Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

242 PENSIERO E VOLONTA' e per quel ehe può riferirsi all'argomento ch6 ci interessa è assorbita dalla questione princi .. pale. E', insomma, possibile o no una organiz. zaziollP. sociale senz~. governo, senza una auto– rità coercitiva 7 Noi a~a.rchici crediamo. di sì; ed è naturale, ~hè altrimenti non saremmo anarchici. Dalle obiezioni,· e più a'ncora dalle conclusioni gene• riche di Merlino parrebbe ch'ei fosse d'oppo- ' . sto parere. Ma se queste conclusioni mi sem- brano errate, non per ciò le difficoltà e i· dubbi eh' eg]i ci prospetta mi sembrano meno seri a \e sue osservazioni meno giuste. Per esempio, io son d'accordo con Merlinc, chA non vi sono arm<?nie prestabilite e gli uo– mini non possono essere tenuti insieme, in soc~età, dal mero caso o da una virtù sponta .. nea. da accordi o da incontri fortuiti, da or– ~anismi effimeri o instabili. Il mutuo acéordo ha da essere pattuito stabilmente, in vista degli scopi da raggiungere e subordinatamente ad essi, secondo norme generali comunemente accettate. Organi, nor;me e funzioni debbono essere determinati; e ·rorganizzazion~ sociale deve avere elasti cità e stabilità insieme, che le permettan <li muta.re col mutar dei bisogni e di perseverare in tutto ciò che continuerà ad essere il fine d'ogni società umana. Gli inte– ressi particolari o immediati debbono armoniz~ zare con quelli ·generali o avvenire e, ·quando occorra, passare di fronte a questi in .seconda. linea · Tutto ciò gli anarchici non lo negano; anzi affermano che ta.Ii fini potranno essere rag-• giunti. D:ella realtà e non nelle sole apparenze, P. ~enza che il ,danno e la spesa superino l'utile, soltanto per mezzo di una organizzazione li– bertaria· delle società umane. · Ma una questione p,iù importante pone il Merlino: si P,UÒ eli;minare 'completamente la forza dai rap~orti umani 7 e in caso negativo come contenerla, usarla, organizzarla 7 · _Certo, se si p-rendon le par~le- nel senso più assoluto, l'eliminazione completa della forza implicherebbe ·una perfezione delÌ'organizzazio– ne e degli -i~dividu1 _addirittura -irraggiungi– bile. Pure il giungervi il più completamen.te possibile è sempre lo scopo cui tende non solo I°'anarchismo, nia la stessa civiltà umana. Eli~ minare ·1a forza, trasformarla da brutale in spirituale, far sì che i rapporti sociali sca~u. riscano sempre •più dal mutuo aooordo, da11a persuasione, dal consenso volontario, - que- . sto è l'ideale vérso cui bisogna pra,ticàmentc andare, evitando tutto -ciò che ci risospinga h1 senso opposto. Per Questa via molto può essere eliminato dell'uso" della forza· nei rapporti umani, sia. pure in senso relativo, sopratutto eliminando. le cause materiali, economiche e politiche, le quali rendono necessaria o inevitabile la vi .... lenza col porre in contrasto gli interessi ·degli uni con quelli degli altri, gli interessi parti– colari coi generali, gli immediati con i. futuri. Una di queste ca-use è proprio l'organizzazio– ne in potere centrale e in corpi specializzati della forza e della violenza, sopravalutat~ eà esagerate pel fatto stesso che sono un nlO'nopo-. li 0 e un privilégio, per cui si rendono effi~eri tutti i limiti che lor si vorrebbero imporre. L'uso della violenza è sempre pernicioso, - quand_o non si tratti di legittima difesa o atto di liberazione, - pur se sporadico, individu~ le. 'non organizzato, partente dal basso invece che dall'alto, ecc. In, un regime di libertà esso costituirebbe una di quelle « esorbitanze dei singoli » di cui a ragione si p-reoccupa Mer~ lino e contro le quali egli chiede come si rear girà. Non certo, rispondo io, con I7affidarne il compito ad un potere che solo abbia facoltà. d'usare la violenza, o ad. un corpo specia.le ohe faccia di tale uso un mestiere ed, un'abitudi~e. In questo modo si cadrebbe da. una esorbitanza in una esorbitanza maggiore, più vasta e dif– fusa. con danni più gravi per tutti. « Lo scop 0 del potere e la sua ragio;n èl'es– sere. dice Tolstoi, sono nella li;mita.-zione della libertà degli ~omini che vorrebbero mettere i loro interessi personali al di sopra degli inte– ressi della società; ma gli µomini che possie, dono il pote~e, sia esso acquistato con la vio– lenza, con la eredità o con le elezioni, non· si distinguono· punto dagli .altri uomini. e come essi, son portati a non subordinare i loro inte– ressi ag1i interessi generah; anzi son portati· al cohtrario ». Sono- portati, cioè, ad esorbi– tare; e se :sembra difficile· a Merlino reagire alle esorbitanze dei singoli· privati, quanto piì1 difficile ·non sarà il reagire alle esorb-itaaze di chi assommi in • sè il· potere• sociale e la forrn per esercitarlo I Merlino ha ragione di dire che « la, ragione, il buon senSo, i sentimenti, . l'interesse bene foteso non bastapo, e non sempre ci assistono '1 consigliano per il bene». Ciò dimostra che in una società, neppure l'anarchia, sar~ perfetta., e• vi saran sempre errori e brutture; ma non dimostra - che tutti questi guai non ci sareb– bero. ed in maggior copia, in una, organizzazio– ne autoritaria,. I capi della quale non saranno dotati di virtù divina, perchè oastino loro, se

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