in massa ~ti· mezzi necessari, distribuisca le funzioni, sta– bilisca le. nornie secondo ··cui procedere, COilliei se fosse un uomo solo, e n<m ùna moltudine di p~r– sone (milioni foi:se) di opm1oni divie1rse e più o meno sparse su un territorio vasto p,er es. quan– to l'Italia o più vasto ancora? O sarà una ,collet!.. tività minuscola, e allora il problema sarà di or·– ganizzare 1e1. stab.Hire i rapporti tra le varie collet– tività, ·esprimendo da esse· il pensiero e la vo– lontà ge11erale o comunie 1 • Io ritengo eh~ se la collettività non può proce– dere nella maggior parte dei casi, dirò così, cOtl– letti-varnénte · e direttamente, non resta ch-e1l'uni– ca alternativa per essa di proced~ire indiretta– nu:.~te; T)er. via di delegazione o 'mandato, ·per ~ezzo 'di o~gani da -essa co~tituiti, con norme pre: cise e con sanzioni efficaci. Tutto sta che la coJlettivìtà conservi la sua su-• . perio-rit~ sui suoi mandatarii, che li sorvegli, li tenga a sè sogg.etti, impedisca loro gli abusi e le prevaricazioni: e questo è il problema da risolve– r~ in p ratic'a. Beninteso fa soluzione· del probliema noil pòtrà aversi .eh~ • aa una qondizione, che ·gli .indhridui; c;he. çompongono ~a società,: s_ieno _n-eUaloro gran– de _ipaggjoranza, inte11igenti e attivi ed energ~ci. Se ·n~ 'no, co:m:o . dicevano i bàroni · spagnuoli , a.1 loro re. Per. cio i'o· ndn· pa.rlo della società d'ogg,i; ma di q_ueJla di· dòman( ò del gfo:mo. dopo, di. quellà -ehie;. tu,· ed. io auspichiamo.· .. Sc1 .1sa.la tirit_era e àediril_i aff.mo • : ,, ,J; , ' . . I •• SAVERI O MERLINO. e Non - Non potevo certagiente escludere che un mini– mo di torza possa essie,r necessaria anche nella migliore dell:e società, che sarà sempre lontana dalla perfezione; ma è bene ripetere che tutt,a la . ' - cura dei componenti _tale. società deve tender-e1 · ad eliminare l'uso della forza, a sostituirla con la ragione, a pote,rne fare a meno. Ma per quel tanto c}i forza che non potesse es– sere evitata,, sarebbe pu-eirile - chi lo nega? - fi– gurarsene l'uso nell'atto che tutta una coHetti- ' vità, uomini) donne, vecchi ie fanciulli, rincorra– no armata mano un eventuale delinquente, ()uando io dicevo « tutti 1: 1 intendevo ·natu:rtal– mente, · quelli che vi fossero interessati, che ne avessero là possibilità, la forza, la capacità, ecc.· Non· v€:do perchè non debba essere possibile di– fendersi da un .delinquente, metterilo ne11'imp<?Ssi– bilità <li nuocere,· anche se non ci si-a, un corpo armlto speciale per la caccia ai delinquenti. Ciò si riesce a fare qualche vofta anche ia.desso nelle località dove non ci sono gendarmi; e qu.ando non si fa è perchè .la gente se ne disinte~ssa, · o perch~ fida nell'opera dei gendia.nni o· perchè, pie,r ragioni del tutto inerenti al1'o,rdine di co~e at– tuale, Je ripugna di. ·assumerne le funzioni.· In una società meglio organizzata, i gruppi sociali avranno migliore possibilità, di difendersi local– mente, caso per 9aso, da coloro cui non sarà re- -mora bastante contro il male nè. l'ieiducazione ii.è . . ' il mjgli0re ambjente, nò la scomparsa ·delle cause economiche· d~l delitto. · , Malatesta diceva nel numero ·scorso, incidental– mente, qualche cosa che mi risparmia di rispon– dere a Merlino die,l tutto da me :· « Ché co~a bi– sognerebbe dunque f~re.? Persuadere la g,einte che la sièure~za pubblic~, la difesa.. della incolumità e <lieJla l:iber;t;à di -ciascuno deve essei:e affidata a tutti; che tutti debbono vigjlare, che- tutti deb– bono mettere_ all'i~diçe il prepotente ed interveni– re in difesa del debole; ch,e, i oo~paesani; i vicini, i co1:11pagni di lavoro debbono alla occorrenza farsi giudici e, nei casi estremi affidare ..chi è ri– cònoscinto co.lpieiv<ll'e alla cus~dia. · ed alla cura di un ma.nicomio, · aperto sempre al controllo del puibbl100. Ed il\ ogni c31soevita.re che la difesa con– tro· i delinquenti diventi una profes~ioillel e' serva di., pretesto rulla costituzione di hibun·ali ·perma– nenti. e di corpi ai~1ati, che diventerebbero p~esto strumenti' 'di tirannide ». . - M~: ,. p0trebbe obbiettar~i Merli.no, se la difeaà. c~~tro lf viol~nza .di. qu~lche prepotente o. delin– ct~~nt~.·. ,c:he pu~ .farsi occ·asio~almente e localmen-

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