Pensiero e Volontà - anno III - n. 2 - 1 febbraio 1926

RDO III. - N. 2. ,Roma, 1 Febbraio 1926 -(C. c. con la Posta). ' • • J , - ens,eroe • 'if ivisfa qùindicinale di sfuòii so- • . eia/i ·ecòlfura generale· direffa da l . , . . . .·.· érr,·c-o JYia_la.tesfa ...._ . ' c::J Prezzo Lire UN A ~stero Lire 1.50 c:::J l . . . •' . . . :Redazione e a,:znrninistrazione: PENSIERO E VOLONTA' .... ' . y CASELLA POSTALE 411· - ~ RO.MA • I Biblio eca Gino Bianco

i .. - . PENSIERO E VOLONTÀ ' RIVISTA QUINDICINALE DI STUDI! SOCIALI E COLTURA <..lENERALE 00NDIZIONI DI ABBONAMENTO: ~ Interno: anno L. 20, semestre L. IO - Estero: anno L. 30, semestre L. 15 Un numero separato: interno L. I, estero L. 1.50 Indirizzare tutto ciò che riguarda la Rivistà all'indirizzo: . "PENSIERO E VOLONTÀ,, - CASELLA POSTALE 411, ROMA (Le rimesse di fondi se fatte per la posta debbono essere indirizzate alla Rivista,~ Se fatte a mezzo di Banche è preferibile indirizzarle nominalmente a Errico Malatesta, Casella posta.le 411 - Roma). Spediamo numeri di saggio a, tutti coloro, di cui abbiamo l' inùirizzo, che crediamo possano interessarsi alla nostra Rivista. Sospenderemo l''invio a tutti quelli che non ci daranno un segno qualunque per dirci che hanno ricevuto e che gradiscono l'invio . . SOMMA.RIO: . PIETRO KROPOTKIN: La Federazione come mezzo d'unione - LUIGI FABBRI: I piccoli borghesi nel movimento proletario - ERRICO MALATESTA: Scienza e Anarchia - AGRICOLA.: A.spetti della questione agricol~ in Italia: L'Agro romano - D. J ACOVELLI : Com.e divenni eretico - C. BERNESI: L'abitudine e la vita sociale - LUIGI FABBRI, G. SuFFERT E GAETANO MARINO : Libri - CATILINA; Rivista delle Biviste - LUIGI FABBRI: L'ozio ed il lavoro secondo Giordano Bruno. ERRICO MALATESTA ---- ·1\ L e.1\FFE' Conversazioni sull'Anarchismo Seconda edizione su quella riveduta ed ampliata, edita .in Bologna nel 1922. -------,.-- PREZZO LIRE 3. (Aggiunge1·e li're 0.80 per la spedizione raccomandata. Estero il doppio). Inviare ordinazioni accompagnate· dal relativo importo a: ---· -· - . IIION TICEL LI TE III ISTOCLE Casella Postale 299 - ROMA FAse1SM0 E OEM0eR1\Zl1\ • d SRVBRle> MER.LINf> . ç In vendita presso '~PENSIERO E VOLONTA' ,, Casella Postale 411 Boma al prezzo di .L. 1.50 per l'Italia e L. 2 - per l'Estero. Biblioteca Gino Bianco •

PENSIERO .. E VOLONTÀ Anno III. - N. 2. • CasellaPostale N. 411 • Roma, 1 Febbraio 1926 \ La FederaziOnecome me·zzo ,Si è uiolto di8cusso nei nostri giornali e ri• 'liiste, e,cl anche da queste colonne, s>ulfederalisnio 1:n rapPOrto alle ·idee libertarie Come . contribuzione e documentazione su quell'argomento pubbvichiamo qui appresso, trad/ucendolo dalla rivista mensile Plus loin di Parigi (n,. 3 del 15 m<ll{lgio i925), wno scritto fino a poco addietro inedito di Pietro K rf1ptkin. Questo scritto è la riproduzione testuale di -una con/ erenza che il K 1 ravo't kin tenne tre - anni prin14 di 1norire. il 7 gennaio 1918, a Jl osca nella sede della· Lega dei federalisti; la quale era U11, g1 ruppo sorto netl' ~nverrio 19.17-18 in,. qitella città appunto per i/n,iziativa di K ro_pot/C'in,allo scopo di stuwiare una vossibìle organizzazione federativa aelta Russia. Il t1·ionfo del bolscevismo più accentratore e autoritario rese i_rnpossibile, come è noto. qualsiasi soluz-ione federalistica e libertarÌtt <!Jellarivoluzione russa; ma lo scritto di K1 ropofkin conserva lo stesso wn grande int,eresse Per c1iò ·lo abbiG//no tradotto pei nostri lettori - L'idea- della necessità per la .Russia di un regime fe4erativo è, da gran tempo, gernt tnata nello spirito dei nostri uomini più avan~ zati; fin dal principio del secolo XlX si è ~anifestato il desiderio d'istituire una Repubblica federale russa secondo .il :r;nodello degli Sta,ti Uniti· d'America. Questa id~a è sta- . ta espressa, fra i decembristi. (1), da Moura-_ vioff; essa è ·stata ripresa poi dai membrf del grur,po di Pétrachewsky (2), da Uernycew .. s y '(3) da Bakunin e dai « populisti » del periodo 1870-80. Ma nel tempo stesso, come si sa, esisteva ugualmente la tendenza op,posta - tendenza ,centralista,, che ha trovato la sua . espressione nel decembrista Pest(}l ed è stata, in seguito, difesa da numerosi pubblicisti ed (1) Cosi vennero chiamati gli insorti del dicembse 1~25, i quali fecero il primo tentativo rivoluzionario in Russia. (2). Gruppo socialista esistito nel 1848. (8) Notissimo economista socialist.a e rivoluzionario, di cui l'attività si svolse tra il 1853 e il 1861. In Italia é molto •. conosciuto il suo romanzo sociale " Che fare? ,,. iblioeca inoBianco anche, beninteso,.· dal go.verno autocratico e dai su,oi partigiani. I risultati deplorevoli di , quest'ultima ten .. denza vengono bene in luce adesso. Dall'epoca in oui Ales3andro lll ed il suo successore, 'che ambedue avevano ugualmente giu1:at~ fedeltà· alla costituzione finlandese, com1ncaarono ad arunchilirla sistema'ticarr1en• te; in oui tutt'e due, imitando la .Prussia, fecero su,bire alla ropolazione della Polonia un.a op·pressione crescente senza . posa, impedendo a-nche ai preti cattolici d'insegnare la loro religione nelle s.ouole e incaricandone. 1 professori ru5&i di storia. e geografia; da quando, sotto Nicola 11, l'a,utocrazia si mise a distruggere le ultime vestigia de1l'autono1nia in Georgia., a devastare lylmerezia e la Gurla in seguito al movimento rivoluzi.ona.r10 . del 1905; .ad eccitare nella . .Transcaucasia gh uni eontro gli altri Tartari ed Armeni; a organizzare delle stragi (progroms) di Ebrei e a perseguitare gli Ukrainiani, - io mi domandavo con terrore : cc Ma che ,cosa fanno essi i Quale follia! Venga' una guerra con la Germania, e tutti, Ifìnlandia,, Polonia e forse il Caucaso~ diverranno· nemici della .Russia e ausiliarii dei suoi nemici ! ». Ahimè, proprio ciò è accaduto-! Ed è na, urale che attilalmente si faccia strada- l'idea della necessità per il ropolo russo di r1nunc~are assolutamente a voler domina.re le nazionalità che lo attorniano. Ui si rende sem• pre più chiaramente conto dell'impossibilità di governare da un centro unico 180 milioni di uominJ. che popolano iterritorii estrema1ne~te diversi e d'una estensione che sorp,assa di 1nolto quella dell' ~uropa intera. ~i prende sempre più nettame'nte coscienza di questa verità: che .la forza creatrice di tanti milioni di uomini non rotrà manifestarsi appieno ·che quando essi si sentiranno completamente liberi di sviluppare ciò che i loro costumi hanno ùi partioolare, ~ dì organìzzare la propria esistenza secondo le• loro asp,irazioni, i caratteri fisici del loro territorio ed il loro passato storico. ..

26 PENSIERO E VOLONTA' Così l'idea d'una unione federativa tra le regioni e i popoli che facevano pa1·te del11 a.J1tico Imrero Russo si sviluppa rapidamente fra gli uomini che pensano. Più ancora: si comincia a comprendere che solf a1ito un le.. game federativo può stabilire una unione senza di cui le pianure delJa Russia minacciano di divenire il pomo di discordia tra i suoi vicini bellicosi, presenti e futuri. Tutta la storia dei tempi moderni dimost1·a che per questa direzione si deve cer,care il vero mezzo di unire gli elementi eterogenei ohe hanno formato I1impero russo. 'l,ale storia abbonda di esempi che n10&'t1rano come la federazione ha sempre determinato r unione, mentre il metodo or posto della oentralizzaZJo .. ne ha se1npre provocato la discordia e la di .. ~gregazione. E1cco aJouni di questi esempi. *** L'Impero Brittanioo offre una dimostrazione di tale fatto che veramente impressiona. 1 due metodi - federazione ~- centralizzazione - vi sono stati ambedue sperimentati e i risultati ne sono stati evidenti. Alle sue colonie del Canada, dell'Australia e dell'Africa del Sud, i] popolo inglese, seguendo in ciò I1 impulso del partito lif>erale, ha dato la libertà com-. pleta di self-governrnent (autogoverno) non soltanto locale, ma rolitica: indipendenza delle camere legislative, ~elle finanze, dei trattati di commercio e dell'esercito. .Ne è risultato un brillante slancio econo1nico in avanti di tutte quelle colonie. Più ancora: quando sono giunti dei momenti difficili pe1· l'Inghilterra, esse si sono affrettate a fare pesanti. sacrifici per venire in aiuto alla metropoli, come per una sorella maggiore od una mad 1 re. Gli stessi sentimenti hanno animato le piccole isole autono1ne Jersey, Uuernesey e Man, che sono a tal punto indipendenti nella loro vita interiore da conserva,re, nelle relazioni agrarie, il dritto consuetudi .. nario (1) degli antichi .Normanni e, nei loro rapporti, con le potenze estere, non hanno quei diritti d'entrata che si• sono conservati in Inghilterra. Acca-nto a tutto ciò, qua-le contrasto ìn lr .. ·. r-rr tutto il secolo XIX; è. 1·estata sonto il « potere forte » del Uastello ct1 Du~ blino. vale a dire sotto la dominazione di go .. vernatori generali, invece di avere un par la,.. mento ed una organizzazione interna propria! Durante tutto il secolo XIX la conse- (1) Propriamente il droit contumier, di cui parla Kropotkin, sarebbe la legge non scritta dedotta dalle consuetudini. BibliotecaGino Bianco guenza ne è stata l'impoverimento della popolazione, cui si ·toglievano le sue terre comunali per darle ai proprietari « assenteisti », che çioè non abitavano nep:çure l'isola, p1·e- 'ferendo collocarsi ne-11a' mministrazione dello Stato, mentre i contadini, ro,vinati fino al1' estremo lin1ite, morivano di fame o arrivavano, malgrado tutl.to il loro lavoro, ad una tale 1niseria di cui io non ho mai visto la pari in nessun luogo, accettuata Ja· Russia Più ancora: gli lngles1 che, come disse una volta l'editore òen conosciuto J ames Knowles,' sono uomini del diritto romano, si mostrano assolutamente incapaci di comprendere e governare gli Irlandesi, uomini del dirilJto cori.. suetudinario. Ecco perchè l'Inghilterra i-ia avuto sempre ne.ll'Irlanda, .da .Napoleone, l fino all'ultima guerra, un nemico sempre pronto a unirsi aa. suoi nemici con l'insurrezione armata. ~ se non è successo in Inghilterra 'con l' lrlanda ciò che è avvenuto da noi, in Hussia, per 1a Finlandia e l' u kralna, ,ciò è unicamente i:erchè si è trovato in lnghilterra, dopo Ulad ... stone e il partito liberale, degli uomini simpatizzanti con le idee del « diritto consuetudinario », i quali han compreso che le leggi agrarie domandavanp un cambiamento radica .. le nell'interesse dei c-ontadini ed hanno rinun~ ciato a voler governare quel paese, svegliando così fra gli Irlandesi la speranza d'una liberazione prossima (1). Lo stesso fenomeno si riscontra negli Stati Uniti. nella loro attitudine, da un lato .ver .. so l'isola di Cuba, dall'altro verso le isole :Filippine. Nel 1898 gli Stati Uniti hanno aiutato i Cubani a liberarsi del giogo realmente insopportabile ,degli bçagnuoli e, subito, han- . uo proclamata repubblica autonoma, sotto il loro protettorato, !"isola liberata. ln principio l'isola fu sottoposta all'amministrazione militare degli Stati Uniti; ma dopo il 1909 essa divenne del tutto indipendente e dei raprorti molto amichevoli si stabilirono tra lei e gli. Stati Uniti. (1) Forse Kropotkin attribuiva soverchia importanza al partito liberale inglese a proposito di queste tendenze federaliste. Il governo ingle~e la maggior parte delle concessioni delle colonie le ha fatte costrettovi dalla pressione di queste e solo quando non poteva più farne a. meno. Così per l'Irlanda. In quanto ai sacrifici fatti dalle colonie per l'In .. ghilterra in momenti difficili (cioè durante la guerra), Xropotkin ne parlava. troppo in ~enerale e non diceva che qu i sacrifici furono voluti e deliberati dai singoli governi ooloniali, e fatti fare ai ·sudùiti senza punto interpellarne la volontà, la quale :probabilmente sarebbesi manifestata. assai diversa. . .

I)E.~SIERO E VOLONTA' 27 Per le .lfihppine, al contr~.rio, il governo degli Stati Uniti, indotto in errore dal primo governatore colà ~nv1ato dopo la loro libera- , zione (nel 1898) dalla dominazione spagnuola, non ha potuto decidersi ad accordare agli abitanti di quelle isole una autonomia completa, li ha lasciati sotto la dominazione dei 1nonaci oat.tolici ed ha sostenuto con la forza il governo di questi ultimi. Di qui il malconten/.o, che scoppiò con l'insurrezione di Aguinaldo. _i\ttualmente gli ~tati Uniti hanno riconosciuto il loro errore. Le .lfihppine hanno ottenuto una autonomia ,comr leta; e l'istruzione pubblica vi è sta/,a largamente sviluppata. Da allora i rapporti tra la popolazione delle isole e gli 8tati Uniti sono· divenuti così amichevòli, che i Filippini han formato una armata di volontari di 25 mila uo- - mini che faran parte dell'armata americana,_ ed Aguinaldo, antico capo dell'insurrezione, ha mandato suo figlio in un camro d'istruzione militare per farlo divenire utticiale di quell'armata (2). Ma non è tutto. I rapport,i federativi creati tra l'Inghilterra e le sue colonie han~o permesso a queste di riunire in potente federazione delle provincie isolate ,che, prima, non avevano e non volevano avere tra loro alcun legame. Uosì si costituì la Federazione Canadese, ohe riunisce insieme elementi \.anto diversi : il Oanadà francese, con una popolazione che è allo stesso livello dei contadini francesi di prima ,dlel1a Rivoluzione; il Uanadà centrale, industriale, porotato sopratutto d1 Soozz.esi; il Oanadà occidentale, paese di steppe .con una popolazione 1n1sta ai Am.e1icani, D~ukhobors russi, Menoniti, Svedesi, Gaiiz.iani, ecc.; ed infine il Uanadà del .l:'acifico, d1 origine sopratutto inglese. .Ebbene, tutti sanno a.l Ca.nadà che, se quella federazione non si fosse .costituita, sarebbero stati inevitabih il frazionamento del paese a brani e la guerra civile. La stessa cosa è avvenuta '1n Australia ed anche nell'Africa del Sud, malgrado la guerra assurda e barbara contro i Boeri. * * * Da noi, in· Russia, abbiamo gli esempi della Siberia della Finlandia e della Ueorgia. • Durante il mio soggiorno in t,iberia, dal 1862 al 1867, ho avuto occasione di constatare da vicino le conseguenze. del governo della Siberia dipenden/te dal ,centro di .1:'1etrobur- (2) La nota precedente sulle colonie inglesi può all'in- .circa. ripetersi qui per le c0lonie degli Stati Uniti. ibliotec. Gino Bia co go. L'idea di 8peransky, quando elaborava il suo ..r.r.ogetto òi organizzaZJ.one amministrativa della Siberia, era di dare ad ogni provincia e ad1 ogni_ tPgione a1nn1inistrata da un go, vernatore generaJe, dei Consigli comprenden ti i rappresentanti di tutte le amm1n1straz10* ni: giustizia, finanze, istruzione pubblica, affari militari, ecc. ~uesti Consigli avret>ben: dovuto gestire gli affari locali e sòltanto le decisioni più importanti avrebbero dovuto essere, dal governatore generale, mandate coi suo parere. a .Pietroburgo per esservi ratificate. Così cominciavano a farsi stiada i prim1 rudimenti di autonomia. Ma, ben inteso, le buone intenzioni di Spe~ ransky non arprodarono a nulla. .Ji:gli stesso cadde ben presto in disgrazia, e i :l:unzionar1i pietroburghesi non han voluto, come sempre avviene, ceder nulla d'el proprio potere. E si è finito col regolar tutto negli uffici centrali a Piet:iroburgo. lnutile raocontare come , in queste ,condizioni, era amministrata ]a Siberia e come tutte le riforme che non interessavano i funzionari p1etroburghesi restavano a dormire negli incartan1enti per dozzine d1 anni E' stato così fino ai tempi più recenti; ed è così anche ora. La centralizzazione non è una piaga della sola autocrazia. ..li:ssa ha cagionato la. rovina delle colonie francesi e tedesche; mentre, accanto a qu,este, le colonie inglesi i:-rosperano perchè godono di una autonomia e si trasformano poco a poco in fe- . . . derazioni. · La Finlandia, infine. ci offre l'esempio più terribile. lo ho molto v1agg1ato, nel 1871, in Finlandia in qualità di geologo, e mi son tro vato in rapporto pei miei lavori geologici Con amminis~razioni di verse : delle ferrovie, dei canali dell'agrimensura, ecc. ed amnur:Lvo 11 . , lavoro enorme compiuto in tutti i campi in quel paese dalla natura povera, col suo bilancio modesto e gli stii;endi ancor più ma• gri pagati ai suoi funzionari. ~ non poteva mai troppo rallegrarmi di quanto amore pe! il pae~ ispiravaI?-o tutti quei lavor1. . In quei tempi' la .Finla.nd•ia~ possedeva delle ferrovie pro,prie, che aveva costruito da sè da molto temi;o, le sue poste e telegrafi, delle finanze in eccellente stato, ~n debito pubblico assai pi,ccolo, 1 suoi q.azi d .. ìmportazione ed il suo esercito. I .J:tussi non godevano d''una gran s1n1pat1-a nella Finlandia, specie nella parte orientale di questa; il ricordo delle guerre con la Russia al pJ:incipio del secolo XlX e del rifiuto "

28 PENSIERO E VOLON'IA' di Nicola I di riconoscere la ,cos.ituzione finlandese era ancora vivo nei ricordi di tuttj; ma Alessandro Il era amato, in specie a fielsingfors, e, quando nel 1818 co1n1nc1ò la guer 4 ra con la 'furchia, l'armata finlandese (otto battaglioni di tiratori)' andò alla battaglia con entusiasmo e si distinse sempre nei combatti1nent1. Niente di tutto ,ciò è più ri1nasito doro ohe Alessandro 111, 1ncoragg1ato dal partito di Katscoff - quello dei padlroni in~ dustriali dì Mosca - e N icoia 11, spinto dai gesuita Pobedonostzef:t, ebbiero soppressa. l'au tonomia finlandese e manomesso perfino l'in segnamento delle sue Università. I .picco~i· borghesi nel Uno degli errori soci-0logici, che hanno avuto conseguenze deleterie nella vita pratica dei ·partiti, sopratutto dei partiti di · rinnovamento e di liberazione umana, è stato quello che sotto l'influenza- dello sviluppo scientifico ' . del secolo, scorso e più specialmente dello sviluppo delle scienz_e esatte, ha preteso di cataiogare i fatti umani dai più semplici ai più complessi in determinate categorie schematiche, come se si fosse trattato di fatti fisici e chimici, sempre uguali quando sono il prodotto degli stessi elementi posti nelle meèlèsime condizioni. A tale· errore risale l'abitudine degli scrittori marxisti di catalogare, partendo dal punto di vista unilaterale del determinismo eco- . nomioo, tutti i partiti come espressioni specifièhe di• singole categorie economiche. Così, per essi, il partito socialista è - naturalmente - "l'espressione politica della classe salariata e proletaria; il partito conservatore quella della grossa proprietà fon diaria e latifondista ; il partito clericale, della borghesia terriera ; il partito liberale, della borghesia industriale ; i partiti democratici, radicale e repubblicano, dei medi ceti, come esercenti, i,mpiegati, pice;oli proprietari, prof es sionisti, artigiani, ecc. e na volta incasellati i vari partiti, scegliendo per sè la casella più simpatica e assicuratrjce d'una maggioranza numerica, almeno, nominale, ogni polemica diventava facile. cc Noi siamo il partito del proletariato - . essi dicevano - e tutti gli altri sono partiti borghesi ». Il che era relativamente vero, se si badava più agli scopi che alla composizjone nun1erica e· qualitativa, e sopratutto se per B"blioteca Gino· Bia CO N è questo è tutto. Le n11sure oppressive oontro le Università hanno fatto si che migliaia dri. giovani finlandesi sono andati a fa4 re i loro studi nelle Università germaniche, e noi ne vediamo ora (1) jl risultato: essi lavorano nei ranghi deHe guardie bianche, per conquistare la .Jj'inlandia alla Uerman1a. PIETRO KROPOTKIN. (1) Ricordare che Kropotkin scriveva tutto ciò ai primi del 1918, quando la guerra europea non era ancora tèrminata. Malgrado tutto, la Finlandia è riuscita a conservare la sua indipendenza nazionaie. 1l traduttore. . - . movimento proletario . <tsocialismo» s'intendeva non un par_tito politico determinato bensì in senso ampio l'ideal6 della totale emancipazione umana da tutti gh sfruttamenti e da tutte le oppressioni. Ma non era più vero affatto, quando uno solo dei partiti con finalità socialistiche s'arrogava, per sè, esclusivamente, questa qualità di partito del proletariato. Ho già esaminato un'altra volta come assurda sia questa pretesa di un partito· poJ itico, sia pure a larghe basi proletarie, di autoeleggersi a rappresentante di una classe così vasta e numerosa come il proletariato. 'rutti i partiti, i corpi, le agglomerazioni di mass~ sono nella maggioranza nun1erica, o proletari o di origine proletaria, anche il partito cleri- · rale, anche il fascismo, anche la polizia, - se si sta, 'naturalmente, al solo fatto materiale della classe cui la maggioranza degli individui appartiene. Se invece si bada allo scopo che i varii partiti si propongono, allora avrebbero diritto a dirsi partiti o movimenti del proleta,riato tutti quanti quelli che se ne propongone la liberazione dalla oppressione salariale, -- sian9 essi repubblicani od anarchici, socialdemocratici o coinup.isti, riformisti o sindacalisti. E se una preferenza si dovesse fare, se. un partito vi dovesse essere che più degli altri potesse vantarsi « partito del proletariato », questo non potrebbe essere che l'anarchico, sia perchè in proporzione esso. è quello in cui gli ele1nenti non 11roletari sono pii1 rochi, sia sopratutto perchè il partito anaròhico è quello che si ·propone una liberazione pjù radicale ed effettiva del proletariato da tutti gli sfruttarnenti ed oppressioni di qualsiasi specie e sotto· •

,. PENSIERO E VOLONTA' 29 qualunque veste si anunantino. l\ila gli anarchici non soffrono di queste fisi111ee non pretendono a monopoli, i quali sono inutili per un partito che non aspira a dirigere nè a Comandare. Essi si •1imita.no quindi a cercar d1 impedire agli altri partiti, che ne avrebb~ro men diritto di loro, quel monopolio del movi1nento operaio che non vogliono per sè e che rjterrebbero in ogni caso deleterio ~gli inte-. ressi del proleta'riato. La verità poi è che, in pratica, le suddivisioni sche1natiche dei varii partiti in distinte categorie economiche, in rappresentanza d1 elassi di verse e nettamente separate l'un a àa1r al tra, non rispondono spesso alla realtà. AJl'ingrosso e, per dir così, in lontananza, certe distinzioni hanno una apparenza che fa a prima vista una certa impressione, che appaga magari il nostro spirito di parte· o i nostrj schemi n1entali ; ma da vicino, esan1inati i tat- • .. ti nei loro ele1nenti, coteste catalogazioni risulta no assai arbitrarie e si vedono non di r~ dt• s1nentite e contradette dalla più ele111entare realtà. In ogni partito o movin1ento un po' vasto, che non sia cioè una :formazione artificiosa d1 piccole clientele intorno a interessi di singoh, n1entre putroppo le masse di n1anovra, stru1nento passivo, sono sempre fornite dalla classe più diseredata, gli altri elementi provengono, mescolati. in proporzioni variabili ed incostanti, dalle più diverse classi sociali; ed il loro atteggian1ento è deter1ninato dai fattori pii.1 svariati, fra i quali predon1ina spesso quello econo1nico. questo è vero, ma non sem.. pre coi n1edesimi effetti. Le idee ed i sentimenti hanno la loro influenza· sull'atteggiamento degli individui e dei gruppi; e non di rado quelli si sviluppa- . no in ambienti contrastanti, indipendentemente dalle con°dizioni sociali. E se ~ vero che queste condizioni esercitano una loro influen-- za determinante sulle iaee e sentin1enti, non la esercitano sempre nello stesso senso ed in tutti. Per esempio, la n1iseria può in certi casi eccitare sentimenti di rivolta e idee d1 libertà, e in molti altri casi lo spirito di soggezione e l'adattamento alla schiavitù; e così pure il . benessere può essere ·fonte di movimento e cagione di stasi. Individui di una stessa clas·se possono, da un deter1ninato fenomeno sociale identico essere spinti gli uni verso una direzione e gli altri verso un'altra. N·on si può dunque apr1oristicamente stabilire, fuorc;h.è in modo molto vago e generico praticaro.ente inutile, un caratt~re sociale pre- , . "blioteca Gino Bianco . c:1s0 per ogni partito. V ed i amo bensì, 1na non sempre con una separazione troppo netta, da un lato dei pa· ..,iti borghesi o capitalistici e _dall'altro dei arti ti proletari,. se ci atteniatno agli interessi che prevalente1nente di tendono ed ai progra1nmi di realizzazione che si propongono; così come possiamo all'ingrosso distinguere i partiti di libertà da quelli nen1ici della libertà. 1Vla lo scendere a partico-- la 1·i attribuzioni, assegnando quel partito alla grossa borghesia. e questo alla piccola, l'uno al capitalismo industriale e l'altro al1'agrario, questo al proletariato salariato e l'altro all'artigianato o alla gassa burocrazia. ecc. ei sembra davvero puerile. * * * !Vla se è· amn1issi bile, come sopra abbian1 detto, una divisione generica tra i partiti della borghesia e quelli del proletariato, trR. })tlrti ti conserva tori P- parti ti avver~i al pote-re, il precisare un carattere dì classe o sottc.classe per ciascuno dei partiti fuori o contro la classe dirigente, i quali vogliono r1forn1are la società pel bene di tutti e fanno per ciò diretta1nente appello, con metodi e program1ni diversi, ai dominati ed ai salariati, alle forze popolari e proletarie, a tutti coloro che soffrono a causa del sistema vigente, è una cosa ancora più ridicola. Le classi soggette si mescolano in tali pn rti ti in proporzioni diverse e contrarié ad ogni apriorismo sche1natico. Delle volte un partito che ha un program1na e;he a noi sen1bra «più borghese»~ raccoglie nelle sue file un maggior numero di proletari che un alt1~0 partito d1 1netodi e finalità classiste più avanzate e intransig~nti. Non è dunque la Composizione nun1erica che può essere per noi elemento d1 giudizio. Ed in quanto ai prograrnn1i, v~ con s~ che ogni partito, il quale aspira ad ottenere j I n1aggior seguito nella nun1erosa classe. dei proletari, vanta il programma proprio come il ((più proletario» fr~ tutti. L' esan1e del le idee, dei progra1nmi e dei n1etodi ci offre certamente j 1 mezzo di valutare e graduare i varii partiti. a seconda che l'interesse del proletariato, o meglio la causa. della sùa liberazione, ce ne sembra più o meno avvantaggiata; n1a è ovvio che tale valutazione e graduazione è del tutto soggettiva; è una op1in1 ione che ci sembra giusta e buona e per ciò cerchiamo di propagarla, ma non t possian10 affern1arla come una verità obiettjva o scientifica, cui debbano inchinarsi anche i nostri àvversari. Noi esaminiamo le idre e

30 PENSIERO E VOLONTA' p,rogramn1i e metodi dei partiti socialisti, e diciamo quali, secondo la nostra opinione, so... no più veramente borghesi ed antiproletarii; ma il nostro giudizio non può certo pretende, re una definizione definitiva e assoluta per. tutti. Non così pensano_, invece, coloro che hanno ereditato le pregiudiziali e gli assiomi unilaterali del marxismo., e li hanno spinti ad una maggiore esagerazione. Ui riferiamo in specia.I modo ai comunisti del bolscevismo. Questi non s~lo sono di una opinione di versa da1la nostra, nel ohe sono pienamente, nel proprio diritto; ma la loro opinione essi l_a presentano come una verità indiscutibile, che tutti siano obbligati a riconoscere per tale, anche se loro avversari, - come se affermassero. qualche dato d·: fatto, qualche legge o regola elementare fisica o chimica o matematica, che tutti quanti ormai accettano senza discussione. Eppure le loro catalogazioni, dalle apparenze assiomatic2e, siste~~te (si potrebbe dire gera.rchicamente e militarmente) in tanti ordini e sottordini, specie e sottospecie, in tesi regolarmente numerate e mezze in fila come granatieri di Pomerania, sono le piu arbitra .. rie e cervellotiche che immaginar si possa. .N è v'è giudizio severo eh' essi emettono a carico dei loro avversari di destra o di sinistra, che non possa a maggior .ragione e con maggior copia dj prove essere ritorto contro di loro stessi. • Per esempio, quando essi per liberarsi dei -cQncorrenti nell'assalto al potere o per risparmia,rsi la noia di discutere delle critiche imbarazzanti, si sbrigano relegando nel purgatorio "dei partiti piccolo-borghesi tutti in fascio· repubblicani e socialisti e sindàcalisti e anarchici, non immaginano fòrse che si po ... trebbe dimostrare, sùlla base della composizione _dei loro quadri, dei loro programmi, dei loro metodi e dei fatti loro sperimentati . in Russia, che il partito comunista-dittatoria! è il partito piccolo-borghese per eccel" lenza. Non ci fermiamo troppo sul passato. Il bol- · scevismo prima della guerra altro non era che una frazione social-democratica intransigente con di:f -f erenze di poco rilievo e quasi esclusivamente dovute alle condizioni speciali della Russia, della stessa social-democrazia che in Italia aveva per capi Labriola e Lazzari, in Germania Kautsky e Bebel, _in Fra.ncia Guesde e Vaillant, in Inghilterra Hindmann e Aveling, in Spagna Iglesias, ecc. Quasi dovunBiblioteca Gino Bianco que furono gli" elementi della piccola-borghesia che presero il sopravvento nel movimento socialista e lo trasformarono, da rivoluzionario ch'era all'inizio, in un movimento democratico, legalitario, par lamentare ed ultraautoritario; e in questa bisogna i marxisti più intransigenti, salvo qualche eccezione, non furono da meno degli altri. Quando, sorse il bolsoev1smo, prima della guerra del 1914, la sua tattica era assai meno rivoluzionaria di quella di altri partiti socialisti russi; la sua intransigenza riguardava più ì rapporti con questi altri partiti che la lotta contro il regime; ed il sµo prog:ram1na rivoluzionario non si diversificava da quelli che oggi esso chia1na «p1ccolo-borghesi n a base di suffragio universale, costituente ecc. Dopo la guerra e dopo la rivoluzione russa iJ bolscevismo ha modificato il suo programn1a in senso piì1 autoritario e reazionario; ma per suo mezzo non è il proletariato che ha trionfato e raggiunto il potere, - il «potere del proletariato» è espressione senza valore pratico, come il «potere del popolo» dei democratici e dei repubblicani, - bensì i capi nominali di una parte del proletariato, più o rueno arbitrariamente impostisi a questo, e quasi tutti elementi usciti dalla borghesia professionista, intellettuale e industriale. Se si volesse ·ammettere la possibilità d'una dit, t~tura di classe, - dizione imp 1 ropria, perchf\ l~i dittatura è sempre personale o di gruppì e caste ristrette, e non di classi troppo vaste, - si potrebbe a maggior ragione sostenere che in Russia si è stabilita non la <<dittatura det proletarj ato» bensì la dittatura della piccola borghesia più audace ed avveduta sul collo de 1 proletariato. Si af.f rettiamo a dire che, notando ciò, non diamo alle parole «piccola borghesia» il significato spregiativo che vi annettono i comunisti. Sappiamo che parecchi di que' piccoli borghesi, che oggi sono a capo del governo russo, un tempo furono sinceri e stren u1 difensori del proletariato; e se deploriamo, come un tradimento della rivoluzione, il :fatto della loro dittatura, non la deplòreremmo rneno se titolari ne fossero anche dei proletari, autentici. Come risultato di quel regime dittatoriale, poi, andrebbe studiato il fatto che sotto di esso per l'appunto si vada, formando in Russia, specie nelle campagne, tutta una enorme classe di piccoli ·borghesi, che prima della rivoluzione non esistevano. Fuori, della Russia, se guardiàmo i ·vari partiti comunisti, che seguono le direttive

. , PENSIERO E VOLON1'A, 31 .. dittatoriali moscovite, li vediamo tutti ?apeggiati quasi ovunque (meno forse in Germania, 1na non ne siamo sicu.ri) da elementi intelligenti e arditi usciti anch'essi quasi tutti dalla piccola borghesia. E se .anche degli operai vi sono, essi sono più p:rropriamente degli ex operai, da tempo di ventati funzionari delle organizzazioni e dei partiti, i quali vr.e11no considerati come appartenenti alla class~ degli 'impiegati e non più dei proletari veri e propri. Ad ogni modo i capi, i dirigenti più influenti sono sempre elementi d-i origine ' borghese e più specialmente piccolo-borghes~. Non diamo a priori a questo fatto per con•· to nostro piì.t importanza di quel che meriti. flli uomini che occupano posti di fiducia nel movimento rivoluzionario va-nno giudicati non per la loro origine, ma per l'opera Joro, per la loro capacità, sincerità, fede. e spirito · di sacrificio; e ~ conveniamo che assai spesso degli elementi di origine borghese hanno doti di tal genere, che màncano in tanti proletari. Pure non possiamo non rilevare ·il fatto, quan do ci troviamo di fronte ad un partito che per screditare gli altri partiti proletari e rivoluzionari non trova di meglio che di trat- ,. . tarli da piccoli borghesi. * * * Indipendentemente dalle i_ntenzioni e buone volontà dei singoli individui, certo il fatto che un partito rivoluzionario sia guidato da elementi usciti da una data classe sociale non può non influire sulla rivoluzjone se e quando la rivoluzione avverr~. D'altra parte non si può evitare che ad un partito di rinnova-, mento e di liberazione aderisca.no elementi provenienti da classi diverse da quella più direttamente interessata ad emanciparsi; que- -sti elementi, anzi, come abbiamo visto, possono èssere di. un aiuto prezioso. Indubbiamente il pericolo che questi elementi portino, quando sono in numero rile-- vante nella rivoluzione delle tendenze di clas- ' :se, è sempre possibile - salvo che in un caso: che- il programma del partito trionfante con la rivoluzione vale a dir~ di quello ohe darà alla rivoluzione il maggiore slancio ed il programma più· bene accetto, non sia un partito di governo, non si proponga di andàre al P~- tere (sia pure a fin di bene), e non vogha neppure momentaneamente rimpiazzare le ,classi e le caste spodestate nei loro privilegi di potenza e di ricchezza. In t~l caso gli elementi provenienti dalle .classi borghesi o piccole borghesi sanno fin B"blioteca Gino Bianco da prima che non solo la rivoluzione non da,- rà loro posti di privilegio nè vantaggi, ma che li priverà anche di quelli che fossero loro rimasti nella vecchia società ed a cui priroa non avesse rinunciato. Le tendenze ,anche in• conscie, di classe non avrebbero modo di ill;l,- nifestarsi, Ì,~rchè non solo sarebbero spar1te le vecchie differenze, ma non sarebbe ammes- ~o affatto il sorgere d' alcuq,' altra olasse n casta dirigente di qua;ls1asi specie. Ma di partiti che si immunizzino a pr10n contro ogni possibilità di diventare la ~lasse o casta dirigente di domani non v'è che !'anarchico. Esso potrebbe, a rigore, essere anche pieno di elementi provenienti dalle cl:trssi borghesi o piccolo borghesi, senza che ciò significasse pe~icolo alcuno di deviazione antjproletaria. Eppure, manco a far lo a postr1, è prop~io il movimento anarchico che più manca di tali ·elementi ; o che, quando ne a· cquist;:t, ben presto lj perde qu"asi tutti, e li vede o esulare in altri partiti più promettanti o a poco a poco eclissarsi e sparire. Ed anche ciò non è privo di significato. LUIGI FABH!iI. , Ancorsau Scienza e Anarchia Necessitàe libertà ·Le osservazioni che qua e là ho scritte in questi ultimi tempi sui rapporti tra Scienza e Anarchia, e sopratutto il fatto di aver trattato da assurda la definizione che Kropotkin dava dell'Anarchia - « l' Ànarch,ia è una concezione dell'universo basata sull'interpretazionr~ meccan,ica dei fenomeni che alJbraccia tutta la natura, non escl'ltSa la vita della società » - hanno scandalizzato alcuni compagni, i quali non comprendendo, certamente per colpa mia, quel che io intendevo, mi han fatto dire che l'anarchismo non sapeva che farsi della scienza, e della filosofia, e si sono sbizzarrì ti a di .. ..tnostrare le grandi benemerenze della scienza e a dire che l'anarchismo è una concezione generale della vita, cioè una filosofia, senza poi toccare per nulla il punto ohe vera.mente 10 avevo posto in discussione. Cercherò di spiegarmi più chiaramente. La.sciamo andare la filosofia, di cui si danno mille definizioni di verse e ohe spesso è dav~ vero come dice ironicamente un filosofo che ' . non brilla egli stesso per soverchia chiarezui,

32 PENSIERO E ~VOL0NT A' l'arte di rendere oscuro ciò che è chiaro. lo sono un pro:f ano e, così, empiricamente, . per mio uso personale, divido ciò che dicono « ì filosofi » in· due parti : quello che capisco e quello che non capisco. :Nella parte che capì~ s-co trovo verità, errori," dubbii, i.potesi, pro•• blemi tutte cose altamente interessanti, ma, che i~fine rientrano tutte nel campo dell'indagine sci~ntifica, se :fra le scienze s'includono la logica e la psicologia. Nella parte che non capisco mi par di vedere fantasticherie, tautologie logomachie.... ma poichè non capisco, sarà più prudente astene-rmi dal giudicare. Restiamo sul terreno solido della scienza. Sc-0po della ricerca scientifica è di studiare . la natura, di scoprire il fatto e le « leggi » _ che lo governano, cioè le condizioni nelle quali i! fatto necessa-riarn~nte avviene e necessariamente si riproduce. Una scie:1za è costituita quando può prevedere ciò che a vver-rà, non importa se sappia o no dirne il perchè: se la previsione non si avvera, vuol dire che vi era errore e nÒn· c'è che da procedere a più ampia e più profonda indagine. Il caso, l'arbitrio, il capriccio, sono concetti estranei alla scienza la quale ricerca ciò éhe è :fatale, ciò che ' . non può essere dive.rsamente, ciò che è neces- . sar10. Questa necessità che collega tra loro nel tempo e nello spazio tutti i fatti naturali e che è còmpito della scienza ricercare e scoprire, ab-. braccia essa tutto ciò che avviene nell'universo compresi i fatti psichici e sociali 7 · I meccanicisti dico~o di si, e pensano che tutto è sottoposto alla stessa legge meccanica, tutto è predeterminato dagli antecedenti fisiCo:-. chimi.ci·: così il corso degli astri, come 1o sboeoiare di un fiore, come il palpito di un aman- , te, come lo svolgersi della storia. umana. Ed il sistema, ne convengo ·volentieri, appare bello e grandioso, 1neno assurdo, meno incomprensibile dei sistemi metafisici e, se potesse esser dimostrato vero, soddisìerebbe completamente lo spirito .. Ma allora, malgr~do tutti gli sforzi pseudo-logici dei deterministi per conciliare il siste1na con la vita e con il sentimento 1norale, non vi resta posto, nè piccolo nè grande, nè condizionato nè incondizionato, pe:r la volontà e per la libertà. La vita nostra e quella delìe società umane sarebbe tutta predestinata e prevedibile, ab eterno e per l'eternità, in tutti i minimi pa1~ticolari al pari di ogni fatto· meccanico, e J a nostra volontà sarebbe una semplice illusione come quella della pietra d1 cui parla Spinoza, che cadendo avesse cosc1en- ' . BibliotecaGino Bianco za, della sua caduta e credesse· c~e ea;<depercbèvuoì oadere. Ammesso questo, che .meccanicisti e deterministi non possono non ammette:rte senza contradirsi, diventa assurdo il voler r~golare la pro-- pria vita, il volere eduçarsi ed edttcaFe,. il volere riformare in un senso o ne1Fa1tro l'organizzazione sociale. Tutto questo affaccendarsi degli uomini per preparare Win n1iglior avvenire non sarebbe che l'inutile frutto di una illusione~ e non potrebbe durare dlopo che si ~· ~coperto che è una illusione. E' vero che a11:ehe- . l'illusione, anche l'assurdo sarebbero )P:rodottifatali delle ·funzioni 1neccaniche del cervello e come tali rientrerebbero r;iel sistema. Ma,. a,n- · cora una volta, quale posto resta alla volontà,. alla libertà, all'efficacia dell'opera umana sulla vita e sui destini dell'uomo i Perchè gli uon1ini abbiano la fiducia, o a~- · meno la speranza, di poter fare opera utile,, bisogna ammettere una !orza creativa una ' causa prima, o delle cause prime, indipendenti dal mondo fisico e dalle leggi 1neccani che, e questa forza è quella che chiamiamo volontà. Certa1nente, ammettere questa forza signif icit negare l'applicazione generale del principio di causalità e di ragion sufficiente, e la nostra logica si trova imbarazzata. Ma non è sempre così, quando vogliamo rimontare alla origine delle cose~- Noi non sappiamo che cosa è la volontà; ina sappiamo forse che cosa è la ma.teria, che cosa è l'energia i Noi conosciamo i fatti, ma non la ragione dei fatti e, comunque ci sforziamo, ·a1·riviamo se~pre ad un effetto· senza causa, a una causa prima - e se per spiegarci i fatti abbiamo bisogno di cause prime sempre presenti e sempre attive, ne accetteremo l'esistenza ~o~e una ipotesi necessaria, •o almeno comoda. Considerate così le c.ose, còmpito della scienza è quello di scoprire ciò che è fatale (leggi 11aturali) e stabili1'e i limiti dove finisce la necessità e co1nincia la libertà; e la grande su~ utilità consiste nel liberare I1uon10 dalFillusio- , ne dì poter fare tutto quello che vuol~ ed all~rgare sempre più la sua libertà effettiva. Quando non si conosceva la fatalità che sottopc,ne -tutti i corpi alle leggi di gravitazione, l'uomo poteva credere· di poter volare a suo piacere, ma :restava a terra; quando la scienza ha scoperto le condizioni necessarie per sostenersi e muoversi nell'aria, l'uomo ha acquistato la libertà di volare realmente. . In conclusione, tutto ciò che sosten,go è 'che l'esistenza di una volontà capace di produrre

PENSIERO E VOLONTA, 33 ~ffetti Jauov,i, indipendenti dàlle leggi niecca- ·niche dell~ natura è wn presupposto necessario per chi sostiene la possibiiità di riformare la .società. · E' sulla necessit~ o meno di questo presup• posto che possono discutere, se vogliono, .P. G.ar.alino ed .altri miei contradittori. Gl'inni .alla bellezza della .scienza non colgono nel .segno. ERR.100 MALATESTA. . Da ANTIGONE (Trad. Bellotti). N~Ila a' mortali infesta cosa al paro ,Dell'oro V1'ha: le città. strugge; in bando Manda l'uom di sue case, a tur,pi fatti Ammaestt~ de' /buoni anco le menti, E li ,pef"VJerte; e di nequizia ad ~ssi Insegnò l'arti, e d'empietà le v1c·. SOFOCLE . Aspetti della questione agraria - in Italia Le prime invasioni di terre, nel dopo-guer- .ra, comincia.ro,no nel Laz10, dove, anche per it _passato, nei mesi precedenti le semine, si intensificava.no le .agitaz,ioni per la rivendicazione .cli .usi civici .di semina ne.i yastì latifondi -a pascolo.. Nell' ~gosto 1919 in ·più. di _100 dei 228 comuni ·c1eua p,rovincia di Ro·ma si ebbero invasioni non solo di terre a cultura estensi- ·va, sulle quali iV~nivano esercitati diritti clvi- .ci, , ma anche su terreni a c~ltura intensiva, a vigneti ,e a ,oliv.eti. In un sol giorno, la domenica 24 agosto, la Federazione nazionale dei lavoratori della terra, sostenuta dalla U~era ,del Lavoro .di Roma, mediante un'intensa propaganda, riuscì a far invad~re contempòra .. neamente circa 40 Comuni nei circondari di Roma, Viterbo ,e Frosinone, situati in dispara ... tissime condizioni agrarie. Le invasioni rurali del .i:Jazio si arrestal'ono. [: pr0blema dell'Agro è rimasto oggetto di stu- •di. I libri, le mernorìe, le relazioni, i verbali -del Parlamento, del Senato, deila provincia e ·dei comuni costituiscono ormai un 'fna1·e niagnu1n oartarceo, ma 1~ sonnole~ta buro~razia e la cricca plutocratica non risolveranno il problen1a, sì che 1a rivoluzione lo troverà insoluto. • 11 sogno della redenzione dell'Agro romano ~ moito ~ecoh:iio.Risale ai romani del Paganesimo. Lo trattò persino_ lVi.. Terenzio V·arrone nel suo trattato sull'Agricoltura. Nel' MedioEvo preoccupò perfino i papi, alcuni dei quali permisero « a ohiu:pque di entrare nel fon- - ·dc altrui per dissodare e seminare grano anche ·senza il consènso del proprietario, chiunque esso fosse, an·che se J',,·in·cipe della Santa 1Ghies-a ». Giuseppe Mazzini, tr_iunviro di Roma repuh- . blicana,, e1n:anava, col Saffi e l' Armellini, il 27 :&:prile 1848., 11n decreto che davà in coltivazio- • 1a RO~.A..NO ne ad ogni famiglia nullatenente, di almeno tre pe'rsone, che lo richiedesse, una quantità di terra pari ad un buon rubbio romano (are ns.4:,. 8438). Fin dal novembre 1840 era stata nominata una commisione per la bonifica del1' Agro Romano e nel gennaio 1871, il ministro dei Lavori pubblici nominava quella per la sistemazione del Tevere. Quest'ultima coinmissi one si proponeva di « rinverdire le dissecate zolle, or coi prati or con le alberature; trasformare in a1nene plaghe quegli sterminati pascoli, j n cui rimane inerte l'opera agreste, f rattristato l'animo umano; rendere salubre da un estremo all'altro quel territorio infesto da miasmi malarici » .. La Oomniissione del 1901 e quella del 190& promisero anch'esse tante belle cose, ma conclusero poco." Una delle ragioni degli scarsi risultati di queste commissioni era ohe esse, per fare qualche cosa di buono, avrebbero dovuto cozzare con gli interessi dei latifondisti. Ricorderò che in una discussione- alla Uamera, (20 maggio 1878) l'on. Pericoli, presidente della Commissione per la bonifica dell'Agro, d~sse: « E' vero che ai priyati propriétar·ì non si debba imporre u_na legge ·sulla libera p1oprietà, vi è ·però un sa~rosanto diritt~, che è il diritto del popolo, che è il 'diritto delle masse, che è il diritto di avere su 204.000 ettari di terra il grano che basta pel proprio sostentamento ». E il Mantellini, anch'egli conversatol'e affermava « Il primo diritto è di vi- , vere, il primo dovere è quello di far vi vere » e nella seduta del 30 novembre successivo, rispon dendo ai conservatori codini, che difendevano il latifondo in nome della proprietà « garantita dall'art. 29 dello Statuto e 438 del Uodice civile », affeer1nava: « Prima dell'art. 438 c'è l'art. 436 del Codice Civile che dichiara, sl as- ·soluto, l'uso e il godimento della proprietà, ma

• . . 34 PENSIERO E VOLONTA' lo dichiara ad un patto, e il patto è che si osservino le leggi e i regolamenti. Ora sapete quali sono queste leggi 1 Le leggi di Pubblica. sicurezza e quella d'Igiene ». Affermazioni queste notevoli, ma che non oonclusero nulla. Nel 1883 la Camera constatò che non s'erano fatti che sterili diseorsi e sterili relazioni e che i fatti erano intera, mente mancati. In una discussione di quel1' anno il principe Ruspoli, disse di aver, come Sindac·o di Roma, p.resentato al Ministero una memoria in cui diceva : « La facci'amo noi la bonifica dell'Agro. Qual'è il concorso che vuole dare il Governo 1 » Ma il 9"overno aveva fatto il sordo. In una seduta dello steeso anno, Ubaldino Peruzzi autore di una notevole relazione sulla bonifica dell' .t.\..gro,. giunse a proporre un monumento ad Umberto 1, vivo, per la risur .. rezione dell'Agro, chiudendo il suo discorso con l'augurio ai colleghi di ritrovarsi il giorno dell'inaugurazione. - Grazie, grazie del1' augurio - risposero, sogghignando, molte voci di scettici.- - L'accettano tutti 1 - ag .. giunse il peruzzi, ·con un certo risolino. E le solite voci : - Sì, si, tutti, tutti.... <( E' :finita Ja malaria, allora 1 » domandò, argutamente la voce di Ferdinando Martini. Il risolino del Peruzzi e la ironica domanda del Martini hanno avuto la più ampia conferma. Ancor oggi l'Agro romano è una terra irredenta. Il governo, che con la concessione dei mutui poteva fare buoni affari o facilitare l'opera di redenzione delI' Agro, ha sempre trascurato tale redenzione, per neghittosità e per non urtare gli interessi dei latifondisti. * * * Quali sono le condizioni dell'Agro Romano 1 Cominciamo dalle notizie geografiche. La superficie dell'Agro è, secondo i calcoli del Nicolai, di 100.000 rubbie, cioè circa 208 mila ettari, comprendedovi Roma. E' un vasto territorio in forma di ventaglio aperto, limitato al Sud ed al mezzogiorno dal mare; al .Nord dai primi contrafforti dei monti Sabbatini; al levante dai monti Cur-niculanj e Tiburtini; e, in basso, dai monti Tuseolani. E' una vasta monotona pianura leggermente inclinata verso il mare. La parte veramente piana è limitata alle vallate del Tevere e del· l' Aniene. Il resto è formato ·da una serie di ondulazioni che si elevano dal iii.are. poeo a poco ai primi contrafforti dell'Appennino. Biblioteca Gino Bianco· Raffaele Pareto, in un suo libro sulla camp,agna romana, distingue tre zone : l O La zonà inferiore ohe rasenta il litorale chiamato maremma; è un terreno sabbioso e sparso qua e là di roveti e di paludi. 2° La zono elevata, formata da terreni di natura. vulcanica, e che domina la zona del litorale. 3° La, zona dell'Appennino, che è formata dai monti Lepini, e le catene calcaree che servono di prolungamento all'Appennino. Le paludi Pontine, continuazione dell'Agro, sono circa 30Q.0OO ettari di terreno, alluvionale, molto fertile. Fin dal 1891 associazioni cooperative ·hanno bonificato e colonizzato parte di questo territorio .. E' erra.to credere che la campagna romana sia di una grande fertilità. Vi sono terreni fertilissimi, ~pecialmente lungo il litorale enelle vallate, ma vi sono terre poverissim~. 1 ungo e sopra. le colline. , Cosl non bisogna creder che r Agro Romano. sia un deserto. Ecco quanto scrivev-a, -ar11111aestn. proposito un conoscitore dell'Agro Romano► il compagno «· Folgori te », sul Libertario : « La base del sistema di sfruttamento dei terreno dell'Agro Ro1nano sta nell'esistenza delle grandi unità culturali chiamate «tenu ... te», con le .quali è divisa tutta la superficiedell'Agro stesso. Trenta anni or sono, si contavono circa 360 «tenute» e 28 piccole mas-. serie, di una distesa· totale di 900 ettari circa. · Fra le «tenute», levandone 48 inferiori a 100 ettari ,ne restavano 312 varianti da un minimo di estensione di 100 ettari e di un. massi1uo di 7400. Tuttavia, bisogna rimarcare eh~ le «tenute» di. 100 a 300 ettari, malgrado cn&- fossero 122~ non occupavano che 23. 711 ettari. ., Appena l'ottava parte della campagna roma" na .. La Htenuta tipo» romana occupa una superfici.e da 500 a 1000 ettari. Al disopra ed al di sotto di queste due cifre, il si sterna di coltivazione a,ttualmente 1n vigore non può più funzionare normalmente. Esso consiste nell' ~llevamento dèi bestiami e nella produzione del grano. Questo è ordinariamE}nte coltivato nei terreni più fertili, vale a ~ire in quelli delle vallate. In certe località e.} rn certi periodi, la coltivazione si estende anche alle terre più povere delle colline, ma ciò in via eccezionale. La coltivazione del grano nei terreni più· fnrtili si pratica consecutiva1nente durante 7 ed anche 8 anni, ma è normalmente sottomessa ad un. sistema di rotazione ohe prende il . nome di terzeria o quarteria. Nel primo caso, si semina il gr&n<i>,1a p~ima

I PENSIERO E VOLONTA' 35 annata, poi la. seconda ·r avena e· la terza annata il terreno è messo al riposo ed al pascolo. Nella qua1·ti·eria, il terreno si riposa duranf,e dqe annate consecutive ». ·La principale rendità dei campagnuoli del• l'Agro è costituita dall'allevamento del bestia. me, mantenuto col sistema del pascolo brado, analogo a quello che vige nelle pampas del1' America del Sud. Un'altra risorsa notevole • è costituita dal fieno. Anche lo sfruttamento delle foreste, che occupano quasi la ventesima parte del territorio, è da considerare, ma i boschi sono tenuti male e non fi·uttano qual\ to potrebbero. * * * roohe sono le strade che attraversano l' A gra, tolte quelle grandi strade che stanno a testimoniare la grandezza delle opere pubbliche degli antichi Romani. L'Agro ha, proporzionalme;nte, meno strade di un comunello dél settentrione. . . Scarsa è l'assistenza sanitaria, benchè"il servizio d'a.ssitenza ai malati e quello mortuario per opera della Croce Rossa e dell' Ufficio igiene del comune di Roma, siano stati intensi vi in questi ultimi anni. Non suff_iciente poi, e non altro che un palliativo, la distribuzione del chinino.. Le condizioni igieniche delle popolazioni rurali sono pessime. ~eco un passo del rapporto di un medico Che os, servò acouratamente il tenore di vita delle tenute Ca,etani e di altre, nella regione Pontina: « Divideremo gli abitanti della vasta re .. gione desoritta in a,bitanti fissi, semi fissi e temporanei. I primi ·formano la parte minore ed a,nche -la meno disgraziata. Per i temporanei la vita è durissima .Passano la notte all'aperto, in capanne di paglia e dì fogliame, oppure in -locali costruiti per Yalleva .. mento dei maiali, dove dormono in numero che varia da 160 a 200, nella massima promiscuità. Gli abitanti semi fissi, in numero di 10 I a 12 mila, vivono la massima parte dell'anno n~lle paludi. Sono sotto la custodia di caporali, razza speciale di mezzi negrieri e d1 mezzi strozzini che imprestano danari alle fami glie pe~ disporne durante i mesi di lavoro, facendo in modo che il debjto non pòssru mai essere estinto, e vincolando per sempre i contadini. Essi abitano in gruppi di capa-nne sparse per le paludi e nelia macchia. Questi vi1lagg_i rappresentano certo il riassunto di tutte le miserie; sono interiori a qual.unqu6 villaggio della costa africana o di qualunque iblioteca ino I ·1anco· altro selvaggio punto del globo. Le capenne fatte di paglia hanno forma r~ttango1are; alle due estremità un'apertura di dimensioni a.ppena bastante perchè possa passarvi un uo- . Ip.O di media statura, dà l'aria e la luce necesasria alla vita di 100 e più individui che ,, abitano là dentro. Un rialzo 4i terra sostenuto da pietre divide la capanna nella sua lunghezza e forma i focolari delle numerose famiglie. Tutto intorno alla capanna gira una impalcatura; ogni famiglia ha diritto ad un pezzo di essa che, divide da quello del vicino con un tramezzo di paglia. Così, senza 1 uce, j n vasi dal fumo dei focolari, su poca paglia piena d?insetti d'ogni natura, vivono famiglie numerose senza distinzione di sesso e di· età, obbligate a compiere in pubblic~ ogni funzione della vita. Gli in, tervalli compresi tra capanna e capanna so-· no ricolmi d' immondizie e di fango indesorivibile, quando piove. Per aggravare tanta miseria si aggiunge la mancanza di acqua po,, tabile; quella gente beve l'acqua dei fossi cattiva sempre, ma una vera poltiglia in tempo ~ dì pioggia.. In conclusione si può dire che quella povera gente offre il quadro della più profonda miseria materiale e fisiologica,.: ha un nutrimento infe_riore a quello di qualsiasi popolazione umana ». * * * . , La malaria, dominante nella zona litorale ' e diminuente in rapporto all'altezza sul livello del mare, è una delle cause di oonservazione dello statu quo dell'Agro Romano. Contro la malaria oçcorre una lotta in grande. Le reticelle zanzarifughe alle tinestre e alle porte, il mantenimento a stalla delle vacche, ecc. no:µ sono ohe palliativi. Occorre reg@lare -il corso delle acque. L'agronomo Uo1 umella, vissuto. sotto l'imperatore Ulaudio (44 av. O.), nel suo tr.attato De re rustica · proponeva: « Parleremo come si possa apparecchiare a cultura una reg:one incolta, perchè preparasi i! terreno e poi si coltiva. Uonsideriamo adunque se il terreno è umido o secco, coperto di giunchi o vestito di gramigne o impedito da a;rboscelli selvaggi. Se sarà umido si facciano i fossi, i quali sono di due manie•re : coperti (fognature) e scoperti (affossature). Nelle regioni di terreno compatto e cretos~ si facaiano le affossature, in altri le fognature. Facciansi queste più larghe e pendenti, restringentisi in fondo, come un capo volto •

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