Pensiero e Volontà - anno III - n. 5 - 8 aprile 1926
/ 98 PENSIERO E VOLONT.L\· Ma appunto perchè abbiamo d:j. fro11te dei compagni, degli amici, dei volenterosi ani– mati dalle migliori intenzioni, -io credo ne– cessario metterli in guardia contro se stessi, contro il loro spirito ipercritico che li spinge a demolire e screditare tutto ciò che nel no– stro campo si è fatto o si fa al di fuori dell.a loro cerchia; che si adombrano per una frase non del tutto chia.ra o magari anche per un errore, - chi è che p~r la:rido, scrivendo oti agendo non è soggetto a errare'? - per con– cluderne che il movimento anarchico s'inqui– na, che si corre verso la rinuncia, che tutto va male! Il fenomeno dell'incomprensione gioca dei brutti tiri a que' nostri amici, e.d il primo ·è appunto quello di far .loro vedere le cose più nere ancora di quel che sono. E sì che lo sono anche troppo! Il loro pessimismo s'alime'nta di sospetti e supposizioni che, sopratutto da lontano, fa.n loro vedere cose ed uomini del tutto diversi dalla realtà. Se poi al precon- · .cetto del dissenso di metodi si aggiunge qual– che vecchia prevenzione o antipatia o ruggine di carattere personale, allora diventa del tut_– to impossibile capirsi; . e l' incomprensione sbocca in una vera e proprja ingiustizia. Io ho visto, per esempio, tr'attare_ molto in– giustameute, di recente, uno dei migliori no– stri compagni .e cooperatori, d~gli uni a ttac– cato volgarmente in modo diretto, e da altri indirettamente con allusioni spregiati ye _ed vJtezzose, non per le idee che effettivamente egli espone, ma per quelle .che si suppongoirn nascoste in lui e dissimulate chissf per quali ·reconditi fini ! E ciò perchè non si compren– de come sia meritoria, la sua ·attività fra tan– ta inattività altrui ed jl suo sforzo d'esaµie intorno ·ai problemi più seri -del nostro avve-– nire. Parrebbe quasi che .sia· un torto, anche per de' libertar·ì, il· non còntentarsi di ripeter· sempre le stesse frasi e lo sforza.r:::i nello stu~. dio e nella ricerca di sempre nuove applica– zioni delle nostre idee, e di n1,1oveforme d:ì. attivjtà in coerenza con quelle e su diretfa-ye libertarie ! · Naturalmente,' poichè, siamo sul terreno dello studio, ·certe questioni. e certe afferma-. zjoni vanno prese come elemento di discu_ssio– ne e non come articoli di programma-: Io stes- · so delle volte ho criticato idee o e·sprei::sioni di qualche amico, che mi s~mbravano erron~e o_poco· chiare; ma discutere è u~a,, cosa, -:- po– tevo del resto essere io stesso dalla parte .del torto, - ~ screditare e· denigrare ·è un'altra ... I t . L'incomprensione si- manifesta non di rado attraverso la paura delle parole,· di certe pa– role. Ho Yisto che. degli anarchici si sono in'a,l– berati in modo buffo al sentir parlare di re– Cénte in mezzo a noi .di « federalismo »; q.uasì che chi ne parlava pensasse di ridurre l'a.nar– chia ai minimi termini di un cantone svizze– ro! .... Eppure, se si. avesse la pazienza di ba– dare alle idee che con certe parole si espri– mono, si ricorderebbe che non altrimenti si espressero altra volta degli uomini come Pi– sacane, l3akunin, ·Proudhon e Rropotkin .... Qualche altro· si è allarmato a sentir par– lare di « anarchismo realizzabile e realizzato-· re ». Anche io ne ho parlatq pjù volte, e tor– nerò a parlarne perchè l'argomento è molto serio e dev'essere approfondito. Ma che dire ù: quelli che non hi;1,ncomi:-reso affatto questo concetto delle realizza.zioni . anar.chiche, e vi han visto una,. specie di opportunismo rifor– mista., una transazione con l'autoritarismo de– gli altri par'titi, un modo ·di sottrarsi àlle ·a• sprezze della lotta e di adattarsi -alrambien– te,7 Eppure un anarchismo che non si sforzi di realizzare se stesso quel tant.o ch'è possi. bile in ogni istante,· senza aspettare l'indoma– ni, sarebbe opportunista e autoritario ~ rifor– mista nel peggior s~nso, perchè si tra<;lurrebbe inevitabilmente nelb stasi, nella fossilizza– zione e nell'inerzia, - non solo nell'iL'erzia materiale, clie può ·essere imposta dalle pre– valenti'_ forze esteriori, ma nell'inerzia del pensiero e dello spirito, . che forse è la peg. g1ore .di tutte. , Tanta incomprensione fa sì che; alcuni fini– scon·o col non •accorgersi che quei difetti o er– rori che suppongono negli altri (e ve Ii .vo– glion vedere a tutti ,j costi) essi li hanno o li commettono moltiplica~i, primo fra tutti il difetto o er.rore dell'intolleranza. .Ho visto 1, p.er -esempio, or non è molto guaìcuno inalbe– rarsi e •mostrarsi offeso per qu,alche .frase ano– di,na e generica, che forse non lo riguardava affatto, di alcuni di noi,; e viceversa non tro– var da dire nulla per la valanga d'improperi d'og!li specie 'ch'altri a lui vicino rovesciava nel contempo contro d:i,noi od altri amici (I); rimprove:rare agli altri fin lay più blanda au. todifesa contro attacchi atroci ed ingiusti, ed j_gnorare questi nel modo più indulgente e com- piacente.... ., · (1) Non intendo riferirmi qui alle polemiche fra anarchici italiani a:l'estero, delle quali mi mancano su;fficient,i ele– ma~ti di giudizio; parlo esclusj.vamente degli attacchi che dall'est1;ro vengono r,ivolti a quelli che in Italia svolgono una qualche possibile Aittività, sia. nella stampa, sia nell'or– ganizz'lzione anarchica .. . 1. f.
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