Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926
212 PENSIERO E VOLONTA' rlica uno stato morale e psichico che occorre precisare. Non ei tratta dell'autpnomia asso– luta di Ka.nt, spoglia di ogni sentimento sim– patico o altruista. ciò cho di fatto non esiste. ~ui si tratta di· una padronanza dì· sè lontaµa da ogni feticismo, che s-qppone una disciplina interiore che respinge ogni tirannide sia dì dentro che di fuori. L'energia increata dell'es– sere vivente basta a trionfare dell' influenza deH'ambiente e ad assicurare uno sviluppo· della lucidità, del sapere, della conos.eenza ~cientifica del mondo, e così -pure la liberazio– ne progressiva· da ogni assolutismo. Su questa autonomia così precisata s'inne– .sta immediatamente la socialità determina.tà . ' I dal fenomeno della vita. Dove c'è vita c'è so- cialità. Ta.le è il fondamento psichìco e natu– ral~ della morale umana-. L'a socialità è la manifestazione della doppia tendenza umana: · intensificarsi e prolungarsi. .Essa è una. vir;tù nel· senso etimologico della parola. e ci CQJ,lr. duce alla «politesse». vale a dire al sàper vi– \1ere in s0cietà. Così, dal fondo stèsso della n-atura umana scaturisce spontaneamente un incomprensibile bisogno di accordo e di armonia_. contrappeso alla passività meccanica che sta in fondo ad ogni .dottrina statalista (compresa il inarx.i– smo) come in fondo ad ogni dinamis~o nwtl'!,"' ~?ico. Il Gille mostra poi come da questo nuovo s·tato psichico nascerà una concezìone ,più u– ma.na della Giustizia; e infine come si· àffer– merà il <cRegno umano» con la diminuzìone della brutalità e della grossolanità originale Le ' nostre Abbiamo. pensato di aggiungere una~ rubrica fissa, nella nostra rivista, alla, consueta col– laborazione di carattère po.litico e sociologico: la quaile rubrica dovrebbe rispondere un po' più alla pr~messa che facemmo· all'inizio dèUe nostre pubblicazioni, quando chiamammo· que– sta nostra modesta :tribuna di battaglie id:eaH rivista non solo di studi sociali ma anche « di - coltura ge'nerale ». Perchè. non abbiamo che ·poco e saltuaria– mente mantenuta . la promessa .che allora :fa., cem-mo · è inutile dire : la- pass_ione · di parte . è stata ed è ancora del 1:esto, più forte d'ogni nostro p1 ogetto culturale che se le circostan– ze_- 0 IlOJ?: se ne fossero immischiate, forse nep- . \ e co] crescente aumento dellà ,delicatezza e, delle forze sottili· dello spirito. Questo fr~ddo e secco riassunto non può, la– capisco, che dare una pallida idea dell 'ardo.re latente in questo lavoro. della· su~ forza di convinzione; di tutto ciò che vi si respira di sano, di onesto, di luminoso- · Non so se tocca a me il saperlo, quel che_ i filosofi di professione . potran rimproverare a,Ìla dialettica dell'autore. Io bado solo al va– lore umano del lavoro; ed è incontestabile che in esso v:'è una spiegazione plausibile è razio- · nale dell'evoluzione: basata· su fatti certi, e che permette le più. alte ·e inebbrianti eperanze. Dinanzi al hen triste spettacolo che il mon- do offre ai nostri occhi oggidì, noi saremmo tentati di las.ciarci pr•endere daTlo · scora-ggia– mento, e credere che l'uomo regredisca e ri– cada nell'animalità primitiva. Ma Paul Gille col suo robusto e tranquillo ottimismo, ci oh- - bliga à guardare più in alto e più lontano. Crediamo ·anche noi che il mercatilismo, ora. . trionfante, sparirà un giorno come già è scom parso il cannibalismo. Lo sfqrzo dei saggi non sarà vano e riuscir.à ad educare l'uomo. Non sarà domani 7 Può darsi ! N"oi 'non ve- - dremo questa età dell'oro 7 Che importa ! Ma. noi siamo sicuri che altri la vedranno e che il nostro sforzo personale avrà affrettato un pò per quanto poco sia. quel momento fortunato. ·Paul Gille ci restituisce la fede .nella morale umana, non più derivata da un 'dogmatismo già fallito. -ma scaturente dalle sorgenti pro– fonde ed irresistibili dell'Ist~nto. GE_ORGES RENOY. di ., coltura pure oggi pensermmo alla coltura e ancora sempre · continueremmo a ... peccare in ciascu: na delle ·nostre ventiquattro pagine, come pel passato. " ' Ma pare che siano venuti i tempi della pe- - nitenzà; e infatti. nessuno può immaginare .eh,e razza di .... purgatorio sia, il red.igere un foglio come . il nostro che, accampato, in teoria contro tutto e· contro tutti, . dovrebbe· dire più degli altri e gridare più- forte di tut-. Ù; ~ invece, manco a fa.rio apposta, -:p,pn riesce. in _pratica a· -dire tranquillamente neppure tarite cose che ad·· altri, qui e altro;ve, sono con– cesse.. ·,Pazienza! .. : Non è.nella nostra natura il_ lamentarci, ed ,ap.zi se Cl pr,endesse vaghezza .I
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