Pensiero e Volontà - anno II - n. 7 - 16 maggio 1925

PEr:iSIERO E VOLONTÀ ----------~-------~--'------,-- ------------- ---'r ____ _ Anno II. - N. 7. • CasellaPostale N. 411 • Roma, 16Maggio-16Giugno 1925 Anche il numero passato (N. 6) è stato sequestrato. Gli ab– bonati ed i rivenditori sanno così, perchè non l'hanno ricevuto. IL RITORNO .DI HINDeNBURG ìVIan mano che il tempo -passa~ tu,tte le ra– gioni che noi opponevamo, durante la guer– ra, ai partigiani dell'intervento e della guer– ra a .fondo, vengono confermate dagli avve– nimenti. Noi dicevamo fra l'altro, a coloro che si aUiguraivano lo schiacciamento della Germa– nia !Per uccidere lo spirito militaresco ed imperialisti, che la politica di guerra e di ankhilimento contro tutto :un .popolo avreb– be avuto la conseguenza contraria: dura~te la guerra avrebbe rinsaldato in più forte blocco di resistenza le p0ipolazioni, · interes– sate, indiipendentemeIJte · da tutte le varie -ideologie, a difender la ;propria materiale esi– stenza; e dopo 1~ guerra, a schiaccia.mento ,avvenuto, avrebbe acutizzato i rancQri dif– fuso lo spirito di rivirncita e, attravers6 l'e– sasper3:zione, avrebbe sipinto nei partiti rea– zionari e nazionalisti anche quella parte di IPCJ!POlo tedesco che altrimenti sr sarebbe loro mostrato avverso o indifferente. Le ultime elezioni presidenziali in Ger– mania sono state l'indice più clamoro~o ed evidente deJ.lo svolgersi dei fatti secondo una• logica, che- 'il nostro rngionamento· po– teva facilmente costatare· da tanto tempo ad– dietro. La durata de1la guerra, l'immediata smentita al suo cessare di tutte le promesse e le ideologie con cui era stata fatta ·durare, l'attuaziQPe d'una pace quasi più iniqua e inumana della guerra e che di questa era in realtà una bruta.le prosecuzione, hanno ge– nerata una psicologia che in realtà ha cc ger– manizzato » tutti i paesi, - ·vale ,a dire che ha ,fatto esplodere in ogni nazione e diven– tare gigantesco tutto quel malè per combat– tere il quale i governi de11'Intesa pr >testa– vano di fare la guerra contro gli Imperi Centrali. Era veramente assurdo il pensare che, mPntre dopo la guerra tutti -i paesi vincito- ri continuavano ad armarsi ed attuavano a danno dei vi11ti H più sfrenato imperialismo, nei vinti non rimanessero in armi neppure gli spiriti ! Vi fu ·bensì un istante, attimo fuggente che i popoli non set){Pero cog':ere, in cui la rivoluzione s'affacciò all'orizzonte ea~·opeù <' parve poter interromper<: ,provv:– denzialmente il corso logico ddle cose in tutti i ,paesi; e èosì .pure in Germania. Qui– vi la rivoluzione del r9r8 offrì l'oocasiooe di una pa:cirfiicazione dei popoli, che avrebbe potuto essere reale; ma 'l'occasione fu lascia– ta passare. Le classi dirigE:nti degH altri pae– si erano del resto· mora1mente e intellettua·J– mente incapaci, 1come ubriachi, di capire qualsiasi cosa di logico e di umano. E allora avvenne quel che doveva avve– nire. I partiti d~lla guerra, Jel milit-lri"mo, èci nazionai·liimo e dell'imperia1ismo, che µri– ma del r9r4 non erano forti in Germania se non pettohè la loro infima minoranza si rag– gruppava· intorno al trono ed era alla testa delle forze armate, dopo le delusioni della pace e q_uel'le della ri'Voluzione divenneiu straordinariamente forti e numerosi. Essi non sono '3.ncora la maggioranza; ma la loro minoranza è -divenuta così. ,_'Otente, si avvicina tanto al punto _in c1.1i sarebbe maiggioranza, che ormai forse basterebbe una 1Picco1a spinta esteriore a farle raggiungere quel !Punto ed a -supetarlo. Nè bisogna di– men ti care che vi sono numer◊9e forzé rea– zionarie anche dalla :parte opposta, le quali non sono ancora apertamente coi partiti del– la reazione ufifidale, perahè abituate a dif– fidare dei cambiamenti ed àppoggiarsi sem– pre ai più forti del inoment0- Ma è· facile prevedere che se, per uno qualsiasi dei casi della vita politica l'equilibrio si spostasse in Germania ancor~ più verso destra:, in un senso nettamente monarèhico ed imiperiale, molte delle forze che ne11e ultime elezioni ap-

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