Pensiero e Volontà - anno II - n. 10 - 1 settembre 1925
236 PENSIERO E VOLONTA' l\lfolto ci sarebbe da dire su ciò, che è un ,progresso dal Iato della quantità, te un regresso per la qualità, e fonte a1tresì di gravi disillusioni·, come recenti constatazioni in Italia (malgrado le eroiche eccezioni che tutti ammirano) fPOSsono aver dimostrato ... iMa questo ci porte~ebbe troppo lontani e su tutt'altro terreno. Se ne potrà somjpre npar– lare, de1 resto. * * * L'ultima replica a Stagnetti di Bat~wglie Sindacali termina con un po'. d'ironia sm « sogni d'anarchia, i_deale nobilissimo e per– fettissimo che si rea'lizzerà certamente - co– me ebbe ad assicurare Errico Malatesta - il giorno in. etti tutti gli uomini saranno anar– chici »· Quando e dove MraLatesta abbia detto di un ideale .pe'rljettissimo,, per irealizzare il · quale bisogna proprio a$ertrtare che ~utt~ gli uomini siano diventati anarchici, noi non sawiamo; .e sarà molto difficile al giornale confederale di precisarlo. L'anarchia è un ideale di lotta e di riforma sociale e come tale non potrebbe mai essere « p~dettissi. mo » ma solo, relativamente, migliore de– gli altri ideali a fondo autoritario; ed un progresso reale, certamente grande, sull'or, ribile assetto ~ciiale odierno. ,Ma niente IPer. fezioni ! Non dipingiamo troppo bello l'avvenir~, per poi crederlo irraggiungibile o troppo lon, tano... Il paradiso gli anarchici lo lasciano, come dicev.a Heine, agli angeli e ai passeri! E non ci sarà bisogno, !Per realizzare una· società anarchica creda pure Battaglie Sindacali -· <:h~ << tutti gli uomini » siano anarchici. Basterà lo siano, anche se mino– ranza, un numere di uomini sufficiente a bastare a sè stessi, .pei propri bisogni, alla 1Prod'uzione, agli scambi ed a.i servizi pub– blici; nonchè. per la propria sicurezza, a di– fendere la :propria libertà contro g.li even– tuali attacchi dei regìmi autoritari circostan– ti vecchi e nuovi. .. Un organizzato 11ella Conf. Generale del Lavoro. Per mancanza di spazio· rimand,iamo ancora l'articolo di Malatesta su Fanelli. Errata. corrige 11 traduttore della lettera di Lu'1'sa Michel a Vittor Hugo, pubblicata nel numero 8 della nostra rivista (1. luglio 1925), ci prega dì oor– r'3ggere un suo gra.ve errore di ignoranza, i~ cui è caduto nella nota a pag. 191, dove a pro– posito delle Feuillantines di cui parla Vitlio. H ugo in un a sua poesia si diceva: « qui pro– bab'i1lmente V. Hugo, che quando scriveva que,– stj versi era monarchico e religioso, doveva al- 1 ndere ad una chiesa ». Non si trattava di una chiesa nè delle oi:;inion'i' più o meno religiose del poeta.! Le Fe1.1,1,Zlantvnes erano un antico crJnvento, con un ampio giardino, in Parigi', nel quale abitò la famiglia Hugo mentre il poeta era ancora fanciullo. Il padrone di ca,. sa che aveva' comprato il convento delle Fo- ' gliantine quando la rivoluzione l'aveva con- fiscato, nr aveva ~ffittata una parte agli Hu– go. II poeta conservò c;empre un dolce ricordo rli quella casa, e aò essa alludeva nel verso ci– tato .da Luisa M'.'chel e riportato nel numero otto. Nel Proletario, organo sirvdacalista di New Yor!i dell'rr luglio, 1/ è qualcu,no che o.Uacca. con su,5siego dottorale l'Osservatore per « domandargli una buona volta se è ancora anarchico oppure è diventato un socialdemo– cratico». Se quel signore allwde al com,pila– tore di u,na nostra rubrica (come ,pare dall'in– qu,afijicabile tentativo· di in:dividuarci Per sta– bilire arbitrariamente la no•stra identità per– sonaDe con altri collabo·rato·ri di giornali a~ar– chici), non abbiamo da far altra che rvman– da_rlo a parecchi articoli con la stessa firma Old a.ltre, ohe in questa ri-vista han precisato senza equ,ivocazioni la nostra posizione in– transigente di anarchici di fronte al-le <>PPo– sizioni aventiniane, alla socialdremocrazia, al riformismo, confederale, ecc. La nostra intransigenza ·non si sfogli, è ve– ro, con male parole, col chiamar tradito.,-t tu.tti queHi che non pensano o n011, fanno quel che vogliamo noi, e co,l rendere così grat-uiti servigi ai com,uni nemici; ma preferisoe ba– sarsi sul ragionamento e soPTa un~ senso di responsabilità, oggi più che mai necessario e doveroso. Questo modo di fare, come le idee e metodi che difendiamo,, no·n è, nuovo, bensì il nostro da parecchi-e decine di anni. Se c'è chi non lo capisce, non sappiamo che farci; · noi continuiamo per la nostra strada senza curarcene-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=