Pensiero e Volontà - anno III - n. 8 - 12 maggio 1926

PE.SSIERO E VOLONTA' 191'. L\JIS.At SANTORI: La 'bambola di · Lenci (N ovelle)-Èdit, Bottega d'Arte, Carpi 1926, .L\ 8. ~ ·, Quattoraici novelle, alcune gra~iose, qualcu na in..signifi.cante, e più d'una con un pizzico di pepe -erotico-umoristico; che fa leggere i) · volumetto ·èon curiosità. Migliori le prime che IP. ultinie ... ·Nel suo insieme un centocin– qu.anta. pfltgi_nedi- prQSa sp,igliata, da .far pas– sare un'ora ~l'ridendo e dimenticando Je, noie di que/'l~q brutto mondo. Sempre· qualcosa di g-uadagnato, non ·è VCl;O ,, BIBLIOFILO. Rivista. delle Riviste OLIVI~Ro ZuooARINI: Le tendenze dei rn• rali. rappresentano uri pericolo econo• ·JP.!~o 1 - (La Critica Politiòa, j:ioma. - n. 3 di m~rzo 1926). Quelli che han seguito nella nostra rivista gli studi sulla questione agraria di C. lv!ola– schi possono consultare assai utilmente, come contributo_ al~a questione, il presente articolo dello Zu.ccarini, il quale· sostiené in general~ questa ·opionione : che le tendenze dei rurali ~Ila piccola. proprietà non rappresentano un pericolo economico al contrario di .ciò che han. sostenuto fin. qui ~li scrittori socialisti. · Senza negare molti vantaggi deUa estensio– ne delle aziende, lo Zuccarini trova che- que– sta non sempre è .vantaggiosa. Non sempre cioè, Fintensità produttiva dipende dalla e– stensione delle aziende; specialmente pe_r l'a– gricoltura il generalizzare tale affermazio– ne è complet~mente arbitrario. Anzi, s~ una conclusione deve trarsi da çiò che si può ve– dere nell'agricoltura, essa è che lo sviluppo produttivo va posto proprio in relazione di– retta allo sviluppo delle piccole aziende a conduzione familiare. Bispgna però· distinguere tra produttività e convenienza economica.. Per esempjo, ri– spetto alle spese e ai capita}i 'impiegati, il ·latiforldo si presenta là ·dove esiste, come fa forma d'impiego che ai priprietari rende ai più; mentre altri sistemi di ~~ruUamento della terra richiederebbero lavori e trasforma- zioni la cui spesa ·non sarebbe compensata o costituirebbe· troppo. grosso rischio. Se invece ci poniamo dal punto di vista dell'interesse cqJlettivo, troveremo subito che il latifondo non è sufficientemente produttivo e che in Italia la terra non dà tutto quello che po– trebbe dare. - Specialmente da quando la produzione a– gricola da. estensiva ha dovuto diventare in– tensiva,_ la piccola· proprietà va riacquistan– do terreno sulla gran.de. Le piccole aziende- · hanno resistito e !'li·sono sviluppate non solo P,er _ragioni psicologiche, ma· altr-esì per ra– ·gioni 'economiche : perchè ai vantaggi ·che la grande azienda presenta :ì,n un senso la·. pic– cola può contrapporre altri vantaggi in un. altro .. Tali vantaggi sorn, clestinati dalla. evo– luzione economica ad aumel}.tare di peso e di evidenza. Quelle condizioni stesse le quali ha.nno permesso alle pi~ole aziende di ripren- 4ersi e di adottare mezzi e metodi in armonia. ai progressi della tecnica e della scienza, fa– ciliteranno il ·1oro successivo· e progressivo• sviluppo nell'interesse _della p:roduzione. Al maggiore fabbisogno di derrate determi-– nato dagli aumentati bisogni della popola– zione in amIJ,ento, non corrisponde infatti più la possibilità. di mettere in coltivazi'one' sem– pre nuove terre. Le terre disponibili si ren– dono ogni giorno più sca.rse e -si tr;i.tta,, in ge– nere di terre scadenti, poverissime. Necessità;. quindi, che la terra sia coltivata più inten– samente e maggiore convenienza nel· _coltiva– tore a lavorare la terra in tal senso. La pie– e 1~ aziend~ ·--::-: specie ·a conduzione diretta. 7 arriva dove· la grande non può assoluta– ~nte: a portare la lavorazione, nel senso. d~'lla intensità è in quello del miglioramento– progressivo del terreno, al di là della conve– nienza economica del coltivatore; il coltivato-– diretto, cioè, è indotto ·a f~re per la te.rra e– per· risultati che egli forse nòn arriverà a. ve– dére, e di cui solo le. gener_azioni :future po– tranilo interamente profittare, quel che la-. gljande azienda non può èssere portata a fa~e: Con ciò non s_ivùole affatto dire che la gran– de azienda non abbia giovato ,non giovi e non sia. destinato ancora -a giovare all'e_conomia g~nerale. -..\1contr'ario _l'agricoltura in grande– ha costituito un indiscutibile pi:ogresso per la economìa generale ed avrà, anche nell'avve– nire, i suoi indiscutibili m,eriti. E' certo pe- ' . rò, che appena raggiunte detetminate .condi- zioni, ì metodi propri dell'industrialismo moderno portati nell'agricoltura o non ser-· vono più o possono rendersi pericolosi. "

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