Pensiero e Volontà - anno II - n. 11 - 16 settembre 1925
PENSIERO E VOLONTA' 243 condo a mitigare l'effetto di certe espressioni e ad evitare una interpretazione troppo unila– terale. Il pensiero dell'uno e quello dell' al– tro, nell'apparente contrasta-, a noi lontani appaiono · come due manifestazioni, due a-– spetti di una medesima verità. Alcuni feno– meni do·lorosi ·quivi denunciati oggi sono scomparsi o molto attenuati; ma molti ne ri– mangono. E ve ne sono, come quello del de– prezzamento della moneta - tedesca e d~' suoi effetti, di cui pure la Germania va guarendo, che possono servire di insegnamento a quei Paesi, come l'Italia e la Francia, in cui da qualche tempo,- si -µa manifestando una sot- ' terranea e subdola tendenza a speculare sul fenomeno dell'inflazione, e a Provocar{o. Non sappiamo con precisione a che par– tito o cprrente politica appartengano oggi i due suddetti scrittori. Se ben ricordiamo, il Kampffmeyer era anarchico versO' il +895, ma poi uscì -·dal movimento e si occupò d'altro. L'Eltzbacher è uno stiidiosO', che non na– scondeva le sue sim:iPatie per le nostre idee, ed !ha pubblicato verso il r900 iin bel libro su «L'Anarchismo» che fu mo·lto lodata in quel tempo da Leone Tolstoi e Pietro Kropotkin. Quest.i due scritti che qui appresse> tradu– ciamo, si sono pubblicati - in dicembre del r923 e in marzo del r924 nelle Publications de la Révolte et Temps Nouveaux, serie di opuscoli di Propaganda, polemica e rassegn4 del movimento sociale a cura di ]. Grave (9, 1'ue Edmond-A bout, a Robinson, Par Sceaux, Seine, in Francia). I. ' Se si vuole studiare l'oppressione, i suoi metodi ed i suoi effetti, bisogna andare in Germania. Ecco _perchè un quadro della si– tuazione di questo paese non sarà privo di interesse per coloro che professano l'idea anarchica. In Germania si vede confermata una legge fonclamentale dell'op1pressione: quella che una oppressione è tanto più forte quanto maggiore è la distanza tra l'oppressore e l'op– presso. La schiavitù dell'antichità, che metteva in stretto rapporto familiare il !Padrone e lo schiavo, era relativamente sopportabile. Più crudele oppressione è il sal!ariato odierno, poich~ gli azionisti in genere non hanno che . una idea assai vaga della situazione dei mi– natori o dei tessitori. Niente di più terribile, poi, dell'oppressione .esercitata sulle popola– zioni primitive delle colonie, le sofferenze delle quàli sono del tutto sconosciute a coloro che da lontano godono dei frutti di quello sfruttamento. Più lungo è il braccio della leva, 1Più forte è la pressione. • I governanti di Francia pretendono di fare una colonia europea anche della Germania; le riparazicmi e le· garanzzie che si esigono da lei non ne sono che il !l)retesto. Si reclamano somme che la Germania fiorente d'anteguer– ra potrebbe appena pagare, e delle quali è impossiqile il pagamento in U:n paese este– nuato da una guerra di quattro anni e pd- _vato dal trattato di pace di una gran. parte delle sue ricchezze. E quando l'impossibile non si fa, si constata la cattiva vofontà del debitore, e si impiegano mezzi di coercizione che diminuendone ancor,a la facoltà di paga– mepto serviranno di pretesto a nuove sanzio– ni. Si as,petta che, sotto questa pressione cre– scente, la Germania éro11i un gìorno, e che. allora la Francia non abbfa più a temere una rivincita tedesca ed i territori tedeschi di– ventfno unà buona materia di sfruttamento ed una migliore risorsa it:i occasione di una guerra fra-neo-inglese o franco-italiana. La situazione della ,Cermania, oggetto oì questo. continua tortura, non può certo essere allegra. tMa essa è più triste che non sospet– tino la maggior parte di , quei francesi che approvano e incoraggiano le misure del loro Governo. Se i francesi conoscessero una p,ar– te soltanto delle sofferenze tedesche, rigette– rebbero con indignazione un governo che, per servire i loro interessi, brutalizza, avvili– sce, uccide uomini, donne e fanciulli, di ~ui il solo delitto è d'aver tollerato ,per trent'an– ni un imperatore senza cuore e senza cervello. Sul Reno e nella Ruhr I1oppressione fran– cese si manifesta più crudelmente. Ciò che avviene iu queste !l)rovincie spezza il cuore. La sdabola e Io scudiscio vi regnano. A nes– suno è permesso avere armi, meno che ai se– paratisti, una marmaglia c~e col pretesto di voler stabilire una repubblica renana terro– rizza il popolo disarmato. La produzi<,ne, un tempo fiorente, è paralizzata dall'esercito di occupazioneì molte officin"e e miniere cessano il lavoro, e i loro operai sono disoccupati e ridotti alla fame. Le autorità francesi cac– ciano la gente dalle ·sue. abitazioni e anche dal 'paese, senza dare nePJpure _il tempo di prendere le cose più necessariè; Esse preten– dono una sottomissione servile all'esercito oc- , cupante, che è ben nutrito e ben pagato, e che divora il danaro che potrebbe servire al– la ricostruzione dei dipartimenti devastati. Ci si domanda, dopo tutto_ questo, se i francesi sono sempre il popolo fiero di un tempo.
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