Pensiero e Volontà - anno III - n. 5 - 8 aprile 1926

-- 118 PENSIERO E VOLONTA' -----'----------------------·----------··----------------------- .anarchici negano bensì lo S:~to~ i:na non la società. L' A. cita le idee individualistiche di Da– niele Saurin, uno scrittore di cui la Révolte dì Parigi pubblicò un opuscolo nel 1893, idee in molta parte concordantj oon Jo Stirner; ma quando parla'di Kropotkin ci sembra che non lo abbia compreso; probabilmente non lo conosce da fonte diretta., ma solo attraver– so citazioni altrui. Nè l'idea di Kropotkin nè quella del Guyau .-(pure citato dall' A.) ci pa– re possa essere espressa col dire che dovere equivale a potere e che dovere di fare è ciò che si ha il potere di fare; o con le parole del Tucker, che la sola misura dei nostri di– ritti è la potenza. Una prova: che lo scetticismo può sbocca– re ~ell' anarchismo l' A. la trova anche in Nietzsche, non sappiamo con quanto fonda– mento; ma ci pare che egli non abbia tutti i torti concludendo che in realtà :parecchie so– luzioni, anche diverse ed opposte, possono per lo scettico essere accettabjl.i, in quanto uer lui la verità è inconoscibile. Lo scettico può essere oggi per l'autorità, domani per la rivoluzione, doman l'altro per l'anarchia, o viceversa, a seconda che in un p1·imo o in un secondo o in un terzo momento egli lo ri– tenga_ conveniente,' a seconda che la nuova o– pinione risulti non maggiormente ver'a ma ' erripirica,mente :migliore d~lla preceèente. La esperienza scettica si risolverebbe perciò nel– la pratica del vivere alla giornata. Gurno T ADINI: P,iero G.obetti. - (ll Pen– siero, Bergamo. - n. 5 del 13 marzo 192:L). L' A. rende_ omaggio. alla memoria ael Go.bet– ti. rievocando dei ricordi P.ersonali su di luj fin da quando. nel 1918, il Gobetti era ancora. st"udente all'Univer.ùtà di Torino, e~ ·iniz.iò le pubblicazioni della. sua rivista cc Energie -Nuove »· Annunziata da un lieve, sussurrìo matricoli– no,_ la rivista a.pparva: era piuttosto una rivi– stucola di poche pagine, senza copertina, sv carta ·incredibilmente brutta, stampata e ìmpll; ginata in modo alquanto deplorev,ole. Un giorno (racconta. il Tadìm). mi trovavo àll'Università: alcun1 anziani, che sedevano in permanenza per la caccia alle matricÒle, mj mostra,rop.o Gobetti parlandomi .delìÌa neonata rivista che nessuno, o quasi, leggeva. Rimase sempre .come allora. La magrézza lo faceva parere quasi alto, av:e– va i ca.pelli un poco ricéiuti e sempre in diso:r- dine, portava occhiali a stanghetta, ·vestiva a– biti dimessi con co'lletto di cèlluloide e cravattèt– annodata certo senza. specchio. Leggeva sempre, -di notte_ e di giorno, appro– fittando anche dei più piccoli ritagli di tempo. tra una lezione e l'altra, per la strada, in tram, a teatro, quando mangiava. Aveva, le tasché gonfie di libri; leggeva e, con u·n 1a,pis anno– tava. - A qua,le età aveva incominciato ad essere arso da quella ·sete di sapere? Ohissà? Una sua compagna di scuola mi raoconta:va come. in primo liceo, a. quattol'ldici anni, ad un insegna,nte che gJi aveva chies.to l'autorr preferito, rispondesse: Schopenhauer ! Certo. ancora ragazzo, si era fatta una cul– tura profondissima. Un paio d'anni dopo il mio incontro con lui. ad una esercitazione di Filosofia del Diritto, qualcuno aveva riferito sull'opera di no:p_ so qual filosofo·; il professore aveva corretto, di scusso esposta la sua tesi. Chiese la parola Gobetti : p,arilò, prima a sobbalzi, come fossP impacciato, poi rapido e deciso e comba.ttè in pieno tutte le interpr.etazioni sino allòra af:fao ciate. Impegnò una _,'.ivace discussione col pro– fessore: alla fine tutti ebbero l'impressione ehe il padrone deT campo fosse rimasto Gobetti. Lo rividi dopo molto tempo, un giorno del 1923; egli era da poco uscito dal carcere. Ci ab– bracciammo e parlammo a lungo. Mi dice;a al– lora ... Ma facciamo un passo indietro e rito,r– niarno alla prima rivista! cc Energie Nove » l'aveva chiamata; vodeva, portare cc una ·fresca onda di spiritualità nella gretta cultura de} giorno, .suscitare movimenti nuovi· d'iiìee·, recare a.Ua società e alla patria il pensiero dei giovani ». Scriveva nell'a.rticolo di presentazione : « Ostacoli n·e abbiamo· visti e num~rosi. Ma gli ostacoli si superano, esis~o– no solo in quanto si superano. E a superadi cj è di sprone la giovane età e i' ardore e la co– scienza di non fa.re opera. vana.. Senza il dolci> . fascino deilla ditficoltà •de} compito nostro non avremmo forse neppur tentato cio che tentia– mo. Che conta ciò che non si conquista, ciò che si acquista agevo1mente? » Aveva diciasette anni, ma non era un timido ; attaccò padreterni, suscitò pandemoni. Lavoratore infaticabile scriveva di tutto e di tutti. Critica letteraria e drammatica, questio– ne jugoslava, ,Giolitti, socia,lismo, p·rohlem•étpo– litico· P-braico,· Società delle Nazioni, problc-:ma della scuola media, marina merca,ntile ; er:co a caso 1 titoli di alcuni suoi articoli. ..

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