Pensiero e Volontà - anno II - n. 11 - 16 settembre 1925
262 PENSIERO E VOLONTA' ~ I • .. nonchè riassumere preferiamo nprodurre in tegralmen te. « In che consiste qut,sta infermità, - si do• manda il Uroce, questa fissazione, questa ot– tusità, il « cretinismo filosofico » 7 Nel sosti– tuire l'astratta proposizione filosofica alla concreta affermazione di fatto, e alla determi– nazione pratica e morale, che nel caso è richie– sta; e dare· l'una in iscambio dell'altra. << Ecco per quale ragione io, in questi ulFimi anni, ho più volte ammonito e messo in guar– ùia coi1tro la « troppa filosofia » o la « trop- pa filosofia poli~ica ». .,.. « Il male, che cotesto « eccesso » ora produ– ce, il diffondersi della infermità che ho de– scritLa, sotto nome di « cretinismo filosofico », f' stato già da me esemplificato in più occasio– ni; ma l'esemplificazione potrebbe pedagogica– µi.e11te continuare, e la continuerò oggi Con piccoli <,, casi », che raccolgo dalle polemi- che politiche del giorno ' I • « E' una p1·oposizione filosofica, che le cose umane sono governate dalla forza, e che ogni forza è forza spirituale. Altrimenti, da che mai sarebbero esse governate? Dalla mancanza di forza 1 o dalla forza materiale, che neppure i fisici riescono a trovare e pongono, tutt'al– pilì, per convenzione o espediente 7 Per la filo– so-Eia dello spiritualismo assoluto (e 'forse per ogni filosofia, se. ogni filosofia, voglia o non voglia, è sempre idealismo), non possono sussi, stere forze materiali. E questo, almeno per me, è di limpida verit,à. Ma, se in un certo luogo del pianeta. che si chiama la Terra, i cittaclini di uno Stato che prima avevano l'uso di dibattere i loro affari mercè quei « modi di forza ,, c:he sono la critica e l'oratoria e la as soeiazione e la votazione e altri siffatti, hanno adottato l'altro uso di ricorrere al bastone ,o al pugnale, e c'è tra essi di coloro che rim piangono il vecchio costume e si adoperano a far cessare il nuovo che qualificano selvaggio; quale mai parte adempie il filosofo che, inter– venendo nella contesa, sentenzia che ogni for– za, e perciò anche ·quella del bastone o del pu– gnale, è ·forza spirituale 7 Sarebbe troppo poco dire che fa solo la parte dell'inopportuno e dell'astrattista; perchè, sciaguratamente, vie– ne a fare anche quella, meno innocua, dell'ec– cita·to:i; all'uso del bastone e el pugnale: ec. citatore tanto più biasimevoilj in quanto non motiva il suo eccitamento co~ necessità po– litica o con la passibne o con le., volwntas che sta pro rat,fone, ma· 1a motiva mercè una pro– pos1z10ne filosofica, la_ qual~, en~ata in quell'occasione, e tra gente non filosoficamente educata, perde il suo vero· e universale signifi- cato, e decade a sofisma verbale e degrada. l'ufficio della· filosofia e toghe sincerità alla • stessa politica. Gli ignoranti pugilatori s'im, magineranno che la nuova e severa ed eroica·· filosofia condanni corrìe fatuì i mezzi civili e consigli come validi quelli selvaggi: allo stes– so modo che i giurati, ai tempi uella mia gio. vinezza, non di rado assolvevano il delinguen– te, lasciandosi persuadere dall'avvocato o dal prezzolato perito, che loro raccontava come la ecienza avesse ormai dimostrato l'inesistenza della, libertà del volere e la forza irresistibile del determinismo, e che perciò quel delinquen– te era irresponsabile. « Altro esempio. E' una non meno indubbia proposizione di filosofia della politica che au– torità e consenso sono ins~indibili, e che non vi ha autorità senza conse'nso come non vi ha consenso senza autorità. Se una pratica· econo– mica o una costituzione politica dura, non può durar mai per effetto di mera autorità o cli mera forza, ma anche per il correlativo con– senso. La proposizione è da raccomandare sem– pre che si voglia intendere la s'toria effettiva • e non· già negarla e vituperarla, come usavano gl'illuministi e giacobini, e come usano an cora tutti coloro ohe sono defi9enti nel senso dell'obbiettività storica. Ma, quando, in una partè de.Ila sopradetta Terra, si dibatte la que stione se un determinato governo abbia o no davvero il consenso dei cittadini, è insulso o è opera di sofista e di paglietta tirar fuori la proposizione che, dove c'è autortà c'è cou.'senso. 1 Basta considerare che quella proposizione ~ tanto universale da esser valida anche nel caso del masnadiere che pone 11 dilemma : o la b0r– sa o la, vita; perehè, in quel caso, chi dà la ~orsa consente, e, se non consentisse, laseereb .. be il masnadiere libero di risolvere da sè il suo dilemma, o anche lo indurrebbe forse a passare a ;un trilemma, quando, come talvolt~ accade, il masnadiere stesso trepida di quel che sta facendo e finisce con l'aver paura ». GENNARO MuNDAINI: Luci ed ombre nella · economia italiana del 1924: - (Critica Soeiale, Milano - n. 11-12 del 1°-30 giugno 1925). 11 Mondé!,ini nota .che dalla seconda metà del J 821 si è iniziato il processo d,i graduale risa– namento de1P'economia mondiale, la, quale è gj à oggi sotto certi aspetti ed in certi paesi della medesima Europa supenÒre a quella dell'anteguerra. Questo generale risollevamen tP economico si ripércuote anche in Italia, do- , ve l'attività produttiva ragi-unta nel 1924 si·
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