Pensiero e Volontà - anno II - n. 8 - 1 luglio 1925
178 PENSIERO E VOLONTA' per l'appunto in un idealismo umano infor– mato a principi morali superiori : « Per scongiurare questo pericolo, il Uon~ gresso pensa che è necessario che il proleta– riato si convinca bene di questa idea: che la trasformazione sociale non potrà operarsi m modo radicale e definitivo che con « mezzi agenti sull'insieme della società e conforme al[ru reciprocità ed alla giustizia » (1). Non a torto Kropotkin dicev::i, che i Con~ gressi della prima « Internazionale » furon<., veri e propri laboratorii di idee ; ed ogni con• gresso, in fatti, tanto prima che dopo la scissione del 1872, fino a verso il 1882 in cui l'Internaziouale si potè dire finita del tutto, segnò un progresso, la elaborazione <li una idea nuova. Tutte le idee che più tardi si sono svilu_ppate nelle varie scuo[e e correnti del socialismo, furono enunciate e discusse in quei congressi : l'abolizione del salariato, la. eliminazione dello Stato, il collettivismo, il comunismo, la federazione, 1a i;epubblica so– ciale, l'anarchia ; ed insieme tutte le altre questioni secondarie o di metodo : sull' eredi– tà, i servizi pubblici, l'istruzione e l'educa– zione, la guerra e il militarismo, la J?Olitica elettorale e l' astensjonismo·, gli scioperi e lo sciopero genera] e, la cooperazione e l'associa– zione di mestiere, i diversi sistemi d' organiz– zazione, ecc. ecc. Purtroppo in seguito, con l'enorme prepon– cleranza presa - fra le varie correnti e par– titi usciti dall' « Internazionale » - dalla cor– rente e partito socialdemocratico, riformista, autoritario' e legalitari_o, il socialismo ed il movimento operaio perdettero quel carattere dì universalità umana che avevan!J al prin– cipio. Il loro materialismo claissista divenne più chiuso ed esclusivista, più utilitario ; e i medesimi difetti, naturalmente attenuati dal– la minore forza numerica e dissimulati da un iinguaggio diverso, s'infiltrarono non poco nelle stesse correp.ti avverse, compreso l' a– narchismo, specie quando questo voUe. troppo specializzarsi sul terreno economico, operaio e sindacalista. Eppure fin dai tempi della prima « Inter– nazionàile » s'era compreso che lo. specifico movimento degli operai organizzati, in cui a torto si vuol vedere da molti marxisti, del so– cialismo e del sindacalismo, l'unico str~en– to e la struttura stessa del· di:venire sociale, preso a sè, avulso dal più complesso proble– ma generale ed umano_ di una realizzazione della libertà e della ~ius~izia, per tutti, non (1) J. Guilloume, L' l11ter11cizio11ale, voi. 1, 11ag. U. solo non risolvel'ebbe la questione ma la rim– picciolirebbe ed isterilirebbe. Il movimento operaio e sindacale ha la sua 1·agion d'essere, ecl il trascurarlo, prescinder– ne, o peggio ancora ostilizzarlo equivarreb– be a mettersi fuori d'ogni passibilità realiz– zatrice. Ma se esso costituisce un ambiente ed un mezzo indispensabile per ogni lotta. di liberazione su vasta scala, non bisogna con– fonderlo col fine nè dissimularsene i difetti e le tendenze malsane che gli vengono dalla. sua base utilitaria, dall'essere un movimento determinato prevalentemente dia degli inte– ressi, su cui le idee pos~ono influire solo su– bordinata,mente e con non pochi sforzi. Com– pito delle mjnoranze rivoluzionarie e liber– tarie è per l'appunto di rappresentare nel suo seno la reazione idealistica e avveniristica contro l'utilitarismo opportunista tendente sempre a trovare qualche accomodamento col presente ordjne di cose. * * * Del resto anche nel battersi per degl'1nteres– si si può essere idealisti, quando si sia di– sinteressati per sè stessi. Se in occasione di uno sciopero, v'è chi, pur non e·ssendo diret– tamente interessato, volontariamente si sa– crlfica con un atto di solidarietà con gli scio– peranti, non si può negare eh' egli sia stato mosso da una forza mol'ale, idealistica. E lo stesso scioperante, che nella lotta rischia con– sapevolmente la fame o il carcere mentre il successo dello sciopero non gli darà che un vantaggio minimo, è certo moralµiente supe-– riore al crumiro, c'è in lui assai meno egoi– smo (o, il che forse è la stessa cosa, un egoi– smo più illuminato), c'è già un principio idea– le in azione. Ma l'importante, anche in questo senso, è che la battaglia fatta sia pure in nome d1 interessi, lo sia in nome e pel vantaggio de– gli « interessi cli tutti », · non dei soli orga,.. nizzati e nemmeno dei· soli proletari, - vale a dire di tutti gli oppress:i., di tutti· gli sfrut– tati, di tutti i sofferenti, di tutte le vittime clell'ingiustizia, di « tutti gli uomini » in una parola. Allora la lotta assurge ad una altissima fun zione _d~ progresso. La idea superiore di giustizia, di uguaglianza e di libertà estende la sua efficacia liberatrice all'umanità intera. non esclusi coloro che per malvagità, cecità o gretto utiltarismo immediato ne sono i ne– mici più accanii'!. LUIGI FABBRI.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=