Pensiero e Volontà - anno II - n. 10 - 1 settembre 1925

226 PENSIERO E VOLONTA' ' della terra per disporne a proprio ed esclu– sivo beneficio- Gli economisti conservatori basano i loro ragionamenti sul principio del– la proprietà frutto del lavoro, ma questi ra– gionamenti vennero oramai demoliti dalla critica socialista. Non occorre citar~ Prou– dhon o ,attingere alle fonti di pensatori e di economisti socialisti per .dimostrare l'origine violenta e perciò ingiusta della proprietà ter– riera. Basta ragionare brevemente sulla sto– ria deHe età lontane. Ohi fu il primo essere che si impossessò di una porzione di terra? Fu l'uomo - ri, sponde James ~guet nel suo libro << La• Ter– ra ai Contadini» - che visto un albero por– tante buona frutta, vi si accampò sotto e impedl colla forza ad altri di contrastargli il pos,sesso. Poi venne un pastore qualunque - è sempre lo studio di James Aguet che' qui si riassume - il quale, avendo addome– sticate alcune pecore per cibarsi del loro lat– te e d~lla carne dei loro agnelli, recinse, on.. de procurnr loro nutrimento, un terreno sul quale ·crescevano erbe e s'impadronì di qual, che caverna, mettendo a morte chi avesse avuto l'ardire d'introdurvisi. Più tardi, un individuo dotato di spirito di osservazione, essendosi .accorto che nella terra smossa dal gn1gn,0 dei cinghiali, un seme awortatovi <lal vento, nasceva e cresceva rìgoglioso. eb– be l'idea d'imitare l'esempio. Con un mezzo qualunque smosse la crosta della terra, vi · gettò qualche semente, ed al fine di &ssicu– rarsi il possesso della sua terra e dei suoi frutti, costrul c,oi sassi la prima siepe, di– fendén.do il terreno lavorato anche colla vio– lenza. Così nacque il primo agricoltore, il Caino della leggenda 'biblica, .fratello di A– bele che era ·•pastore. Abele, come fanno oggidì i pastori, si introdusse nella tetra la– vorata e Caino, per difendere la . sua pro– prietà, ueçise l'invasore.-. Dalla leggenda al– la realtà: il triste diritto di proprietà, attra– verso le eil)oche,' fu sempre fomite di delitti, di guerre, di dolori, di orrori. J ames Aguet, (4) nel libro citato, dimo– stra come specialmente presso gli Ariani, la proprietà terriera abbia avuto origine nel culto dei morti. Nei tempi antichi ·i morti (4) .Abbia.mo condotto questa rapida indagine sulla storia della proprietà terriera attingendo specialmente nel citato ·librp dell' ~guet,' perchè è forse l'unica pubblicazione che venne stesa con criterio storico schiettamente agricolo. Inol– tre, la serietà e la competenza dell'Autore sono garanzia anche J)er noi. venivano sepolti nella dimora dei vivi : ognì famiglia .aveva la sua tomba in cui i morti veniv.ano sepolti un. dopo l'altro, sempre in– sieme. Quando poi la tomba non potè più essere contenuta nell'ambito dell'abitazione, essa venne costruita in vicinanza immediata, .affinché i figli, entr.ando ed uscendo, dalla lo'ro dimora, incontrassero ogni volta il ri– cordo dei .loro padri ,e !l)Otessero indirizzar loro un'invocazione. Fu la· necessità assoluta che ·ogni famiglia possedesse la tomba pei propri morti ed il sito occorrente al focolare indispensabile per adorarli che costituì pres– so i popoli di stirpe ariana, e cioè greci e romani. il diritto giuridico di proprietà del~ 1a terra. iPerciò, fin dai teilljpÌ remoti, le popo1az10, ni della ·Grecia e dell'Italia, praticarono la proprietà terriera. Ogni famiglia possedeva in proprio un iappezzamento - chiamato he– redium - il ,quale comprendeva i campi per la coltivazione del grano ed i pascoli per il bestiame. Nel mezzo deUa !l)roprietà veniva edincata l'abitazione con la tomba degli an, tenati ed il sacro focolare. Le leggi di Spar– ta e di ,altre città greche vietavano in modo assoluto la vendlita della terra, e quando più tardi Solone 1'.autorizzò, si decretò pel ven– ditore la perdita del diritto di cittadino. La terra no~ era considerata come appartenente all'uomo, ma alla famiglia, e d~ ciò l'istittt, zione della primogenitura, -. cioè del prin, cipio - che stabiliva che il primogenito prendesse possesso del'l'intero patrimonio fa, migliare mentre i fratelli vivevano sotto la sua autorità come vivevano sotto quella del !Padre. Questa sit,uazione durò indisturbata ,per molti secoli, ifino a quando i discendenti di un medesimo capostipite - costituenti una J<ens - vissero tranquillamente sul provno fondo sotto la tutela del paterfamilias: il primogenito. Ma allorquando si edificarono le città ed il paterjamiUias, per adempiere a funzioni 'sacerdotali o di magistratura, vi tra– sferl la propria residenza, allora l'unità del– la gens non resse più. Nelle gentes si for– marono dei rami cadetti' insofferenti dell'au– torità del p.ater, e. questi rami richiesero la divisione del patrimonio famigliare renden– dosi indipendenti. J;>oi, intorno alle città si stabilirono delle popolazioni che nulla ave– vano di comune colle gentes che le avevano fondate e che detenevano la terra : era la Pl·ebe. La storia della Grecia, per lunghi secoli, fu dominata dalla lotta della plebe contro

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=