Pensiero e Volontà - anno II - n. 8 - 1 luglio 1925

. I • . . 180 PEN:SIERO E VOLON1'A' luzione di pensiero ..... Questo fatto lascia cre– dere ch0 la convinzione mia abbia dei punti deboli che sia frutto di una. cattiva interpre- ' . tazione della dottrina, che sia un << accorc1a- mento di tiro » dovuto agli avvenimenti con– tingenti. Certamente, per quanto riguarda le attuali condizioni dell'Italia, io ho delJ.e idee mie personali, ma queste idee contin,– gen ti che si riferiscono a particolari coudi– zìoni, nQn impegnano l'insieme del pensiero rispetto alJ.a conquista suprema. Umiliato dallo stato di sudditanza in cui mi si impo– ne di vivere io posso benedire il martello ohe ' spezza la catena.... anche se sul martello non v'è incisa la parola Anarchia. Questa mìa. benedizione, però, non scema p,er nulla Ìl mio amore e la mia aspirazione alla più grande libertà anarchica. Bisogna anche pensare che da Proudhon a Kropotkin altri anarchici più autorevoli .d1 me hanno già tracciate delle sommarie linee realizzatrici. Basta leggere l'Idea generale della Rivoluiione nel secolo diciannovesimo di Proudhori o la· pit1 conosciuta Conquista aei pane di Kropotkin pe'r convincersi. C'è però una differenza: mentre Proudhon e Kropotkin son 0 partiti da un punto di vista eccessivamente ottomista, io vorrei che oggi si iniziasse e sj conducesse a compimento una opera che paTtisse da un pnnto di vista pit1 reale e che facesse tesoro dell'esperienza di questi ultimi anni. Per quest'opera non basta la fatica di un uomo, ma deve concorrere la fa.tica l'intelligenza e la volontà di molti. ' E' un fatto che l'anarchismo puramente de– molitore, preso dal punto di vista estetico o letterario o filosofico, si presenta bene e non obbliga a dover compiere certi studi e a dover condurre certe indagini sulla vita sociale, sui bisogni degli uomini, sulla realtà economica. Al più si può integrarlo con un po' di edu– cazionismo. dicendo che educando gli uomini all'Anarchia si costruisce automaticamente il divenire libertario (1). Il male è che fino a quando l'anarchismo sarà limitato ad essere un campo di dilettantismo1 filosofico--educazio– nista, gli 1,1omini che verranno a farsi edu– care saranno sempre pochi e di conseguenza (1) Nqn ricordo ohi fu precisamente 111scrittore di o:ii cito il pensiero, perciò non sono in grn.do di precisare la fonte. Acl ogni modo posso assj.onrl\re ohe la frase venne sor,itta da uno degli a.ttuali esponent,i del movimento anA.l'– ohioo internazionale, avendo io, in tal senso, preso nota in quaderno d'appnnt.i. ------- il raggio di azione e di propaganda del mo– vimento nostro sarà sempre limitato al solito circolo. Ma io voglio anche dire di più: vo– gUo dire che. la dialettica demolitrice corre lo-. gic~ e coerente senza fare una grinza e voglio aggiungere che il pensiero demolitore si pre– senta solido legato in organica unità. Ma tanta logica', tanta coerenza, tanta unità dì pensiero non è ohe vaniloquio perchè quel partito o scuola poli,.tica che sa demolire e non sr.. costruire è destinato ad esser sommerso. L'umanità non può vivere su delle. rovine! Sembra strano che dopo tanti commenti al– la Rivoluzione russa e tante critiche al bol– scevismo, non si sia ancora compreso quaìe, fu una. delle principali cause che determii.c... rono il failimento di quella rivoluzione. Uno scrittore di parte nostra (1) ohe ha potuto studiare da vicino l'1wvenimento, ha accen– nato ad un fatto che getta un gran fascio di luce rivelatore. « Gli anarchlici - ha detto questo scrittore - all'indarnani della caduta del. vote-re borohese in Russia non avevano un programma, .~ia pur semplice e grezzo, di ricost1·uzùmc sociale, e perciò si trovarono ' tm,potenti di fronte alla ben agguerrita mi– nora.nza dei cormunisti àutorita'ri. Il popolo rwsso preso nella morsa della necessità econo- ' . rnica, ha dovv to accettare il regime bolsc~v1,co, anche se la sua indo.le e la sua aspirazione lo portavano veno il comwnù;mo libertario ». Ed a conferma di questo pensiero ecco che cosa ha scritto Emma Goldman nelle conclusioni del suo studio su.Jla Rivoluzione Russa: « Il princi– pio libertario fu potente nei prvrrvi giorm della Rivoluzione', qiW,ndo dappertutto ,si sentiva vl bisogno di esprirr,,e.reliberamente o·gni opinio- ne. Ma poi la prima ondata di entusi,asmo, fece luogo alle necessità pro,saiche della vita quO·ti– d·iana e· occorse wna ben forte convinzione pe'f' tener accesa la. fV<J/Jnma dela libertà. V i fu solo, in confronto della vasta estensione della Rus– sia, wn pugno d'uommi, gli anarchici, che si a.~swnsequesto compito. Ma il lO'l"O numero pic– colo e la loro propaganda soffocata durante il regime zwrista, non ave11a avuto il tempo dì prqdurre i suoi frutti. Il popolo russo,, quan· t•uJn,que in parte istintivamente anarchico, et·a a.ncora troppa poco familwrizzato con i veri prVncipii e metodi libertari per tentarne l' ap– plicazione. La maggior parte .degli stessi an<llJ•– chi,ci ru ,s.si era dvsgraziatamente ancora preoc- (1) Vedere nel numero 7 della Rivista Internazionale Anarchica, parte italiana, l'articolo a firma. Meteor int.ito- lato "L''i:realismo dei reliz:r.atori ,,. '

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