Pensiero e Volontà - anno II - n. 10 - 1 settembre 1925

PENSIERO È VOLONTA' 223 il governo autonomo détta produ,zione ... , cio~ s1'a qualcosa di sicure e di fatale, -~ome il cor– quell'ordinamento sociale che tutti i soci'alhti so d'un fiume che va inevtabilment~ ver110 la dal Proudhon al Marx hanno chiamato a,nar- foc.e e non può arrestarsi nè risalire verso la -chia ». sorgente. Ogni volta, insomma, che si è voluto risalire Gli avveniment'1' umani non tleguono una, U- ' da.lla. pratica alla dottrilna, dal particolare al nea costante nè ubbidiscono ad una legge sem– generale, dalle idee contingenti ad un ,ideale pre uguale di sviluppo.. .Essi non ha.:nno una. di progrei:iso umano in continuo divenire, sem- logica, cui siano a forza subordiina,t'i', od hanno pre si è giunt~ a conclusioni anarchiche. An- soltanto quella logica che gli uomini ne deri– ,che senza saperlo, senza conoscersi l'un Faltro, vano dopo che gli avvenimenti si sono già pro– senza esserselo proposto, e partendo dai più di.- dotti. Nei fatti umani v'è un elemento, un fa.t– Vtrsi punti di vista, svHuppa".ldo le lor.) idee tore imponderabile ma importantiss'1'mo, che sui campi d'investigazione più lontani, un'in- turb8', accelera, ritarda od arresta il loro svol– finità di pensatori e di scienziati; di apostoli geri:;i: la volontà. La pietra che cade non può e dj uomini d'aii'one, sono giunti concorde- sfuggire alla elementare legge della caduta dei rneutf\ a questo risultato, che già J. G. Fichte corpi; l'uomo fa vece, pur essendo soggetto al– anticipava nel 1794, mentre la Rivoluzione le stesse leggi naturali, può ~er atto. della sua francese raggiunto l'aptice qella parabola volontà servirsi d'una legge naturale contro ascendente cominciava la sua rapida e tragica l'altra ed annullarne in pratica gli effetti od djsc-tsa che il progresso umano va di pari ottenerne di diversi e magari opppsti a quelli passo con un costante diminµire dell'autorità. che si sarebbero avuti se111za l'intervento della statD fo e con un ptralleio accre:;cimento del- volontà umana. fo libertà individuali e collettive. Se poi i rapporti fra l'uomo e le· cose inani- « Il momento· segnato sulla linea d'i evolu- mate sono sempre i:;oggetti a legg'l che possono zione tracciata al genere umano è quello in in qualche modo farne prevedere gli svilupi:;i -cui tutte le aggregaz 1 o1Vistatali saranno super- possibili, i rapporti fra uomin'1l e uomini, fra fhte. E' il momento in cui, in luogo della, for- collettività e collettvità di esseri p'i'ù o meno za o dell'astuzia, la ragione sarà riconosciuta « volenti », sfuggono a qualsiasi determinismo univ~rsalmente come giudi 1 ce .supremo.,. J>ri- apriodstico a qualsiasi fatalismo, a qualsiasi ma che tal momento sia 'giunto non potremmo automatism~. Quando a tal• propo~ito si parla nei:pure chiamarci veri uomini » (1). La pa- d1 « inevitabilità », di « logica delle cose ,,, rolR. « anarchia » non era stata pronuinciJ1.ta ecc., si tratta di semplici modi di dire, oppu– ancora, ma l'idea ne era g~à in cammino. L'idea re di rapi:;orti limitatissimi e di breve dura- ' della libertà fin da quando iniziò il suo tenta- ta, e sopratutto di una illusione _della nostrai tivo di realizzari:;i polit'i'camente a.ttra~erso la mente, che ritiene fatali certi fatti avvenuti democratizzazione dello Stato, prima ancora solo perchè ~ono avvenuti oppure crede inevì– d~ trovare nel socialismo la vfa di uscire sul tabili altri fatti ancora non ayvenuti solo per.– serio dall'astrazione col risolvere il problema chè desidera che avve111gano. de1la miseria, era già tendenzialme~te una ' Il progresso umano verso una sempre mag– asp11razione anarchica.. giore libertà ed un maggiore benessere dei Quanti di coloro che, in questi ultimi cento popoli ~ quindi sopratutto un nostro dle– ann, 111el ramo _speciale della loro scien~a o nel .siderio, qualche cosa che noi vogliamo, campo particolare della propria attiv 1 ia, han- ~ non un beneficio che ci spetti natural– no cooperato col pensiero e con l'azione a scal- mente come i fiori' in primavera e i frut– zare anche una piccola e quasi invisibile ra- ti in autunno. · E se v'è gente che voglia d:i'ce del principio d'autorità e contribuito sta il contrario, e ùo voglia più Jortemente di noi, pur mfnimamente ad -estendere il raggio d'e- e r1oi non trov ~a.mo in noi ~tessi la forza,. la spa.nsione della libertà, quanti di costoro re- , abilità, la scienza e lo slancio i:e~ combatterla. starebbero meravigliati e fors'anche i 111dignati e vincerla., ogni progresso può venir meno, al se~tirsi dre che hanno lavorato per l'a.nar- mutar.si i111 regr~sso e smentire tutte Ie p'1'ù, ehia. ! gr1tndi aspira~ioni umane. **• Una legge fatale del 1< pi,ogreaso indefini- Ma. sarebbe grave errore il concludere da. tn », ch'era quasi una fede pei positivisti del tutto ciò che il divenire del progresso umwo secolo scorso, non esi~te.. « Non tutte le rivo– (1) I. G. F10RTE - Sulla mi1aione del dotto.' - Edit. Ca– nbba, Lanciano. - pag. 52. luzioni sono fatalmente un progresso, come non tutte le evoluzioni sono sempre orientate verso

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=