Pensiero e Volontà - anno II - n. 8 - 1 luglio 1925
PENSIERO E VOLONTA' 191 8Ì su,ona iui pezzo di mu.<Jica,e che ho avuto la Janfa8ia di scrivere (1). fl' è nei miei, ricordi d'infanzia una mesco– lanza di ftoure sinistre, dolci, grottesche, di cui dura tuttora vn me l'vmvrei:;sione. U' è una vecchia religiosa che mi faceva giun,gere le mani e ripetere l'Ave l\Caria quam,– do s11,ona,va l' Anoelus / ed in q'uell'o1·a io ho SGmpre sentito il d~sid,erio di volare in cielo. Spesso mia nonna piangeva dt,i mie~ sogni; ai. ceva che ciò mi avrebbe portato disgrazia, co• me a lei, che aveva wn' <»nima di fuoco e dii cui la 1.1itaera stata tutta una to'1·twra. Ricordo la figm·a gioviale a pedante det vec– chio maesfro di scuola, la s1,1,a, indignaz.ione vedendo Sui miei quaderni d'aritm.eiica livn– ghe teorie di diavoli e di ci/tre alate o con dei sonagli e della code che formavano st1·wni disegni d'ogni, sorta. Ne risaltava tutto un mondo burlesco in cwi trovava posto, regolar– mente, la sua cwricatura mostrante il pug110 alla pagina. V'è anche il 'J)ignaiuolo. nano gobbo e zoppo. ed wn uomo d'una statura gig_am,tesca, di civr, le braccia erano coperte di soli e di norrvì, trar• ciati in rosso. I o amavo guardare qiJsta fig U• ra sinistra che mi faceva sognare i briganti. In mezzo a tutto ciò la figwra tetra di mio va– dre, che di tempo in tempo mi appariva, cltt tendevo le braccia che mi respinaeva. Allora ti . b dicevo a me stessa : E' perchè tu non sei uo- na abbastam,za, altrimenti. tuo padre ti ame– rebbe/ e aspettavo sempre. Un r,iorno mto padre venne in casa con wn notaio. Era per ammogliarsi con wn'altra, che non era mio. madre. Ricurderò sempre l'im– 'P'Tessione che ne r.isentvi, · e come pian.~i in gi– nocchio iri, quella piccola stanza con la fine– stra n inferriata in cui ero ,venuta al ·mondo. I O domandai a Dio ~ daroli dei figliuoli che ·l'amassero cam,e l'avrei amato io. Dopo questo matrvmonio rnia zia ritornù neUa casa. L11ia zia era dura per me. Ricordo di averla sentita dire a mta nonna davam,ti ·i me : « Ma siete pazza a darti detle lezioni di, 171/USica questa bimba, che è anche troppo di– apo~ta ad uscire dalla sua cond;i,ziane? voi . dovreste forzwrla a non !.:,1r1,er altro in mano chP- t'aaol ». Mia nonna si stizziva con lei, ed io non osavo (1) Alla lettera la Michel univa infatti un piano curioso d'un'opera féerie in cui ali' inferno si ritrovano Claudio. ]li.rollo, Voltaire, Lucrezia Borgi11, Don Giovanni, Cromwell e tnaleme altri pereonaggi chimerici mesool9:ti al r11all. più tenero. in mano wn quaderno di musica, per tinwre del cattivo umo1·e di mia zià. Con quals1:as•ialtra, io avrev 1·isposto con alterig_ia ,- • rna essa, nessuno l'amava. · Mio padre ebbe due· figli. 'l'alvolta egti ti conci uéeva in casa ed iO., loro sorella, non osavo neppure abbracciarli. Gi:ò durò per aualche anno,- poi vidi mio padre ritornare a me. I ragazzi s'attaccavwno alla uiia veste e piange. •vano nel lasciar11'W,ed egli rrvi, testimoni1l.a tam,– ta tene1·ezza per quanta freddezza mi aveva mostrata prima. ... 1vl io_ nonno m,orì. A' ra wna notte di di. cembre in cui il vento faceva come •u,n lamen– to. Ricordo ogni cilrcostanza della sua morte co,ne se fo.sse ieri. E'gl i era sem,pre stato un pb' delta scuola rii Voltatre r• 11011, si era chia– mato il prete. Nel 1nornento della s•ua morte, mi consacrai interan1.entc u JJio per i:;alvare la sua anima,- benchè, a dirla tra noi, Hugo, io non possa credere all'eternità dell'inferno. ... Nun voolio parlar'vi oggi dl tutto ciò che e -'iucceduto qui dopo la morte di: 1n,ia nowna, d1: ,,ue-sto mondo chr a volle mi respinge, a volte mi lu..sinoa r, va e •utene come l'onda ... infine tin'eco del cielo mi ha risposto, vi ho detto com,e, la prinia volta, lio letto La Bano.e noire: Econte, Olympio: Diau .fit nos ame;; swurs, Et n'eut qu' un mème souftle en c1·eant nos deu:ic cwurR. Il a piacé ton fJ'Ont blen loin de ma tonnelle, Mais pout· toucher nos !ronts la brise n'a qu'ane alle. Souvent la mème étolle en nttfrant nos yeux Des mystères d'en haut nous fit réver tous deux, Et parfois, acontant nos clochei; a1·gootinos, Je t'ni vu, dans un songe, enfnnt, anx lfeullantines. (1) Sapete Hugo, ciò clie vi direi se Dio ,n'aves. se fatto il vostro angelo c•ustolle? Vi dù-ei: Se è vero che si voglLono richia. mare i Borboni do.lt1 esitt 0 , tocca a te, poeta, ,1.7; levare pe1 primo la ·voce per qtiesta betta e grande ispirazione,- tu ami la libertà_, la tua wnima ha lacrime per tutti i dolori: nan la– scerai .'u c_adere q'IJ1),lche ..parola di clemenza? (1) Victor Hugo, Odes et Ballades. - Ascolta, Olimpio, Dio fece sorelle le nostre anime. e non ebbe che un soffio nel creare i nostri cuori. Egll ha posta la tnn fronte assai lungi dal mio tetto; ma on soffio della brezzi\ basta perohè le nostre fronti si tocchino. Spesso la ètessa stella ha col• pito i nostri occii.i E, e:. ha fatto sognaré ambedue i misteri di lassù; e tal volta ascoltando il suono argentino delle, nostre campane, io t'ho visto, come in ,un sogno, fanciullo. alle Fogliantine." (Le Feuillantines sonò religiose dell'or• dine di S. Bernardino; ma qui propabllmeete V. Hugo, che quando scriveva questi versi era mo~archico e religioso, doveva alludere ad nna Chiesa). Il traduttore.
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