Pensiero e Volontà - anno II - n. 12 - 1 ottobre 1925
I • I 282 PENSIERO E VOLONTA' ta e, perdutfL la sua energia primitiva, s'im– mobilizzò, fiera <li somigliare alle piramia1 immutabili ohe aveva fatto costruire. 1 Greci al contrario si agìtavano molto nel– lo sforzo di raggiungere una forma per:tetta di governo; essì provarono il dispotismo, una specie di monarchia temperata, l'oligarchia, la repubblica, ma sempre nei limiti della pro– pria città; invece di spandersi fuori per pro– pagare il lor0 spirito, si ripiegavano entro la cerchia delle proprie mura e of:tendevano cur · nome di barbari tutti quelli che abitavano ,1.l <li là delle loro montagne o dei loro fiumi. Platone stesso, jl grande Platone faceva den(l. sua repubbiica ideale, la ojttà greca, una, t:Jt– tà cli uomini liberi e di uomini sclìiavi. Non bisogna, dunque, comparare le Repub– bliche greche basate sulla .disuguaglianza alle ·nostre Repubbliche in cm ogni v.oce è uguale ad un 1 altra voce, in cui ogm vita, come princ1p10 almeno, ha gli stes– si diritti delle altre vite. 11 comunismo degli ~p1artan;1 .era fondato .sull'od,i.o a,,110 straniero, mentre il socialismo de' nostri gior– ni ha per punto di partenza la fratentJt.à unlversale. Roma, anch'essa, si divideva in patrizi e plebei, in uomini liberi e schiavi, in cittadini e stranieri. Al tempo dli Augusto, quandn passavano venti' uomini per via, diciannove non erano c,he cose di proprietà del ventesimo;· nonostante si riconosceva confusamente l'e– guaglianza di tutti, e durante la festa dei S,,- . turnali, che doveva commemorare l'età del- 1'oro, tutti erano uguali a tutti e lo scp.iavo poteva perfino battere il suo padlrone. Boltanto gli Ebrei, nell'antichità, riconob– l5ero che non dovevano esservi degli schiavi, e Sl' avessero fedelmente osseryati i comanda– men ti di Mo$è, giammai alcuno di essi avreb– be avuto bisogno di vendersi per nutrire la · prop1:ia famiglia. Con le loro istituzioni, . e sopratutto con la l~ro religione, dli.scesa dal Sinai, gli Ebrei furono i precursoxi del ..._cri– st,janesimo di quel cristianesimo che i loro ' . profeti avevanq preannunziato e che essi ave- vaeno lungamente 'atteso. Ma quel cristiane– simo che predicava _ la rinuncia ai piaceri ignobili, che diceva al ricco di vivere col pl– vero e come il povero, il cristianesimo dei co– munisti San Basilio e San Crisostomo, era un lnutrimento troppo ±orte per. il vecchio. materialismo greco e romano. L'impero del mondo si d1sfaceva in mano ai suoi deboli pa– droni, e sarebbe morto d'i~anizione un, secolo più tardi se le ç>rde .dei barbari non ìossero venute· a distruggerlo. Occorse molto temp~ al dolce spirito dell'E– vangelo per domare i selvaggi vincitori, que– gli uonuni di ferro che morivano ridendo. Al– la fine, pertanto, i signori si abitu~rono a considerare il servo come un uomo, perchè si incontravano oon lui nella stessa chiesa, e il prete, spesso egli medesimo ' figlio di servo, parlava loro come a dlue uguali dinanzi a Dio.. Gli storici ci hanno 1·accontato come i borghesi dellè c~ttà, gelosi delle proprie ric– chezze, si _rivoltarono contro i signori; come i re s'allearono ai villani contro gli altri ~ po– tenti baroni; come l'Aristocrazia francese tu abbattuta per tre volte, finchè non potò più .rialzar'si. Allora la l::ovranità trion±ante pesò con tutto il peso dell'Aristocrazia vinta sulla Borghesia di veritata ±orte a sua volta; e lo spirito· di r~bellione s'insinuò nei cuori, eppoi negli spiriti. Alla fine la rivolta scoppiò san– guinosa. E fu la Francia che la libertà aveva scelta per sua culla. Perchè l' It~lia, perchè l' lnghilterra non l'hanno precedu-ta nella n~ova era d~ frater.– nità universa,le 7 Ora cercheremo di spiegarlo. L'Italia fu meno profondamente sconvolta di tutte le alt:i:e parti dell'Impero Romano; il concime fecondante dei barbari ~i si 'depòsità meno che nelle Gallie, e se la civiltà vi potè rifiori re più 1·apidamente, essa mancò ,no!ld,i– meno del vigore e dell'energia che sco.rreva nel sangue degli uomini del Nord. Non erano an– cora passati due secoli, che già la razza tede– sca si era fusa con l'antica razza italica; così, non ap,pena la civiltà potè riptendere il suu cammino ascend'ente all'ombra dei papi e degli esarchi. fu subito esclusivamente italiana: le vecchie distinzioni romane fra cittadini e bar– bari riap·parvero, ed il paese si divise in un in– finito numero di p~ccole Repubbliche commer– cianti tutte nemiche tra loro, tutte aristocra– tiche come Sparta e Atene. Nè Venezia la bella, .nè Genoya la ricca, nè. Firenze la celebre compresero l'idea di libertà per tutti, e lo stesso nobile Rienzi c·oi suoi ·va– sti piani di rigenerazi"one non voleva cfie re– staurare l'antica gloria di Roma e costituire l'unità d'Italia. Così quand9 tutti quei piccoli stati isolati ebbero disperso il loro primo vi– gore nelle lotte intestine, i tiranni stranieri posarono la loro plumbea mano sugli occhi del, l'Italia tremante. Fu allora che lo scettro pas– sò dalle sue mani· in quelle francesi, perohè il regno della civiltà non muore mai nel mondo; e quando un popolo si spegne, chiama al suo
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=