Pensiero e Volontà - anno II - n. 11 - 16 settembre 1925
PENSIERO E VOLONTA' 251 sai v1cmo a quello degli anarchici odie,rni, e non avesse niente a che fare, fosse anzi pr~– cisamente l'opposto, della democrazia pluto– cratica e trescante con tutte le tirannidi e la terza repubblica dei banchieri e dei militari– sti, che han celebrato con alla testa i1 Kai– ser e lo Czar i loro saturnali di sangue dal• 1914 al 1918, per darci i risultati liberticidi <li cui s'assaporano oggi i frutti ~n tutta Eu– ropa. Nè deve meravigliare, neippure, una certa baldanza patriottica diffusa qua- e là in que– sto scritto. « No°i' francesi, - esclama ogni tanto Eliseo Reclus, - noi, francesi, !Porta– bandiera dell'avvenire:.. L'iniziativa 1ivolu– zioniaria della Francia ... >> ecc. Sorge anche il dubbio che in lui si fac~ia sentire un po' la h1fluenza della tradizionale ostilità antibri– tannica dei francesi quando svaluta in qual– che modo la RivolÙzione inglese confrontan– dola alla francese. Ma sono nèi, che scompa– iono nell'onda d'entusiasmo e d'amore uma– no che straripa dalla prima all'ultima parola. Del res_to questa credenza in una missione iniziatrice di progresso della Francia era molto comprensibile nel 1851, perchè confer– mata dalle tre precedenti rivoluzioni del 1789 1 del 1830 e del 1848; e poteva ben sentirla in gnel caratteristico periodo dei risorgimenti nazionali, w1 francese appena ventenne come Eliseo Reclus, se quella stessa credenza era allora condivisa da tanti rivoluzionari di tut– ta Europa e d'America, fra cui non ultimi gli itali.ani Giuseppe Ferrari e Carlo Cat– taneo. Può rientrare nell'orbita di queste consìàe– razioni anche l'accenno di Reclus ai soldati francesi che, mentre ba&navano di sangue_ cit– tadino le vie e piazze di Parigi, « dimentica– vano le vie della frontiera n. :Ma grave erro– re sarebbe il vedere in queste parole quasi un rimpianto della guerra, che contrasterebbe con tutto il rimanente di questo scritto. Era quello un semplice modo di dire, per con– dannare la politica estera di dedizione e di· servilismo, con cui fin dal tempo di Luigi Fi– lippo ]a Francia rendeva servigi a tuttè le tirannidi europee: politica che era continua– ta· pedissequamente dalla Repubblica reazio- narja e borghese del 1849-51 .' · Non è vero che una ,politica disipotica al– ]' in terno significhi polìtica di forza e di· di– gnità verso l'esterno; spesso anzi è il contra– . rio, chè le oligarchie interne pur df aver le mani libere per ogni infamia contro i propri concittadini, non, di rado fanno la politica e– Ja pitì rinunciataria possibile. Non bi- sogna dimenticare, d'altra parte, che nel 1848 i rivoluzionari francesi e i proletari pa– rigini fecero incessanti manifestazioni di sim– patia e solidarietà pei 1 poipoli oppressi : per gli Italiani, per gli Ungheresi, per gli Irlan– desi e più specialmente per i Polacchi, a fa– vore dei qual_i ultimi chiedevano un inter– vento armato. Il fuggevole accenno di Reclus ai « soldati che dimenticano le vie della frontiera» po– teva anche riferirsi a questo desiderio dei ri– voluzionari, frustrato dalle esitazioni de1 Go– verno Provvisorio del febbraio '48 e osteg-' giato e deriso dal governo dittatoriale dei massacratori di giugno. * * * Malgrado i'importanza che questo scritta di E. -Reclus ha dal .punto di yista storico dello sviluppo delle idee socialiste ed anar– chiche, in rapporto al movimento rivoluzio– nario democratico e re(Pubb1icano che le ba precedute, noi oggì non lo presenteremmo certo come una esposizione delle nostre idee. 11 medesimo Eliseo, Reclus, pur non aven– do· alcuna ragione di pentirsi d'aver scritto queste pagine, se le ha rilefte negli anni della maturità avrà constatato che esse non rispondevano più in modo preciso e comple– to al suo pensiero, non rispecchiavano più la sua mentalità e psicologia, ed ·il loro lin-. guaggio ·mistico e politico insieme non era più il suo. Il fatto che, pur avendole coµser- . vate, non abbia !Pensato mai a pubblicarle è nna dimostrazione di tutto ciò. Ma oggi queste pagine, che servono a lu– meggiare tutto un periodo storico ed il cam– mi110-delle idee in seno ad esso, oggi che as– sistiamo ,allo svolgersi di· avvenimenti che nna qualche somiglianza hanno con quelli della Francia del 1849-51, queste pagine di fierezza e d'entusiasmo giovanile con cl_1i Eli– seo Reclus reagiva contro la depres$ionc spi– rituale del suo tempo,· sono le ben venute. Come indice di. pn mpmento importante del processo psicologico ed ideologico, attra– verso cni. Eliseo Rechis è divenuto parecchi anni dopo l'anarchico che tutti sanno, que– sto sci:itto giovanile è interessante per noi e suscitatore cii care memori~,· anche percbè è all'incirca attraverso il medesimo ,processo psicologico e ideologico che tanti giovani i.tà -. liani, dal 1870 al 18.90 o ipoco più. sono pas– sati dall'idealismo patriottico repubblicano della rivoluzione italiana all'idealismo inter– nazionalista anarchico del'a rivoluzio11e so– ciale.
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