Pensiero e Volontà - anno III - n. 8 - 12 maggio 1926
176 PENSIERO E VOLONTA' l - .~ I • .. per le ri vendicazio-ni quotidiane dei lavo_rator i sono _suscettibili di educare e di fortificare il sentimento rivoluzionario degn operai: non le · consider.iamo come un male necessario ma come un'azione prepa1atoria inevitfubile. Ohi si di– sinteressa delle lotte quotiaiane per il· miglio– ramento della 1:1ortedi quelli ohe lavorano o è uno che si trova in una situazione personale che gli permette un'esistenza lihera da inquie- ' tudini ·materi~li Ò è un rivoluzionario molto p•latonico. Nella maggior parte· dei paesi di Europa l'azione dei sin,d.acati s'intende di un modo singolare, che noi· non accettiamo in nes~ suna maniera. I nostri sindacati non corrono lo stesso pericolo perchè la. lotta da noi non' si ' riduce a negoziati di comitati sindacali con i capitali.sti e con il governo : non vediamo per– chè il presentare un memoriale al padrone ,e dichiarare 1 0 sciopero .se egli non accetta le condizioni domandate implicherebbe un disono· re per gli anarchici. Se gli anarchici debl,>ono rest~re· il} mezz.o alle ma.sse ed agire nelle organizzazioni opera,it> numericamente più forti, hei paesi di linguu spagnuola abbiamo la circostanza speciale che . le organizzazioni opera.ie nume,ricamente · pb forti sono quelle .degli anarchici : con etichetta o senza sono opera degli anarchici e sar~nno orjentate da es.si; P.er conseguenza., se sono o– rientate conformemente ·alle idee· ed alle tatti– che dell'anarchismo, pigliamoci la soddis:fazio· ne di metter loro l'etichetta, vale a dire dj piantare in esse il simbolo delle nostre aspira– zioni, tanto più che .siamo dell'opinione che la rivoluzione sarà anarchica o non sarà. Se una mezza· dozzina di .operai se ne va, due doz zine verranpo a sostituir li, perchè il proleta riato militante· non gua.rda solo al p,rese~te. dell'avvenire., e l'avyenire da noi- _sognato non ripugna all'operaio, bensì lo attrae. , Forse che la -nostra tattica - perchè il pro– bÌema, come dice lo stesso ·Malatesta,· è un p.roblema di tattica ~ varia ~ostanzialmente o ma vuole anche avanzare verso la conquists dovrebbe variare nei pae,si nei quali siamo: mi– noranza nel proletariato organizzato 7 Credia- mo che no. Malatesta di~: . . . . · « D'accordo coi .compagni spagnuoli e sud· americani sulla. finalità anarchica che deve guidare tutta la nostra attività sociale. disse-n- . -to da alcuni di es.si sul. se conviene· o no im– porre ai sindaèati operai il programma., o piuttosto f etichetta ana.rchica ;, e, non riusçe-n– do a far acce.ttare ·d~lla maggioranza detto . programma, se cbnveriga meglio restare nel!a. organizza.zione generale per farvi propaganda. ed esercitare in essa opera di controllo e di oppo_sfaione contro · le tendenze autoritarie e collabora~ioO:iste che si. manifestano- d'ordina,, rio in ogni organizzazione operaia, o piutto– sto· separarsi e formare un'organizzazione di mi'noranza »· .A!vendo esposto le condizioni del nostro mo vimento nei pae.si 'di lingua spagnuola, non torniamo ad insistere sopra lo .stesso punto, Ma)atesta crede che dove la maggioranza non ci segue val meglio resta.re là, anzichè ritirar~ si e fondare d'!lle organizzazioni minoritarie, 'per giungere ad e_sseremaggioranza per· mezzo della nostra propaganda. Possono esservi dei casi nei ,quali ciò sia. conveniente, quando la · speranza cti conquistare la maggioranza ha. qualche raigione di e,ssere. In generale la situa– zione è questa: quando· restiamo perduti in quei grandi organismi riforinisti che aggrup– pano in alcuni paesi d'Europa -la massa de] proletariato organizzato, la efficacia della no– stra azione si riduce a zero, a,ssolutamente a zero. Questo di controllare e fare opposizione allP. tendenze autoritarie e collaborazioniste so– no parole che non corrispongono ad a:lcuna realtà. Se vogliamo bonificare una - palu.de f' meglio che com'incia.JD.o da ·fuori perchè se ci impantaniamo in essa, siamo perduti. Ec– co· la -realtà: in alcuni paesi quando siamo una minoranza inoffensiva nei grandi sinda~ cati riformi,sti, ci si lascia parlare nelle as– semblee e persino scrivere qualche a.rticolo. nel- la stampa sindacale. Il compagno Rocker ci ha parlato più volte della .grande 'tolleranza che vi è nelJe Trades Unions (Unioni di mestie– ri) inglesi: in e1:1sequalunque anarchico può parlare senza che gli si chiuda la bocca buttan– dogli in faccia una patata; però quei buoni in· glesi. odono par lare un anarchico co-µie se udis– sero piovere, e poi fanno quello che dettam loro i capi del movimento tradesunionista. Per parte no:stra, tra l'andare a pronunziare un discorso in una assemblea .tradesU:nionista r andar a far lo stesso in riva al mare -di fronte· al mormorar dell.e onde, come faceva Demo– stene per esercitarsi, crediamo che non vi sia molta differenza. Quella tolleranza ~- la tolle– ranza delle arene del deserto : anche là potrem– mo pronunziar discorsi impunemente., Però noo dappertutto esiste la tolleranza dei tradesunio– nisti inglesi. e cercare di· far ·opposizione alle tendenze autoritarie e collaborazioniste dei grandi sindacati .significa uscire colla testa rot ta. e ciò sarà meritorio quanto si vuole, ma . ·,
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