Pensiero e Volontà - anno II - n. 8 - 1 luglio 1925

PENSIERO E VOLONTA' ... ·sb:na voce della ragione e della bontà umana. Ma lasciamo andare... Non è questo il mo– mento di risollevare discussioni sop,ra un ar– ~omento superato da,gli avvenimenti. Eppoi ha ragione iln. gran parte S,ailvemini a dire che la d,ebolezza di ogni discussione politica del genere sta nel fatto che « non si p:o,ssono . confronta.re i resultati della azione che non è stata fatta, con quelli dell'azione che è stata fatta, per veder.e, se sono migliori1 o peggio– r i », per,ohè i risultat,i della prima non ci so– no; e se si può dire che i risultati dell'azione realmente compiuta fur01i cattitvi, i risultati !3Ventuali dell'azii01ne non compiut,a og·nuno li può supporre mig·liori o peggiori a seconda della propria tesi o del suo amor proprio di · profeta. Il libro dii S•alvemini, a parte ogni dissenso, ·e una miniera di osservazioni ob:iiettive, di fat– ti, di documenti (vi son riiportate anche le parti più importanti dei trattati di Londra del 1915 e di Roma del 1924); ed inoltre l'ruu– tore vii ha ,aggiunto, a mò di pr,efazione un capitolo del tutto nuovo sulla « Diplomazia itali~na della grande guerra. ,, di più di.e sessanta fitte pagine, le quali non isono meno interessantj di tutto i11resto. I lettori cui l'ar– gomento sta a cuore non lo consulteranno cer– to inutilmente. Gaetauo fl alveminij tirando le ,somme della sua attività e di quella degli amici che lo han– no coadiuvato e compiacendosene, conclude il suo dire con nobili pa.role che possono far pro– prie quanti hanno, oeroato in qu1esti1 ultimi anni, rimanendo fedeli alle proprie i dee, di iiare opera di risanamento mora.le e di difesa della libertà e dii tutti i diritti dell'individ!uo e delle moltitudini. Essi possono cioè - a,n- . ' che partendo da punti di vista diversi e ma gari opposti, - dicb11ararsi, come SaJvemini, orgogliosi cki « avere dimostrato ehe ,anohe il nostro paese può _produrre un giruppo dii u-0- mini. aa.paci di resistere per tempo non br,eve alle minacce dei nemi.oi, ~l'abbandono degli amici, 1aillecalunnie dei malvagi, allo scherno degli sciocchi, rimanendo fed,elii al culto d~l– li.. verità e alla voce del dovere ».- 30 gìugno, L. FABBRI. 11 cardo selvatico trasportato da un terreno 9,rido in un suolo grasso cambia le sue spine in fiori. Un botanico. Rivista delle Riviste ADRIANO TILGHER: Critica dell'attuali– smo. - Oonscentia, Roma - n. 11 del 14 marzo 19~5). Di quest'articolo parliamo con un po' di ritardo, ma questo non nuoce trattandosi di una questione del tutto teoretica; e d'altra parte il parlarne ci pare utile per la curiosità che continua a sollevare lo sforzo di alcum filosofi, o pretesi tali, di spiegare con la filo– sofia la loro adesione ad una politica deter– minata di reazione e la giustificazione di tut– ti gli atti di questa. Questo sistema p1·ende il nome di « idealismo attuale » o• più spe– cialmente di « attualismo ». 11 Tilgher studia questo sistema filosofico, sia esprimendone l'idea che lo informa nel modo approssimativamente più semplice (non riuscendo però a farlo apparire, neppur lui, troppo chiaro, forse perchè la nebbia è per sua natura contraria ad ogni chiarezza), sia facendone la critica sullo stesso suo terreno filosofico e col suo medesimo linguaggio. Per l' « idealismo attuale » unica realtà, in cui ogni •altra si estingue e si consuma, è il Pensiero. Per ciò solo questo, come atto puro, esiste ; ed esso è pa,drone dei fatti e delle cose fino al punto che soggetto ed oggetto, l'io e il non io, ecc., s'identificano, le con tradizioni sono soltanto apparenti, e così via. Tutto ciò secondo il Tilgher è bensì affer- - mato ma non è spiegato, · nè dedotto nè docu– mentato Jn alcun modo dall'idealismo attua– le, il quale menti·e pretende .,di essere la quin– tessenza del criticismo, nel suo fondo è poi radicalmente « dogmatico ». E coi;ne tut,ti i dogmatismi, limitandosi alla costatazione di un fatto « che è perchè è ed è quel qhe è » senza che si possa darne un qualunque princ1p10 di spiegazione, esso, sotto apparenze razionalistiche, è intimamente e irrimediabilmente « empirico ». Nella cosi.detta filosofia idealista-attualista in realtà ciò che viene pensato· è l'assoluta negazione del pensiero ; il pensiero insegue se stesso nell'oggetto suo come un cane che insegua -la. sua ombra, · senza cioè poter mai raggiungersi. In questo sistema che pretende ridurre tutto al Pensiero, questo è l'assoluto jmpensabiJe ; in tale teoria che tutto riducè al conoscere, la realtà vera non può essere conosciuta perchè è la teoria stessa che ne impedisce la conoscenza ; · in questa metafi-

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