Pensiero e Volontà - anno II - n. 10 - 1 settembre 1925

PENSIERO E V:OLON1A' '::!35 cassero ingiustamente .la C. G. del L., può star sicura questa che noi la difenderemmo a seconda della nostra persuasione, senza .curarci affatto della tessera che abbiamo in tasca; e la difenderemmo ci si può ben ere~ ,dere, anche se fossimo ~oci della U. S. I. Ma .tutto ciò (secondo Battagliie Sindacali) ,dimostrerebbe che .cc gli anarchici non han saputo darsi una disciplina collettiva in ma– teri.a sindacale ». Sarebbe a dire? Noi abbia– mo una disciplina, come anarchici, !Per ciò che •riguarda la lotta, il ,movimento, l'or– ganizzazione ed i principii ianarchici; e ,può star certa B, S. che questa disdplina è osservata oerfino... dai disorganizzati, per– chè scaturisce dalle idee od è in stretto rao– porto di dioendenza con esse. In quanto ai movimento sindacale, noi lo concepiamo au– tonomo, indipendente da tutti i movimenti di partito, compreso il nostro; ed è ,per que– ~to che nei nostri congressi (pur afferman– do le nostre-preferenze e siID1Patie per l'U. .S. I.) ci siamo sempre rifiutati cli stabilire un obbligo di alcuna soecie d'adesione a qualsiasi organismo non anarchico. Ciò ci ha procurato la stessa accusa, che ora rivolge B. S., da parte degli elementi sin– dacalisti e un po' di malcelato scontento an– che di qualche compagno, cui l'affezione al- 1' U S. I. faceva un po' velo agli occhi. Mia è aLcusa ingiusta, da qualunque parte venu– ta: chè anche s11 questo campo la discipli– na, quellc:1morale, di principiq, v',è edl è -tPiù' forte <li quella formale: e consiste nell'im– pegno di tutti i com.pagni, ;:t qualunque or– ganizzazione sindacale appartengano, di so– stenere e ,praticare dovunque, si sia in mag– gioranza o in minoranza gli stessi concetti e metodi libertari e di azione diretta della organizzazione e del• movimento operaio. Infatti noi crediamo ora l'an'lrchìco mem– bro de11a Confederazione Spartaco Stagnet– ti sostenere nell'organo· confederale in con– tradditorio con la redazione di questo all'in– circa i medesimi, princi;pii e metodi d'orga– nizzazione e di lotta che abbiamo tante vol– te sentiti difendere dall'anarchico Armando Borghi, esponente dell'U. S. I. E se quakhe compçigno può essere talvolta caduto 1n er– rore od incoerenza (e ciò è avvenuto qwl– che volta e nell'un compo e nell'altro) ciò è i•llllPUtabi.lealla minore forza di resistenza all'ambiente dei singoli individui ed al ca• rattere specifico dell'organizzazione sinda– cate, che ha un compito .troppo jmmediato di difesa di interessi n1ateriali, per ;poter e!:,sere sempre !:,Opra una intransigente linea di direttiva ideale. Nè crediamo di ,essere ingiusti aggiungen • do che la Confederazione del Lavoro è in questo senso (se non altro ,per i JI1J.gg1uriin– teressi .materiali affidatile dal maggior nµ– mero de' suoi iscritti) in assai più numero– se e maggiori « occasioni di peccare »· che -non .I' U.. S. I. - il che spiega come questa sia o sia stata più in grado di acquistarsi le maggiori simpatie degli ana~chici, cofillPre– Si quel1i non inscritti: nelle ·sue file. *** Non seguiremo Batlagfie .Sindacali. pelle sue curiose distinzioni fra autorità. è au'io-ri– tarismo; dove mai abbi~ ,prese quelle defini– zioni, che noi ora sentiamo per la fPr.lm.a volta, - « autoritarismo è que.llo 'che uno si arroga, autorità è qu,ella che gli viene confe– rita » - -noi non sappiamo. Qui davvero i:mn ,potrebbe disturbare ii sonni di Rigutini e fanfani! Autorità è l'idea o il fatto, autoritarismo è la stessa idea o fatto diventato sistema• Non c'.è gran differenza, praticamente e nel linguaggio usuale, fra l'una e l'altra parola. In quanto all'autorità come cc potere de– legato » gli anarchici certamente non lo am-· mettono; essi ammettono cioè la delega di fllnzioni, ma non la delega di ,poteri. Ed in tutte le organizzazioni, anarchiche, sindacali od altre, essi non ,riconoscono mai poteri di sorta e se per caso ve ne fossero si fare&- ' - bero un dovere di disllbbidire ai loro ordÌni . ' qualora questi non coincidessero con le pro- prie convinzionj e col proprio sentimento del dovere. Il fatto che le organizzazioni sindacali siano più idealiste e rivoluzionarie all'mizio e -diventino ,più moderate e accomodanti con l'aumentare dei loro effettivi e col crescere d'importanza degli interessi da loro patroci– nati è in gran parte vero, ma uon ha niente a che fare col grado· di coscienza delle masse nè con quello di evoluzione e iprogresso del· paese in cui si sviluppano. La ragione è un'altra, cui ,più sopra -abbiamo accennato di passaggio : .cJie cioè man i:nano gli inte– ressi prendono il sopravvento sulle· preoccu– pazioni ideali, che animavano i 1primi pionie- , ri. la influen~ dei quali viene a poco a poco neutralizzata e soffocata dalle -preoccupazio– ni materiali delle grandi masse iche s'inscri– vono nelle unioni di mestieré solo per au– mentare il proprio .salario o diminuire le ore di lavoro.

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