Pensiero e Volontà - anno II - n. 8 - 1 luglio 1925

I • 174 PENSIERO E VOLONTA' Bisognerebbe dunque che quelli che, come fece il Kropotkine, affrontano per l'Anarchia persecuzioni e martirii, quelli che sono anar– chici perchè amano e s·offrono e si ribellano al– l'ingiustizia ed all' oppressj on e, aspettassero che scienziati e filosofi abbiano spiegato dav• vero quest'immenso mistero che è l'universo~ Si può essere anarchici qualunque sia il si– stema filosofico che si preferisce. Vi sono anar– chici materia.listi come ve ne sono di spiritua– listi, ve ne sono di monisti e di pluralisti, ve ne sono di agnostici e vi sono di quelli, come me, che senza nulla pregiudicare sui possibili svi– luppi futuri dell'intelletto umano, preferisco– no dichararsi semplicemente ignoranti. Certamente non si capisce lcome si può conciliare certe teorie con la pratica della vita. La teori .. 1, meccanicista, al pari di quella tei- stica e panteistica, porterebbe logicamente al'indifferenza ed all'inazione, all'accettazio– ne supinn, di tutto ciò che è, nel campo mo– rale come in quello materiale. Ma per fortuna le concezioni filosofiche hanno poca o nessuna influenza sulla con– dotta. E i materialisti e « meccanicisti », in bar– ba ,alla logica, si sacrificano spesso per un ideale,. Come del resto fanno i religiosi che credono nelle gioie eterne del paradiso, ma pent:lano a star bene in questo mondo, e quando stanno malati hanno paura di morire e chiaimano il medico. oo·sì come la povera mamma che perde un figliuolo: crede di es– ser sicura che il suo bimbo è diventato un angelo ~ l'aspetta jn paradiso ... ma intanto piange e s1 dispera. ERRIÒO MALATESTA. Ilconflitto fra interessi eideali nelmovimento. operaio Si suole far risalire l'attuale tragica crisi politica, economica e morale alla guerra ; ,:,: giustamente. Noi stessi più volte abbiamo co– statata la relazione fra questa e quella come fra causa ed effetto. M.a sarebbe enoneo 11 non vedere che, prima della guerra, si ,erano andate formando nellla e;enerazione formatasi prevalentemente sulla fine deJl'Ottocento ed il principio del Novecento. fino al 1914, una mentalità ed una psicologia che spiegano molte cose che la guerra sola non spieghereb- be. . La guerra, se mai, ha esaspera..to dei mali che già v 'era.no, ha impedito che dopo la fase acuta essi declinassero e guarissero, ha esteso que' mali a tutta la giov~ntù sorta nell' atmo– sfera belligera e cresciuta per quattro o cin– que anni fuori della vita normale. Ma SP. ri– pensiamo alle condizioni. di spirito dell'imll¼e– diato antegnerra, vi scorgiamo - oggi assai meglio e più chiaramente di allora - i germi della decadenza morale attuale. , Se [a guerra non fosse venuta a fare come da incubatrice intensiva ed estensiva di quei germi patogeni, probabilmente l'organismo so– ciale li avrebbe in seg1Jito neut,ralizzati e vin– ti; ma· che essi esistessero è un fatto, che a noi giova analizzare per trarne ammaestra– mento per l'avvenire, se non altro co– me ammonimento SUl danni del trascurare Je piccole cause e certi sintomi malsani di lieve apparenza, i quali possono in seguito sboccare nei pjù perniciosi ed estesi malanni. * * * Ritornando con l'occhio della mente a osser– vare quale fosse l'atteggiamento e lo spirito della generamione in formazione dal 1900 al 1914, specialmente di quelle forze nuove che allora sorgevano alla vit,a e si gettavano nella lotta sociaJle -;-- intesa nelle SU,e varie mani– festazioni politiche, economiche, sindacali, m– tellettuah, ec~. - sì resta colpiti da fenomeni di cui solo ora si comprende l'importanza. Mi si permetta di rilevare, a questo punto, che le osservazioni che vado scrivendo non sono un frutto postumo. Esse non sono scatu– rite ora dalle più recenti delusioni_; nè apro oggi per la prima volta gli occhi sui fatti che me [e s_uggeriscono. Questi modesti studì sui rapporti fra la spinta in avanti delle idee ed il freno o la spinta all?.indietro degli interessi risalgono a l!lolti anni addietro, e precisa– mente a quando nel 1912 il turbamento get– tato negli spiriti italiani dalla guerra libica mi spinse a fare delle comiderazioni, che pri– ma anche a me forse sarebbero sembrate su– perflue. Fatti nuovi e nuove speranze mi co– strinsero, poco dopo, a lasciar dormire in qualche cassetto l'espressione di quelle prime •

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