Pensiero e Volontà - anno III - n. 10 - 16 giugno 1926

228 . . PENSI~RO E VOLON'l'A' do solo le - fo1'1ne spec.:ifi<;he, professionali. A fianco della prostituzione tipica, vi è una prostituzion~ dalle mille sfumature: quella delle commesse di negozio, deìle telefoniste, delle _datilografe. delle sartine, ecc. propria delle n1~tropoli. Il lavoro notturno, la promiscuità dej dormitori (come e' è fra i risaioli), l' atrofia del pudore e la sovraeccitazione fisica propria dell' officina e dei grandi agglomerati umani. ]a disoccupazione, ecc. so~o incentivi generici alla prostituzione della donna operaia, prostituzione che in molti casi è circoscritta alla facilità che pern1ette di trovare chi aiuta a sqarcare il lunario. l.1e inchifste sulle operaie della Germania e della Francia sono piene di dati significativi a questo proposito. Ricorderò che la Ellen Key (l l secolo dei fanc,iulli, Bocca, Torino, p. 47) afferma che in una sola fabbrica svedese ben 80 operaie erano iscritte alla polizia come pro~ stitute. Il fatto che la delinquenza delle operaie presenti forme analoghe a quella maschile, come illustrò il Oolajannj (òl(Jclologia cr1·?n1·nale Ca_tania, 1889, . II) si riscontra anche nel campo del reato eh~ normalmente è proprio dell'uomo: quello di atti contro il pudore, comtl si può riscontrare in una statistica del Ferriani (J)e[1;nq,u(!-nti .scalt:1.: e fort1rnati, Uomo, 1897, pag. 552). Le operaie poi, sono le più esposte alle violenze carnali, speci~lmente le lavoratrici dei campi. Basti ricordare a questo proposito, che negli Abruzzi non si permette a una ragazza di passare vicino ad un campo dove lavorino i mietitori, fatto questo che ispirò a D'Annunzio la scena della Fidl~ia, di lorio nella quale Mila di Codro appara inseguita dai mietitori che « il sole impazza >'. Le giovani operaie, oltre che la suggestione dannosa delle compagne peggiori e dei compagni di lavoro più corrotti o male educati, sono soggette a suggestioni o a disgusti derivanti dal genere del lavoro. Ad esempio i ' varii giornali e libri pornografici, ecc. sono jn varie tipografie materia di lavoro di ra, gazze non an0ora smaliziate oppure portate ad essere suggesti_onate fortemente, Si aggiunga, l'influenza erotica di particolari movimenti, come quelli a cui sono obbligate le cucitrici da certi tipi di macchine a pedali o le tessitrici da certi telai, movimenti che costituiscono una forma · di· onanismo professionale, la cui gravità fu illustrata dal dott. Pouillet. E' inutile che n1i dilunghi su questo punto, poichè i lettori hanno certamente più esperienze cli me riguardo alle atrofie e alle deviazionj Bi liotecaGino Bianco psichiche alle quali è soggetta la maggior parte delle donne operaie. Vengo_ perciò a trattare il secondo punto, sul quale mi fermerò più a lungo, dato che esso _si presta ad un quadro patologico della donna operaia così impressionante da costringere a quelle serie riflessioni che è 1nio proposito determinare in quei lettori <;he credono di aver risolto il problema dell'emancipazione femminile alla francese, e teorizzano soluzioni particolari che .possono essere ·buone ma sono ben lontane da~ presen-- tare esempi sufficienti a dimostrare la tesi dell'industrializzazione della donna. Nella patologia del lavoro riguardante la donna operaia sono da distinguere quattro grandi categorie di danni fisici : quelli derivanti da posizione di lavoro e da ripetizione eccessiva ed unifor1ne di dati movimenti; quelli derivanti dall'azione tossica od irritante di certe materie prime o di lavorazione; quelli derivanti da particolari condizioni di luce e di areazione ed igriche; quelle derivanti da trasmissione di 1nalattie infettive attraverso · la lavorazione. I primi sono molto frequenti. La posizione in piedi e diritta, com'è quella delle cuoche, delle cameriere, delle commesse di negozio ecc. determina jl ((piede piatto», per mancato rap-. porto fra il peso del corpo e la resistenza della vo]ta del piede, donde compressione dei nervi e dei vasi e dolori, tal volta vivissimi e collegati ad artriti deformanti. Questo specialmente quando alla posizione eretta si ag- . giunge il carico di pesi &ul capo o sulle spalle. Questo ·continup gravitare di pesi può qan .. neggiare la colonna vertebrale e gli arti inferiori, producendo sulla· prima varie deviazioni di co1npenso e lo schiacciamento dei dischi intervertebrali. e sui secondi esagerazione della insellatura lombare, deviazioni delle gambe a<l X o ad O e ginocchia vare. Si aggiunga che la posizione eretta, specie se mancano movimen tì n1uscolari attivanti la circolazione, produce stasi nelle. vene degìi arti inferiori,· e sviluppa, se c'è predisposizione, le varici. In fine i muscoli lombari, affaticandosi a sostenere a lungo in posizione eretta iI tronco so-- , no soggetti a disturbi dolorosissin1i (lombagii) ne). l.ia posizione curva dà deformazioni alla colona vertebrale (cifosi permanenti) e altre deformità scheletriche che possono ledere la vitalità deg;li organi toracici ed addominali. specialmente nelle donne, nelle quàli certe vizia tu re pelviche pregiudicano il concepime~to ~ possono disturbare l'andan1ento della grayi-

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