Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

non l'ha abolita deì tut~o. Il parlainentarÌsrrio– social-democratico serviva di valvola di sicu– rezza agli Stati capitalistici ; ma non fa ~enò il giQco degli stessi governi più· reazioJ?.ari il parlamentaIJismo comunista - che negli Stati ca.pitalistici si ostina a part~cipare alle ··fiere el~ttorali. *** L'idea statale:. fran.tumata col frantumarsi . dell'lmpel'o Romano. conservatasi nella tradi– zione attraverso il Medio evo solo come ricor– do nei sogni dei letterati. · è risorta· .viva- e tremenda coi grandi Stati formatisi· intorno al secolo- XVI col formarsi della. borghesia; ed è diventata gigante: quando la borghesia, li– beratasi con la rivoluzione dai· vecchi ceppi. feudali e corporaziqnisti. e liberatasi quindi con Napoleone dai 'troppo compromettenti con– tatti egualitari col proletariato, diventò, nel secolo XIX l'arbitra, dì tutta la vita sociale, e i governi tuttj non furono· altro' che i comi– tati esecutivi ·dei suoi_ affari- e del suo do– minio. Purtroppo questa ideologia borghese dello ·statalismo fu assorbita col Jatte dal sòcJali– srno. fin dàl suo nascere in seno alla rivolu– zione francese. Dalla ((congiura ctegÌi Uguali,) di Babeuf e Bonarotti, a.ttra.verso le sette n:; p·ubblicano-socialista del periodo ~lella Restau- · razione fino alla « Lega dei comunisti » del 1848 ed al blanquismo. l'idea dominante fu quella che. una dittatura rivoluzionaria, con– quistato lo Stato. potesse rovesciare il domi– nio capitalistico ed instaurare auto.ritaria- . mente l'eguaglianza sociale. Per l'influenza e l'esperienza delle rivolu– zioni europee dal 1848 al 1871, co_ntro le ten-. denze autoritarie del socialismo si sv.iluppò, specfa,lmente· i~ sen_oe attraverso la prima In– ternazionale dei Lav.oratori. una forte reazio-. ne in senso antistatale. libertario, federalista e autonomista. Le idee anarchiohe di Prou:. dhon e Bakunin, malgrado le resistenze mar– xiste, avevano finito col conquistare, almeno ,nelle nazioni latine, tutta l'.Internazionale; e una concezione libertaria del_ socialismo pare– va trionfante, quando purtroppo l' in'fluenz!:L statolatra riprese il sopravvento, dopo :la fine dell',Internazionàle, specialmente pel malo e– sempio del socialismo germanico. che inconr scia.mente andava, modellandosi su~la falsari– ga, del su·o nemico e persecutore accanito il . ' militarismo imperialista e accentratore bi- smarchiano. · L'ideologia statale democratica., che fu ed • I rnr. è preyalentemente la ideologia .della. piccola b~rghesia che s'illude di poter contemperare nel governo il giusto mezzo tra l'autorità e la libertà, fu dal 1880 in poi sem:rte più assor– bita dal s0cialismo. Finchè lo stato di pace lo permise, il socialismo, fiducioso nel suffragio univei:salè. ,fu· pacifista, antirivoluzionario e legalita:r-io nella· sua grande maggiorap.za. Quando la guerra sconvolse ogni cosa, provo– èò le crisi più tr~mende e mise al primo piano , il problema della forza, · allora iJ socialismo nella nuov~ espressione del comunismo ·non . ' . t.r?vò altro rimedio che nel retrocedere ancora, ritornando all'utor:>ia dittatoriale di prima del 1848. Da Engels, ritornava a Blanqui e da Luigi Blanc a G:vaooo Babeu.f,' - ànzi più in– dietro ancora (poicp,è Babeuf e Blanqui sono ancora -troppo libertari1 al confronto) alla tor– bida ilfosione di Bobespierre di andare alla lib~rp_à attraverso la tirannide più terrorista. 1 -~che questa non era. in fondo, che il rove– ,scio della stessa medaglia,- di quella ideologia statale democratica, di natura tutta borghese, - anzi· ((piccolo-borghese» - che aveva do•. minato e rovinato il socialismo (malgrado la , accanita opposizio:p.e, anarchica) dal 1880 al . 1914. Per quale fancuillesca ·illusione si può arri-• vare a pensare che basti cambiare il personale deJ.lo Stato, p~rchè se ne cambi la natura 7 La sua natura. d'essere l'emanazione· del piccolo numero di persone che lo formano, e d'esserlo · tanto .pii~ strettamente quanto più è dittato– riale la sua composizione·, non può cambiare semplicemente perchè. il governo sia detenuto in nònie .di. una çlasse inv.ece che di un~altra, o dì nessuna 0 di tutte. Ammettiamo anche che la classe dominante odierna sia spodestata e non riesca a reincarnarsi nel potere ~uovo-; essa andrà a confondersi nella grande massa dei· sudditi, delle· grandi maggioranze oppres– se, di quelle che ·oggi noi• chiamiamo proleta– ·riato. Ma se anche. il nuovq governo sia costi- . ttÌito in no;rne dei p:r:olétariato, esso di fatto · , sarà un piccolissimo numero .che dominerà, come tutti i. governi attuali, e con i medesimi effetti, tanto sulle classi. si>odestate e proleta– rizzate ·che sul restante del proletariato rima– sto p;roleta;riato. L'idea della ·c1_dittatura .rivolu~ionaria>i che- . . ' la borghesia più avanzata e ancora idéalistai rjuscì' per un istante a far triofare nel 1793 · ' . . ' fallì con Rob~sp_ierre, e fu in realtà il primo passo incosciente sulla via della· Reazione,· che _poi si affermò sempre .più con Termidoro il Direttorio, il Oo:q.solato, l'Impero e la Restau-

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