Pensiero e Volontà - anno II - n. 11 - 16 settembre 1925

• PENSIERO E VOLONTA' 249 In certo modo, per Reclus, l'anarchia, « la prù alla espressione dell'ordine» '(all'anarr– chia egli accenna di volo in un solo punto del suo scritto, ma, come si vedrà, essa ne resta da cima a fondo il concetto informato– re), l'organizzazione sociale ugualitaria, la << repubblica unfoersale » come pure la chia– ma, sarebbe la « Repubblica Cristiana », il ve– ro Regno di Dio sulla terra. Non sarà male avvertire, tra parentesi cihe questo suo forte spirito religioso e quasi mi– stico non si concreta in nessuna- delle reli– gioni rivelate; egli fin da allora era più che ostile al cattolicesimo ed anche al protestan– tesimo. Il suo deismo s'accostava· assai. più a quello <li Giuseppe 1 Mazzini, pur non essen– do ieratico come ,questo. Era cioè un deismo e cristianesimo libero e tutto suo personale. E poichè abbiamo nominato -Mazzini,· ci pa– re che, simile a questo, anche Realus conce– pisse l'i-dea del dovere come la migliore mol– la spirituale del progresso umano e della ri– voluzione. Eliseo Reclus pochi anni dopo era già ateo e materialista; ma restò in lui quei senti– mento 1 profondamente religioso dell'ideale, costituito dall'aspirazione eterna dell'uomo al bene, che le -Chiese ihan saputo e sanno così bene sfruttare ,per deviarlo e materializzarlo, ma che non resta meno per questo uno dei più importanti fattori di progresso e la luce interiore della nostra esistenza. Ed insiem~ al sentimento idealistico restò in lui sempre, fino .all'ultimo respiro, quell'altissimo senso .del do-vere che, lui uomo di studio e alieno dalle brutalità della lotta materiale, spingeva nel 1871 a prendere un fucile e a battersi come semplice soldato in difesa della Comu– ne contro i versagliesi e nel 1893• persua– deva a dire umane parole in favore di Ra– v.achol trascinato alla ghigliottina. La spiegazione del linguaggio mistico e deista di Reclus è semplice, sia dal punto di vista personale sia da quello sociale, in r8!P– porto ai tempi e all'ambiente. Eliseo Reclus scriveva questo suo lavoro nel 1851, mentre la Francia e l'Europa fremevano ancora, pur sotto il giogo ritornato pesante, delle rivo– luzioni di tre anni prima; e mentre egli ave– va circa 20 anni e usciva si può dire, allora da 11na famiglia religiosis;ima. di una di quel– le frazioni protestanti più scarse di seguaci, ma in cui forse la fede era tanto maggiore quanto minore era il suo seguito. Il padre di Hliseo, pastore protestant~, era un cristia– no, il quale « si domandava se un apostolo del Cristo che non aveva newur'e una pie- 'tra su cui riposare, avesse il diritto d'incam– minarsi verso il benessere e la ricchezza, e se 110n fosse delitto d'infedeltà l'avere accet– tato un posto e una paga dal potere tempo– rale n (1). Qualcosa del vecchio spirjto liber– tario e comunistico dell'antico Anabattismo fermentava forse ancora in quella famìglia di rigidi e ,probi credenti. D'altra parte molto della mentalità e psi– cologia rivoluzionaria fino al 1848 e poco dopo era imbevuto di spirit~ religioso, e mol– te tendenze mistiche vi si ma11ifestavano, di cui il mazzinianesimo italiano fu una delle più importanti. Non pochi rivoluzionari, an– che di tendenze socialiste, ammantavano di un 1inguaggio religioso la loro propaganda, assommavano in Dio tutti i loro ideali rifor– ma tori ed in Dio vedevano il supremo vindi– ce dei diritti popolari. Era il tempo delle << Parole di un credente» di Lamennais; e Goffredo 'N.fameli cantava : , Quando il popolo si desta Dio si mette alla siia testa, le sue folgori gli dà. 1Ma questo scritto riveste maggiore impor– tanza, come documento storico, in quanto ci mostra quale fosse la mentalità pplitica e so– ciale della gioventù repubblicana francese uscita dall'esperimento rivoluzionario e rea– zionario svoltosi dal 1848 al 1851. La Rivoluzione di febbraio del 1848 aveva aperto un periodo di grandi speranze in Fran– cia e di rivolgimenti in tutta Europa. Nep– pure un mese dopo s'iniziava, con le Cinque Giornate di Milano, la Rivoluzione Ita– liana, -e si avevano all'incirca nello stesso periodq o poco dopo le altre rivoluzioni a Vienna, a Berlino, in Ungheria, in Polo– nia,. ecc. La rivoluzione .parigina, che aveva . dato !'aire, fu certo quella che all'inizio _si spinse più avanti, ma finì anche più celere– mente il suo ciclo.: Gli operai di Parigi avevano in febbraio vinto e cacciato. gli .Orleans, rimorchiando dietro sè la borgihesia, parte. della quale era arcistufa di Luigi Filip(Po; -ed. essendo essi stati, o quasi gli unici combattenti, i più I . energici ed i più numerosi, erano riusciti a, dare :un carattere di rivendjcazione sociale al movimentò. La borghesia liberale, che for- ,, (1) Eliseo Reclus: Biografia di Elia Reclus. - Vedi rivista • Il Pensiero • Roma. N. 5 del 1• marzo 1910 (voi. VIII, pag. 76).

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