Pensiero e Volontà - anno III - n. 1 - 16 gennaio 1926

. 2 - . PE~.SIERO E VOLON'iA', .. J)ico. pertanto: che allorcfaè l'uomo nel~ tirannìdè~ mediante il [~roprio ingegnò, vi ·si trova ctìpace di sentirne tutto il pes.u, ma per la mancanza di ,proprie ed altrui forze vi si trova ad un tempo stesso incapace di scuo. terlo, dee ,allora un tal. uomo, per primo foljl.· <lamentale precetto, stare sem1pre \ont~no dal tiranno, da' suoi satelliti, dagli infami suoi onori, dalle inique sue cariche, çlai vizi, ln– c,inghé e ·corruzioni sue, -dalle mur.a, terreno ed aria ,perfino che egli re~pira e ~he lo Cir– condano. In questa sola severa total lonta– nanza, n'on che _troppa,. non mai esagei;-ata abbastanza; in' questa {,Ola lontananza ricer– chi nn, tal uomo non tanto la propria sicu– rezza, quanto la intera stima di se medesimo e la -purità della propria _fama, entrambe sem– pre, o più o meno contaminate, allorchè l'uo– mo in qualunque modo si avvicina alla pe-: stilenziaJ.e -atmosfera delle ·corti. : Debitam~nte così, e-di ju temipo, .allontana– .tosi .l'uomo .da es~e, sentendosi egli puris~ simo, verrà a estimare se. stesso ancor ipi t\ che se ,fosse nato libero ju un giusto governo, poic'hè libero uomo · egli ha sa;pnto 1PUr fo.rsi i1:-uno stato servile. Se costui, oltre ciò. non . si trq1va ·-nella :funesta necessità di <lover~i servilmente procacciare il vitto, poichè la nobile fiamma non è spenta affatto nel di hti cuore dalla ·perversità de' suoi tempì. no-n potendo egli assolutamente acquistar-e la glo-•· ria del fare, ricerchi éoll' ansietà, bollore ed Òsti'nazioue, quella ,de] pr.n~re, nel dire P dello ~c:rivere. ·Ma come pensare, e dire, e scrivere potr:\ ·egli jn ui1 mostruoso governo iri cui· l'una sola di que~te tre. cose ·,diven~ un capitnl~ delitto? ·Pensare per !l)roprio sollievo e pér ritrovare in quel giusto. orgoglio di dii pe11- sa un nobHe ·compenso alln umiliazione d-i chi serve; -dire ai pochissimi ayverati buoni, e come tali def>;nissimi -cli ~ompassione, .ili am1c1z1.iae di conoscere 1Pienam,ente il vero; . - I . scrivere ,finalmente per pro 1 prio sfogò. ihr prima; ma <loivesublimi riuscissero gli scritti, ogni cosa ailora sacrificare aiLa lodevo]è g1o– .ria rii ,giovar veram,ente a tutti od ai più rill p11~bika_re-gli scritti. · . L'uomo èhe in tal modo ti-iv~ nella tm,m– nide, j;!. -d6gno così -manitfostasi di non vi -0.~– 'sere nato, sarà -da ,quasi tutti i 1sÙoi,coli_se1 vi, . . • '1 • • •. o sommamente siprezzato, ovvero o<l1at1~s1· 1 plO: 5iprezzato da quelli, che per non avà ipea nessuna di· ver.a virtù, stoltamente crJ. dono cl.ame110 _da ,foro ,chi11nque vive 1ont~n~ I .. dal tiranno e dai grandi, cioè da ogni vizio, viltà e corruzio~e : odiato da quegli altri, che .·avendo malgrado ,loro l'idea del retto e del bene, per éseerabile viltà d'animo e reità d.i costumi sfacciatamente seguono il pt!gi!10. Ma e quello sprezzo ·di una gente ,per se stessa spregevolissima sarà una convincente prova che un ta_l uomo è veramente stim.a·· bile, e l'odio di questi altri per· sè stessi ooiv· sissimi, i1tdubitabil prova sarà. che egli me– rita .e l'amore e la stima dei buoni. Quindi non dee egli punto cur.are uè lo sprez,w ,iè l'odio. Ma se questo spre.zzo ,e ,quest'odio degh schiavi si propaga fino al !Padrone, quel vero e solo uomo c:he ne meri ti il · nome e i do– veri ne compie, per via tlello sprezzo può .essere sommamente avvilito nella tirannide; e per via dell'odio ipuò esser.vi ridotto .a ma– nifosto e inevitabil pericolò. , Questo Hbric– ciuolo non è scritto pe' codardi.. .'Coloro che con una. condotta di mezzo fra la viltà e la prudenza non S\:! ne possono viver sicuri, .ve- . nendo pur ricercati nella loro oscura e tacita - dimora dalla. inquirènte autorità del tiranno, arditamente si mostrino tali ch'ei sono; e ba– sti IJ)er loro ,discol,pa il :poter· dire che non h~nno essi .rioercafo i perko1i, ma ~he tro~ vatiJt Don debbono, n~ vogliono, nè sanno sfug-g-irli. . Beuchè ·1~ ,più· verace gloria, cioè quella d1 farsi utile con alte -imprese alla patria ed ai concittadini,· non possa aver _luogo in chi, nato nella tirannide, inoperoso per forza ci vive, nessuno tuttavia può cont-endere, .a C'hi– ne ,•avesse il nobile ed ardente desiòe1 io Ja 1 . . ' gloria òi morire. da· liber0 abhenchè pur nato servo. Qu~sta glori:< ,quant11nqtte ella· paia inutile.; ad altrui, ~i.esce Ìlondim,eno · utilissi- .m,a semore 1 per mezzo del sublime esempio; . e. c0me· rarissima, Tacito, quell'alto r.onoscì– tore degli 'llot;nini, .1a· gil.1dica ,p.11i·e es'-~eré S:Olll11la. AJla ~rotea morte di Trn~en, di 5eneca, di Cremu:zio C.ot ·do, .e cli molti ,altri rori1ani pro~ ~critti dai Jòro ,pdmi tiranni, altro infatti non manicavà che una p1:ù sponta.nea rag1one per aggu~gliar ]a v~rt_ù ~li 'c<;>St?!°'e. quéna· dei Cnòi, dei. Deci ,e dei Regoli. E siccome Jà dov~ ·ci è .patria· e libert~ la virtù in sommo g-racfo sta nel difonderla e. morire per essa, cos1 nella. imm'obil'mente radicatà tiranni.de non vi p_uò esser,e maggior g1o.ria-che di ge– nerosamente morire 1_)ernon viver servo.

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