Pensiero e Volontà - anno II - n. 12 - 1 ottobre 1925

PENSIERO E VOL0NTA' 285 mente persuasi che la vera sovranità di tutti. il vero socialismo, il vero ·cristianesimo noi... raggiungeranno che rnsieme 'il loro ideale, per– chè tutte le schiavitù si sostengono a vicend'a e l'uomo non sarà realmente emancipato dal– l'uomo che quando si sarà emancipato dall'e1 • rore. E' la verità che ci farà liberi. Non vogliamo qui discutere tutti gli avvt;– nimenti che si sono succeduti in .!!'rancia e al– l'eatero dopo la Rivoluzione del 1848; ciò sa– rebbe il ·compito dello storico. Compito del cri– tico è jnvece quello dli dedurre le conseguenze dai principi1 dati. Uosì noi c1 limiteremo a. constatare lo scopo politico, le, scopu soe1al1:, e lo scopo religioso del grande mutamentq che si è compiuto. Tl nostro scopo politico non è un segreto pc·r alcuno; è, dopo l'ideale re1ig10s0, quello par ' cui si è sopratutto· combattuto. Non ci_ arre– steremo nella ;nostra lotta incessante che, quan– do avremo raggiunta la liberazione completa di tutti gli uomini. Non basta dunque emari– cipare ogni nazione 1n particolare della tu– tela dei suoi re, bisogna. anche hberarla dalla supremazia delle altre naziom, ,bisogna abo– lire questi hm1ti e queste frontiere che ren– dono a !orza nemici degli✓uomini che pu1·,. simpatizzano tra loro. A noi è riserbata la splendida gloria di strappar via tutte queste empie IJa,rriere e di battezzare i fiumi e i monti che separano le patrie col nome della patria universale. Il nostro grido a raccolta non è più: viva la Repubblica! La repubblica è già un fatto quasi compiuto, poichè sono già sessant'anni che la proclamiamo; il nostro grido è: viva la. Repubblica universale - questa repubbli– ca futura, in cui· i, Greci avranno gli stessi diritti dei francesi, iii cui il Samojeda parie rà nella stessa assemblea del Parigino. Non vedete voi che già gli odii nazionali si can– cellano (' che gli uomrni vengon designati più per le loro opinioni che per la loro patria 'I Non vi sono più nel mondb, ormai, che uomi~ ni dell'avvenire e uomini del passato; e eia, scuno di questi 'due immensi partiti forma una confederazione gigantesca che si estende in tuttì i paesi senza distinzione di razza nè at lingua. _ Noi democratici siamo uniti riel cuore, no1t con:·voi l◄'ra.nc1,i:i egoisti che mcrcantefgi'ate la carne del popolo e tosate con avarizia gli scu– di che vi servono a pagare il sangue della ve– dova; non cop. voi Francesi blasonati che tan-– to agognate il ritorno del secolo in cui noi villani non eravamo che la selvaggina del no– bile; ma cçn voi siamo uniti di cuc;>re,fieri Un- gh~resi che avete semmato 1 oaaaveri di quat– trc armate nemiche pei valichi delle vostre montagne; con voi belli italiani che lacerate la veste Ciel prete con cui era stato avvolto il corpo straziato dalle baionette; con ;oi pro– scrit;ti di tutti i popoli, oppressi di tùtte ,le nazieni, mise1·abili di tutti i climi, con voi eontro i vostri oppressori 'l'edes.ohi, contro i vostri appressori .l!'rancesi.. .Noi vinceremo tutt1 questi tiranni schierati in linee se'rrate, e qu_ando li avremo colpiti a morte stringeremo le vostre mani fraterne e fonderemo la Re– pubblica degli Uorriini. 11 go,verno provvisorio (1) aveva dunque un presentimento della verità, quanao fe·ce a bra– ni i trattati del 1815 e lanciò il suo manifesto aU'Europa. Da .H.ichelieu rn poi la penna dei Ministro non sapeva che sgozzare le naziona– lità, come altre volte faceva la spada del con– quistatore; e ciò che s1 chiamava «J'equilihrio europeo» era semplicemente un sistema di ge– losia colossale, che n uni ':'a tutte le potenze contro la più forte di loro e faceva il possi– bile per indebolire ogni nazione in particolare. Per la prma volta, nel 1848, la morale fu considerata come la più bella delle politiche e le relazioni da popolo a popolo furono assi– milate alle relazioni da 1,1omoa uomo. E' ve– ro che poi siamo ricaduti nel passato diplo– matico, ma ciò sarà per un certo tempo sol– tanto; quando ne usciremo di nuo.vo, sarà per sempre. Così, per riassumere, il nostro scopo politico in ogni nazione è l'a,bolizione dei priviJeg1 aristocratici, e nella terra intiera è la fusione di tutti i popoli. Il nostro destino è di rag giungere quello stato di perfezione id·eale, in cui le nazioni non avranno più bisogno d'esse– re sotto la tu tela o di un gove:r;-noo di un'altra nazione; è l'assenza di governo, è l'anarchia, la più -alta espression~ dell'ordine. Quelli elle pensano che sulla terra .non si potrà mai fare a meno di una tutela, coloro non credono al progresso, sono dei reazionarii. Ma la libertà politica _è nulla senza le altre libertà, senza le lib°ertà ·sociali_ Q,{esta paroia .. libertà » che significato può avere per quel– li ai quali niun sudorè basta a sfamare la fa· ·Yliglia, per gli operai che nelle rivoluzioni ,-fa loro fatte non 8-ttingono altro. che nuovi do– lori 1 Ohe cos'è la sovranità dél popolo se non nna ironia, quando viene esercitata da uoml.– ni çoperti di calli e morenti di fame 7 Il dirit-' (1) Reclus. si riferisce al governo pr_ovvisorio della Repub– blica Francese, costituito tre anni prima, subito dopo la ri– volu?.ione di febbraio del 1848.

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