Pensiero e Volontà - anno II - n. 12 - 1 ottobre 1925

PEN!SIERO E VOiLON'l~' 281 camente fatale e che la volonta umana non _ c'entri per nulla,; gli altri pensano al con. trario che tutti i passi dell'umanità sono cùrn, pletamente indipendenti dalla volontà dÌ Dio, Ambedue queste opinioni sono :talse: tutti i movimenti del genere umano sono dete1:min&· ti ella una· doppia influenza che concorre ue· cessariamente al loro scopo: la voloht~ del– l'uomo e la volontà di Dio, altrimenti dP.%a la fatalità, perchè la volontà di ·uio è immu– tabile e nulla potrebbe cambiarla. La lìbertà e la fatalità, lungi dal distruggersi a. vicen– da, vanno armoniosamente verso uno etèsso fine: è la dualità che tende all'unità. E' ridicolo adunque l'ammettere, come fan– no molti spiriti deboli, che la mano di Dio guida l'universo, in modo che non vi sia ne·· gli uomini stessi causa alcuna dei fatti che si compfono. Tutti gli avvenimenti procedono dal libero sviluppo diell'uomo, t.utti ,dall'irre– vocabile destino. Io credo fermamente alla restaurazione della razza umana, alla riabi– litazione finale, ma troverei empio e contra.– rio alla santità di Dio che l'uomo non contas– se nulla nella perfezione ch'ei raggiungerà. L'uomo e Dio .hanno ciascuno una esistenz,~ reale; non siamo dunqµe nè fatalisti, nè atei. Ohecchè ne sia, è incontestabHe che l'uma,– nità cammina· per una via di progresso, e ciò è così vero, che uno dei più vecchi ai:gomenti dei nostri nemici più accaniti è <:he noi com– promettiamo l'avvenire, vole·ndolo troppo precipitare. Da parte loro, essi seguirebbero volentieri il cammino inverso e vorrebbero ri– condurci a quella fa.Isa unità che consisteva a fondere tutti gli uomini in uno solo, del qua– le nulla poteva giustificare l'onnipotenza. Il nostro scop_o, invece, è bensl di giungere a l'unità, ma all'unità vera, quella in cui tut– ti divenuti liberi si alleano con tutti e con Dio, soltanto l'Infinito del quale può con– tenerlj _ Partiti dal princiipo niuco dell'auto– rità, noi tendiamo a un principio unico an– ch'esso, ma opposto: ogni punto che separa. i diue limiti estremi è una lotta tra l'autorità possente all'inizio, ma sempre decrescente, e la libertà destinata a coprire un giorno tutta la terra. A questa grande idea di libertà rµetton ca– po tutte le idee umane che han prodotto le di~erse civiltà ed è per ciò che tutti i paesi ' . debbono comunicarsi la parte di verità che hanno conquistata. Fu necessario che, attra– verl:)O gli oceani e le montagne, Benares co– municasse con Menfi, Babilonia con Alessan– dria: bisogna oggi che tutti i popoli si uni- scano in un vasto concerto e cantino l'un do– po l'altro la nÒta che .hanno strappata alle armonie del cielo. ·Quando tutte le vie si saranno congiunte in. una medesiIJ?.a sinfonia, qua,ndo fouda civ1- lizzatric~ partita dall'Oriente si sarà impre– gnata di tutto il succo dk3i paesi che ha rico– perto, allora rifluirà verso le sue sorgenti e vivificherà le contrade oggi desola.te . Così tutte le cose umane finiranno come l'atto del– l'onda che scivola sulle sabbie e si ritira nel seno del mare; i popoli imputriditi nel di– sprezzo, le orde sanuignose 1 dlei barbari, le collere dello schiavo impotente, tutto ciò è un equ,azione per Dio. Grande e sublime equazione, per la quale S«– occorre verseremo il nostro sangue; percbè domani è il gran giorno della battaglia, è il gran giorno della vittoria, il giorno in cuJ Gesù verrà a r~gnare sui suoi nemici ed im– porrà loro la fraternità e l'adorazione deJ suo Dio III. Se ricerchiamo nel 1:>assato lo s~iluppo del– l'idea di cui parUamo, bisogna ricordare che i diversi periodi della vita dell'umanità sono ben lungi dall'essere così nettamente traccl'a– ti come ora appaiono a noi spettatori lonta– ni. Tutte que;te epoche si penetrano mutua– mente, si" fondono l'una nell'altra, e le 1 cause degli avvenimenti chè ne R<:~.tur1sco'hooggid\ risalgono all'origine del mondo. Nondimenl•, per non perdersi nel dedalo della storia, lo spirito, s'arresta volentieri su quei tempi ~n cui l'idea si traduce violentemente nei fatti; ed' è per mezzo dei mari di sangue, che vedia– mo qua e là nella, storia, che noi riconosciamo la via dell'umanità. . Tutti sanno che la libertà viveva allo state. di crisalide nel mondo orientale, ch'essa sus. sultava vivamente n~l mondo gr~co-romam, e cercava di spezzare -il suo involucro; tutti sanno altresì che oggi .ella si rivela completa. mente e lascia dietro di sè la sua pelle dis– seccata,. l popoli dell'India e dell'Egitto, fa– talisti nella loro filÒSofia, si lasciavano t·ran– quillamente condurre o rinclìiudere come mandre di pecore; di visi in· _caste, vale a dire in categorie di schiavi più o meno anbr11.tit.I, . essi ourvavansi a ~utte le tirannidi come •~d un ordii.ne ·irrevocabile del 'destino, .loro reli-. gione. La medesima casta .dei padroni e deì sapienti, non potendo reclutarsi nella più vì– ve?t~ massa del popolo, imbastardì a sua vol-

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