Pensiero e Volontà - anno II - n. 11 - 16 settembre 1925

PENSIERO E VOLONTA' 259 rava gli alunni alle professioni industriali. L'abate Bernardino di Saint-Pierre (1658- Ì7~3) si occupò dell'ri'nsegnamento professio– nale. Le scienze posititve, le arti meccanichf;¼, l'apprendimento di un mestiere, sono prefe– riti da lui allo studio delle lingue. Il Fourier (1772-1837) nel suo trattato L' Bduca.zione na– turale si occupa d-el lavoro manuale e vuole, fra l'altro, che a' fanciulli visiltino gli opifici ed i laboratori per riconoscere la propria vo- . cazione professionale. Anche. il Rousseau (1712-1778) mostra dì aver coscienza dell'im:i;:ortanza sociale dell'ì– stru.zilon.e tecnica. · Emilio deve 11.'mparare un mestiere << tiiù che per l'amore di conoscere il mestiere, per soffocare il · pregiùdizio che lo disprezza », e perchè, imparando un mesti-ere; si mette al S1 1 cùro dai' bisogni, allorchè la riL. voluzione gli tolga le ricchezze. II celebre pedagogista PestalGzzi (1746-1827) fondò a Neuof.f una scuola agraria speri– mentale, nella quale i fanc1'ulli dovevano col– t.i-vare speciali prodotti agricoli, filare e tessere il cotone e attendere ad altri lavori unendo . , a queste occupazioni quelle inteUettuali, che occupavano minor tempo delle prime: Egli' di– mostrò la possibilità di far procedere insieme i.Il lavoro manuale e quello inteHettuale e lo si può consid-erare, a questo pro.posito, :r;:iù un precursore del Froebel che un discepolo del Locke e del Rousseau. La coscienza del valore àell'istruzfone professionale -era stata già, del resto, abbastanza chiara nel Filangieri (1752• 1788) che nella sua Scienw, della Legislazione parlava della necessiità di curare l'apprendi– saggio; e così in G~'useppe Gorani (1740-1819) ed in Gaspare Gozzi (1713-1786). Quest'ultimo nella sua Riforma "degli Stndi vuole clìe le scuole rendano i figli del popolo atti1 ai me- stieri che i:oi abbracceranno. . Con la Rivoluzione francese il principio del• l'istruzione professionale trova sistematori e le– giislatori. Il Condorcet vuole che nelle scuole vi siano modelli di macchine ,e illustrazioni di mestieri e che in qualunque grado dell'istru– zione sia coltivato l'insegnamento deU.e arti pratiche. Il Romme nel suo disegno, che la Convenzione votò nell'ottobre 1793, stabilisce che si facciano assistere glì 1 scola.rii ai lavori c8dl1pestri ,e degli opifici « e vi prendano parte quanto lo consente la loro età ». Nel disegno Bonquier, tt,nch'esso adottato, è stabilito chè i · giovani che, usciitò.'dalle scuole primarie, non si dedichino ~ lavorare la terra « dovranno imparare un mestiere utile alla società ,,. Nel– io Scuole Centrali; progettate ~al Lakanal prevale il -criterio industriaJe. / ---- - - ---- · Una grande affermazione .del ~alore pedago– gu'oo del lavoro manuale si: deve àl filantropi– smo ~edesco della seconda metà del settecento. Basedow, Herbart e Froebel precisano il va– lore educaLfvo del lavoro, manuale. Il Froebel (1782-1852) vede i~ tutte le forme di la;oro i:ro– du,ttivo l'analogia con il gioco, e inventa i giochi istruttivi ed educaUvi in quanto il fan– ciullo concretizzando materialmente le idee ac– quista una superior,e capacità di esprimere la propria vita i;ntellettuale e morale nell'az.;'one. ' Il Berneri oomplleta questi appunti storici accennando ai tentativi d'integrare il lavoro intellettuale con quello manuale nell'epoca p,re– sente neg;li Stati Uniiti, Germania, Inghilterra, Francia, Svezua. In Italia si è fatto molto po– co, malgrado la propaganda dell' Angiulli, di Emanuele Latino, ~i Giovanni Daneo e di al- - tri. Il governo bolacevico i'n Russia ha molto sviluppato l'indirizzo tecnico d,eUe scuole. Concludendo che gli educatori hanno il do– vere d'interessarsi a questo interessante i;-ro– blema, il, Rerneri raccomanda uno degli studi sull 'argome:q.to , d11' Piietro Kropotkin, sul mo– do di armonizzare il lavoro cereurale col la– voro manuale, in cui la questione è trattata particolareggiatamente nella maniera mi– gliore. ENRIQUE Nino: La metafisica dell' anar– chismo. (La Revue lnternationale Anarchist,,, Parigi, n. 8 del 15 giug. 1925). Nella sezione in lingua spagnuola di questa rivista (che ora sii ~rasf1Q1rma ed usci,rà in tre i:i– viste- separate: ·francese, italiana e spagnuola) lo scrittore argentino E. Nido tenta la presen– tazione d'una concezione anarchica, che certo me"raviglierà quanti, ,e sono la grande mag– gioranza, non concepiscono l'anarchismo se non· secondo una interpretazione materialisti– ca ed ultrapositivista. Il Nido rivendica, in certo modo,' i diritti della metafisica contro l'esclusivismo scienti1- fo'ço1partendo dal concetto che la scienza non è intangibile nè ·immutabile, che le sue cognizio- · ni e conquiste in ap 1 parenza pirù solide sono suscettibili di correzion~ 1 · e rettifiche e ohe gli scienziati medesimi sii .ved.onq costretti conti– nuamente a ricorrere al mondo della filoso– fia per trarre dai prop·{i principii' dell~ conclusioni, valide e delle ipotesi ideali. S-enza· filosofia no~ vi sarebbe scienza, cioè· non vi sarebbe possibil~'tà d'investigare il mondo igno– to che ci circonda e del quale· facciamo parte. Non vii è incompatibilità tra la funzione del filosofo e quella dello scienziato; anzi am

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