Pensiero e Volontà - anno II - n. 11 - 16 settembre 1925
... 260 PENSIERO E VOLONTA' bedue si completano. E come v'è stretto rap– porto tra séienza e :tìilosofia, così. v'è tra filo– sofia e metafisica. La metafisica infatti non t> che un risultato della fi;oso1ia la qua]e non può basarsi soltanto sui fenomeni cono– sciuti per la sua funzione speculattva, ma h,L anche la missione di mtuire e <li antici– pare nel dominio della conoscenza. I limiti tra la filosofia e la metafisica si confondo– no in modo che è impossiòile segnare fra loro una vera hnea di demarcazione. Per ciò scien– za, filosofia e metafisica non sono che tre mez– zi di cui gli uomini si sel'vono per sJ;iegarsi 1 fenomeni della. vita e del mondo. Non ~i1 comprende per ciò, osserva E. Ni– do, quale scapito ne venga all'anarchismo, quando contro di qu-esto v1ene lanciata l'accu– sa di essere un'ideale metafisico. Facciamo a questo punto le nostre riserve, tanto più che l'A. cj sembra fuol'i d.e1Ja real– tà quando dice che un tempo « si sar-ebbero considerate problemi, di metafisica le scoper– te scientifiche, perchè il terreno della meta– fisica non à- quello della scienza neppure con– Ridierata come jpotesi,. come antic1pazd,o,ne della immaginazione o del des11derio. Ma lasciamo da parte ogni riserva e obiezione, e limitia– moci a riassumer-e le idee esposte dal N1i'do: , L'anarchismo o, se così vuolsi, l'anarchia è una i1dea di metafisica socfaJe, in quanto si pone al di fuori o al di sopra della realtà at– tuale, ma è suscettibile di conquista. La real– tà non è tutto nell'universo. Fuori del mon– do materiale, del mondo sensibile v'è il mon– do dello spirito. E si tenga conto che già s1 comincia a considera.re ,Jia realtà non come una entità a parte e indo'pendente da noi stes– si, bensì com.e qualche cosa che· ha vita· e l'appresentazione so}tanto per la coscienza e volontà nostra. La realtà, più che statica, e dina-mjca,; e fluisoe come la vita, come il vento e l'acqua dei fiumi!. Non è un fatto d1 unù'ca e costante .interpretazione; ma è sog– getto al principio di .casualità. Come una causa f roduce un effetto che, convertito m causa, genera un effetto nuovo, la realtà so– ciale è sostituita sempre da un'altra realtà, un momento da un altr·o momento. Il carattere r ;ocia.le- rnetafisi'co dell'anarchia non scandalizza qujndi punto l' A. Al., con– trara'0 questi, ricordando che tutti i grandi pensatori e filosofi dell'umanità, son stati dei metafisi'ci, avverte che se la metafisica fu iu p.assat~ un rifugio _de.1pens1e1:o religioso, non per questo essa è f9rzata,mente un feno– meno di carattere teologico. Appartiene alla metafisdcn lo· scopo che l'uomo si propone-come ---------~------- ----------- ·-----·----- m,eta ideale, come sogno da realizzare. Le sue l~ggi soggettive non sono determinate soltanto dalle obiettAvità dell'ambiente reale, ma han– no le proprie esigenze ~ le proprie basi nelle zone dello SJ;irito, nel mondo dell'aspirazio– ne. L'anarchia essendo una aspirazione, una tendenza dello spirito, è quindi una idea me– ta,fa'sica. Coloro che rimproverano all'anarchismo il suo carattere di dottrina rnetafisica in fondo St pongono contro 11 progres-so. Infatti basar– si sulla realtà per giudicare l'anarchismo non signifn'ca in sostanza che fermarsi al concetto statico dell'.! cose, come fanno tutti i conser vatori. Nel mondo non v'è solo la statica ma anche la dinamica; ed il dinamico supera sem– pre da ogni parte lo statico. Tutto cammina verso l'ignoto, ve1·so l'intuito, verso il presen- . tiito. , Ogni idealismo ha, quindi in sè la sua parte di. metafisica per la porzione di sogno che con– tiene. La metafisca non è un concetto vitupe– l'evole ed è ora che sia rivendicata aa tutti gli idealisti della verità. Noi siamò esse!i meta.– fisici come siamo esseri fisici. Noi1vo'v:i amo non soltanto perchè -esistiamo nel mondo r~ale, ma anche r,erchè vediamo e percipiamo un mondo nuovo, fuori della-realtà attuale, verso cui ci 1'ncamminiamo attratti dalla sua bellezza ideale. Senza questa condizione metafisica d-ell'uo– mo ( conclude E. Nido) non vi sarebbe nelle società umane nè lotte, nè progresso, nè cont1- nuo di venire. GUGLIELMO FERR.ERO: Oligarchia e Demo– crazia nell'Italia contempor~nea - (Ras– segna Internazionale, Mila-no, n. 1 del 20 giugno 192:>). Quest'articolo del più noto storico italiano Yivente sostiene in sostanza questa tesi: eh~ in Italia non c'è stata fin qui una vera demo– craz.i~ al potere; ed anche quando ciò sembra– va_ dalle etichette esteriori, si trattava sernpn• del tlomi.mo spesso assoluto ùi una ristrett,. oligarchia che sapeva manovrare senza scru-- p oli servendosi anche di idee e<l uomjni ra ) I dic::ilmentet a lei avversi. Può ·darsi che in tutt0 ciò il Ferrero abbi& ragione; anzi l'ha di sicuro. Ma gli si potreb– be fare una domanda che forse lo imbarazze.– rebJ:>eun po,' : è possibile un governo realmen– t<-. democratico,• vale a dire dei più 1 può esser– ci un governo dei più 7 Il governo invece non è sempre composto di un piccolo, numero di uomini, che· comandano sui più 1 Ma l'iudole
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