Pensiero e Volontà - anno II - n. 11 - 16 settembre 1925

PENSIERO E VOLONTA' 2±5 casione di comprar della biancheria a buon sonia e della Turingia sono a11imati d'un odio mercatò. E' triste, Ìna è comprensibile. sordo e amaro gli uni cont_ro gli altri. Quando si è dovuto combattere per nove anni E' un triste quadro che ho dovuto disegna. contro tutte le miserie della vita, è difiiciìe re: il quadro dell'opll)ressione con tutte le considerarle come bagatelle. sofferenze e lé indegnità che essa ha sempre L'onestà non è più la medesima di un generate. La vita in Germania sarebbe insop- tcmpo. E' la sorte di tutti i popoli in mise- portabile, se non si sentisse che un tal regi. ria. Tutta la G~rmania è caduta in quel fa- me d'ingiustizia e di crudeltà non può du- riseismo che un tempo si diceva fosse la ca- rar sempre e che la forza rigeneratrice. dei ratteristica della mancanza di probfrà degli popoli è infinitamente più grande di quella italiani. I ladri non ,rispettano più nulla; si degli individui. Nessuno dubita che un gior-. ' sono spogliate delle chiese, dei musei e per- no la Germania non abbia a spezzare le sue fino la tomba ai Goethe. L'amministrazione catene. I conservatori sperano la- libertà da non- è più intcgrà, e molti funzionari accet- un nuovo conflitto europeo che metterebbe tano del denaro, cosa mai udi'ta ,Prima della la Germania a fianco dei nemici della Fran– g-uerra. eia. ·I comunisti attendonò che un solleva- Non c'è più gaiezza. Raramente si vedono mento della classe operaia, riunente gli sfrut- ·uomini che ridono, uomini soddisfatti. Le tati di tutti i paesi in una sola massa,· la , persone diventano nervose e litigiose; ed in- faccia finita con la tirannide ca!I)italistica e vecchiano presto. Nelle grandi città la gente le sofferenze dei popoli oppressi. I partiti s'ubriaca per piacere; mai vi sono state co- delle vie di mezzo, senza idee precise sul me ora tante osterie, tantì palli pubblici. Ma futuro, tentano con tutta una quantità di questi piaceri sono brucianti, convulsi, senza compromessi di salvare dal disastro i mate- la gioia del cuore. Gli spettatori vi prodiga- riali di un.a ricostruzione futura. uv il loro danaro troppo facilmente guada- Probabilbente la si·cuazione della Francia gnato, e gli impiegati ed operai vi dissipa- che opprime è migliore di quella della Ger- no quella parte del loro salario che sarebbe mani.a oppressa; ma n-el)ipure la Francia gode impossibile l!'isparmiare a causa del deprezza- di un benessere perfetto. Anche i suoi go- mento del marco. ' vernanti debbono sentire il brontolìo sordo Tutti sono senza coraggio e senza slancio. del suolo vulcanico su cui si fonda l'edificio Non si vede come un governo qualsiasi po- che hanno costruito, e l'impossibilità di te- trebbe resistere all'oppressione francese e ren- nere lungo tempo asservito un p·opolo di 60 dere migliore la sorte della Germania. Si dice milioni di abitanti nel centro· dell'Europa. Il che o.gni governo, sia conservatore o sociali- , giorno in cui la Germania, calpestata, recla- sta o altro, sarà ,paralizzato da questa oppres- merà la sua libertà, sarà terribile. cc Non te- sione e condannato ad uno sterile lavoro. Da mete l'uomo libero, ma tremate dello schia- ciò una totale indifferenza per tutte le que- vo che spezza le sue catene », diceva un poe- stioni della politica. Anche s"ul Reno e nella ta tedesco, lo Schiller. Ruhr la brava resistenza contro· l'impero del- La Germania del r87r si era mostrata mo-- la sciabola comincia a perdere di forza. derata, aveva risparmiato il benessere ed an- Sotto l'influenza della miseria e della di- che l'amor proprio dei vinti; eppure essa non sperazione tutti gli antagonismi si sono ag- ha potuto impedire l'ora della rivincita. La. gravati. Gli operai accusano i padroni di ar- Francia odierna tenta indarno di e'vitare la ricchirsi a loro spese, obliando che l'indigen- sua ora con delle brutalità senza limiti. La za attuale si deve ad altre cause; ed i padro- frase di Clemenceau che la Germania ha ni rimproverano agli operai d'essere oziosi, venti milioni ·di abitanti in troppo non sarà senza dirsi che non si possono esigere grandi dimenticata dai tedeschi neppure dopo cen- sforzi cla operai mal nudriti e senza speran- to anni. C'è da fre·mere al pensare ad una za di- poter comechesia risparmiare. Gli abi- rivincita tedesca. tanti di città se !a pigìiano con i contadini, B' difficile dire quali ;5ar.annò le forze che– acèusandoli di tr~1tten-=rsi i loro prodotti ed· rove~ceranno la tirannia della sciabola fran. invidiando i loro prosciutti e il loro burro; cese. Forse _saranno gli St1ti. _dell'Europa, dì" ed i contadini ce l'hanno co:1tro il governo cui la Francia odierna accumula gli òdii con u socialista » che credono responsabile del de- gli stessi procedimenti. di Guglielmo II. For– prezzamento del danaro e di tutti gli altri i se saranno i popoli dP.11' Africa, cui la Fran– mali di cui soffrono. I conserv.atqri della Ba-i I eia ha ~nsegnato l'uso delle armi moderne ~ieta e della Pomerania, i comunisti de11a Sas-' ed_ a cm la Russia fa ora apprezzare l'idea

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