Pensiero e Volontà - anno II - n. 8 - 1 luglio 1925

170 PENSIERO E VOLONTtA. 1 ·usmti vincitori dalla guerra, si vant,a demoor11,. tioo è proprio quello che oggi lede in Africa con le a,rmi alla mano, ,creando un 11:1.tto nu.o– vo,. quel principiò, di autodle,st,inazione ifei po– poli tanto proclainato durante la guerJ:11,,e a. giustificazione di questa, dai democratici fran– cesi. Le ,oornseguenie politiche i,mmediate per la. Ji 1 rancia stessa sono evidenti. ·n governo di Pain1evè, sorto e reggentesi con l'appoggto dei socia.listi, ma ez,iandio alleato nell'avv~ntùru. africau:l. ,col governo·spagnuolo di De R,vcr~. è destinato in brerve vo1ger di temp,j, se ~,Jtrj fatti noJ. costringOIIl.oa ritirairsi dal.la vi!L im · boccata, a diventare reaziona.rio i. pe,• esserr precisi, più reazfonario) anche all 'intt:rno, cr· pure a ,cedere il posto ad un J0·verno che alh– bia meno scrupoJi e non tema J',~pp•.trire liber. ticida. Ogni passo avanti dell'es .. n·l•tto fra.nc ~– se sulle sabbie africane è un anello di più all1t catena. eco1D.omicae politica al pied~ del popo– lo francese; ed è altresl una mina-Y}1d, ))(:'!" la pace interna ew·oipea, pur eosl tri:;r,~ <·d infi– da, per 1e rivalità e cupidigie che h, ]Vilit.ica coloniale dell'uno Stato solleva in tutti gli altri. A~sai più grav.e, poi, è ciò che avvia.ne in Cina, benohè meno sentito in 1~uropa pPt' la maggiore lontananza,: - più 5 rav13 perc-hè lag,giù la sopraffa:1.iornenon ha, U crir,q,btere di guerra guerreggiata, con una !>()P')h,z t.Jne ba.r bara (1) ed aggucrritR, cornei nel 1\for,..,oN'. bensl quellOIdi provocar.io •ne e di violenza ami. cidiaria di gente a,rmata contro• popolazioni inermi e ciVIli ohe si difendevano con I 'in– cruenta e pa.cifica arma deJ.lo sciopero da uno sfruttamento esoso ed! inumano, che, le degra· da, e imm-iserisoe fisicamente. e mm-aJ.– mentie, senza risparmiare nè donne nè fan– ciulli. :B"ortidella protezione armata dei loro go– verni, parecchi capitalisti stranieri - spe,cia.l– mente giapponesi ed inglesi - hanno impian– tato nelle città ,ciniesi sul mare degli stalbili– menti, dove la mano d'opera. cinese è paiga,ta a due o tre lire al giorno, gli ocari scxn.od9: dodi,ci a quindici ore, e vi si impiegano donne • •• Lt. • l • • • 1 e ragazzi rm 1:1ùuw i u.:;_éui &.w:ii, 3-e~& &-C!!!l>\ garanzia, senz 1 a norme igieniche nelle offie1- 1 ne, senza a1ouna tutela della, vita, dei lavor·.1i– tori. La 101rovita è orribile, e la descrizione delle condizioni fisiche di quelle masse· este– nua,tci.e maciullate mette i brividi addosso. • (1) Per non prolungarci troppo ati<'ettin,mo senza discu– tere questo ai:-gettivo di «barbare• dato alle genti maroe– ohin_e ed africAne in genere, che secondo noi 6 ingiustificato ass111. Naturalmente, in Cina oome già un bemp<> in ogni altro p-aese, la cosoien.z,a popolare e di classe, il senso di giustizia, il bisogno stes– so di vivere, ecc., ha.uno scosso quelle molti– tudini di la,voratori. Elementi deUe classi col– te, speciaJmeilte studenti, si sono posti a fian– co degli operai, spinti a ciò anche da un cer· to sentimento nazionale, ferito dal fatto ma· beriale che gli sfruttatori dei 1orp coocittadini sono degli stranieri. Di qui i movimenti di ca– rattere economico, dei proletari cinesi, ohe han. no mandat.o su tutte le furie i capitalisti ·in· gJesi. americani e .gjappon:esi. Su.i primi di giugno e'oco come, an,ohe nella stampa fascista italiana, venivsw.o riferite le origini dell'ultimo conflitto, ohe mentre scri– viamo pa,re vo1gliasbocoa,re in una vera e pro– pria invasione dei pescecani europei, appog– giati dai loro esercit,i ooilolD.Ìa.li, nel territorio cinese: « Per ,guesti01D.idi aumento di salario, da qualche tempo si sono veirificati nelle fabbri· che, giapponesi di cotone di Tsingtao e di Shan– g,hai, djegli scioperi. In una di queste, occ,asio– ni, uno• scioperante fu ucciso dai giwpponesi senza alcun giustificato motivo. Contro tale atto brutale, alcuni giovani e al-cune signorin~ delle scuo~e superiori cinesi .effettuarono il oO maggio a Shanghai una manifesùazìone di protesta. Essi non erano armati di altro che di foglietti volanti. « La poilizia d 1 elle zone di concessione in– te,rnazionali, ohe in realtà è sotto il control– lo dei funzionari inglesi e del console inglese, credette nan soltanto d'impedire la dimostra,~ zione, ma di arrestare pareioohi studenti ohe ad essa partecipavano. Ne, venne di conse- • gueU1za che gli altri studenti si recarono aJ. posto di polizia pe·r richiedere, il rilasci.o dei loroi_a,mici. Non furono, aooontentati e poiohè l'int,imazione di sciogliere l'assem.lbramento noo fu eseguito, un ispettore dii polizia. bri– bannicoi diede ordine di sparare sUJi. dim0stran· ti. ,Sei giovani furono uooisi di colpo e altri 40 feiriti. Ciò non impedi agli studenti disar– mati dii ripetere le loro dimostrazioni, e la. polizia di cont~lo lbrita.nnica prosegui per una settimana almeno nella. sua sparatoria con fucHi e mitragìiairici. « Il numeiro totale dei morti e d,ei feriti norn è ancora staihilito. Si tra.tta, però, alme– no di 70 morti e di 300 feriti. Essi sono tutti cinesi:, mentre non un inglese o suddito di qualunque altra nazionalità figura nella lista delle vittime. ». Poichè anche in Cina vi sono ~lementi e.be (

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