Pensiero e Volontà - anno II - n. 8 - 1 luglio 1925
PENSIERO E VOLONTA' 177 ... economico, di rapporti fra datori e assunto- ri di lavoro. Esso, pure ammantandosi del lmguaggio scientifico di moda, fu allora so– pratutto un iderule di rinnovamento umano, consistente in una volontà ardente di muta– zione e di riforma sociale sotto la spmta combinata dei bisogni materiali e <lei senti– menti morali .Non è vero che il socialismo trascurasse od escludesse dai suoi moventi e dai suoi scopi i bisogni spirituali, le idee mo– rali, i desideri di giustida e di libertà. Al con– trario :fu sopratutto come concezione supe– riore di giustizia che il socialismo sì affermò fin dall'inizio : come vofontà di realizzare nei fattj, per tutti gli uomini, un 1·egime di equi– tà e di libertà. Ciò è più che evidente nella grande mag– gioranza degli scrittori socialisti di ogni scuola, che si sono resi inte1;preti e sono · sta– ti apostoli delle aspirazioni egualitarie e li– bertarie, sorte in mezzo ai popoli' in specie dopo le rivoluzioni deUa fine del secolo XVIII e della ultima metà, del XIX. Godwin, Fourier, Owen, Proudhon, Blanc, Blanqui, Colins, Lassalle, Bakunin, Malon, ecc. sono tutti animati dal più forte sentimento di giustjzia: il loro socialismo è « umano » più, che di classe. Le stesse correnti sociatliste derivate. dal marxismo o sorte attorno ad esso, ed il mar– xismo medesimo delle origini - quello cioè che si trova negli scritti di Marx e negli atti della prima Internazionale pii1 ispirati da lui - malgrado il paludamento dottrinale che doveva poi condurro al fatalismo mate– riallista, erano correnti fortemente pervase a,nch' esse di idealismo. L' « Internazionale », pur essendo unà ol'– ganizzazione di lavoratori e pur subordinan– d~, come tale, tutte le altre questioni alla questione economica, :fin dal suo primo atto costitutivo in Londra, il 28 settem'bre 1864, aveva cura di porre a fondamento del suo , programma delle idee universali e delle af– fermazioni etiche, tra cui quest~: « .... Gli sforzi dei,_[avoratori per conseguire la propria emancipazione non devono tendere a costi– tuire nuovi privilegi, ma a stabilire « per tutti dei doveri e dei diritti uguali » e ad abolire lo dominazion·e di ogni classe.... La emancipazione dal lavpro non è un proble– ma loca.le nè nazional~, ma « sociale », che abbraccia tutti i paesi civili... L' Associazio– ne Internazionale, e tutte le società ed indi– vidui aderenti, riconoscono come base çlel– la l~ro condotta. verso tutti gli · uomini « la Verità, la Giustizia, la Morale » senza di– stinzione di colore, di credenza e di nazio– nalità.... » (1) In base a lettere private pubblicate dopo la morte di Marx, si è saputo che questi a– veva lasciato negli Statuti dell'Internazio– nale queste affermazioni di carattere etico più per cedere al parere degli altri che per sua propria convinzione (2); ma ciò mostra semplicemente come iJl parere altrui in quel senso fosse forte a quei tempi. Del resto in un altro scritto, questo com– pletamente di pugno di Marx, e vergato in completa libertà di spirito, si trova un altro passaggio di notevole importanza, sopratut– to perchè incombevano anche allora, sull'Eu– ropa oscure mjnacce di guerra, nel quale gh scopi di carattere universalista e spirituale vengono di· nuovo affermati: « Le classi ope– raie hanno il dovere di vigDare i tiri diplo– matici ... di lavorare all'occorrenza in con– trosenso con essi... e, ove siano messi fuori d'impossibilità d'impedire il tiro, di unirsi in una contemporanea pubblica accusa e proclamare le semplici leggi della morale e del diritto che dovrebbero regolare tanto i rapporti dei singoli, come anche le leggj su– periori dei mutui rapporti delle nazioni ,, (3). * * * Più tardi, nel 1866, il Congresso dell' ln– ternazionale a Ginevra facendo propria Ja dichiarazione di Londra di due• anni prima, l'ampliava ancora: « Il Congresso considera come un dovere reclamare non solo pei mem– bri dell'Associazione i diritti di uomo e di cittadino, . ma anéhe per éhiunque compia l suoi doveri. Niente doveri senza diritti, nien– te diritti senza doveri » .. (4) Ed il Congresso di Losanna del 1867, preoccupandosi della eventualità che l'organizzazione _operaia del tempo, già tendenzialmente corporativista, non avesse a costituire una specie di quarto stato, con al disotto un quinto stato più mi– serabile ancora, vedeva un mezzo di reagire contro le malsane tendenze dell'utilitarismo (1) Vedi: J. Guilla.ume, L'Internatio1rnle (Parigi, 1909) - Voi. I, pagg. 12, 13 e 14 · (2) Vedi: J. Guillaume, Karl illarx 11angermanista (Parigi, 1916) libretto di guerra di pessimo gusto e di tendenze ciè– c-amcnte antite4esche e scioviniste. - Pagg. 5-9 Data l'one~ stà del GuilJaume, malgrado la pessima tesi preèoncetta, si può credere ail'esattezza delle sue citazioni documentarie. (3) Vedi: C. Marx, Indiri:;:;o inaugurale dell'.As.aociaz eme Interna=ionole dei Lovoratori: 186.J. - Opere di Marx, Engels e Lassalle, Vol. IT, parte III•, pag. 10. (') I. GuilJaume, L'I11ten1atio11ale, Voi. I, pag. U.
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