Pensiero e Volontà - anno II - n. 5 - 1 aprile 1925
102 P-ENSIERO E VOLONTA' di vista l'apootolaito 1rivoluzi01I1.a.riQ, ed ai ren– derlo immune, dai peri.coli dell'arrivismo poli– tico e dell'egem9'Ilia di parlito, è la più coo:T1· spcmdente ai fini ideale dell'a:uspicata rinno– vaziO!l'.lei sociale. .Certo è più .fafocoso e richiede maggiore at– 'tività e spirito di saicrificio influire sull'am– biente o su di una collettività dal basso, come umile gregario d'una id-e-a., da ugua,le fra gli ug,uaJ.i, .so~oper mez,zo della prQpagandai e dell'esempio pe,rsonale, che non stando a ca.po d{ qruesto o quell'organismo, dettàndo ordim ed imponendo i movimenti con l'autorità che proviene da.ila propria posizio:ne altolocata. :LY-La, l'influenza, che si e•sercit,a ne-1primo caso è più reale e più efficace, in quanto agisce sul pens~ero e1 ,sul sentimento dei smgoJ.i, ed il ooosenso di questi è libero e quindi più foirte e si.curo. N èl secondo, ca,so, il consenso si ot– tiene pil't pr:esto, ma è meno spontaneo, più sunpeo:'lfì.ciale, ed ha, in •Sè il germe, proprio di tutti i consensi poco voilonta.ri , de,ll'aibban- - dono1 e del t,radimentoi. Dal punto di vista pratico, p01, non biso– gna dimentic.aire1 -che ,quando si è depo,sitari d'una, funzione autoirita;ria, si diventa schiavi ·di ,quel •senso di responsa:bilit,à, che, spesso tra,ttiene i migliori dal seguire i più. nobili impulsi per timore di nuocere, a, coloro,.ohe di– pendono dal bro cenno. Queisto senso di ·re– sponsabilità, che aU'atto pra,tico· non sembra mai ec,cessivo, ci dice cbe non si ha dirìtiK> di· saierifical'le1gli. interoosi altrui allei nostre preocc:upa,z~oni ideiali; ,e,d aUora s1 è ooistrettì a far fOlrza al proprio, temperame~to, a dimi– nuire la propria individua,Iit.à. a rinunciare ai · propri fini rivoluzioo.àri sull'aJ.t.are della uti– lità co,ntingentei. I~ve,c,e a,gendo individualm~tei, o aggrap- • pa.ti solo oon oolo,ro che, sono in tutto ·e per butto d 'ac,e,olJ:"do, senz,a dover rispondeil"e della propria attività che di fro1J1.tea sè stessi ed a.i prorpri oompagni d'idee, si è del tutto, li-· heri di :seguire . il de•ttame della, pro,pria oo– scienz a,. Allo,ra, o le oollettivi.tà circostanti 81 e1.: guot1101 gli. inizia.tori, e la sesponsalbHità di que- · sti si me,sc1 0Jà e si sciogliei nella più va1sta re– sponsa.bilità, collettiva.; o l'iniziativa non trova, un seguito suffìcien te, ied allora essa -signifi– cherà un sa,cri:ficio solo1per le persone inizia– trici, -le guaJi avrenno, se non altro la sodi– sfazione d'av€,r ,c,o,mpiuto il propri~ doveTe solo a spe,se ,di se stesse.' · "rutto •ciò che, ablhiam · detto non significa che doiblbiamo dispre,zzare, i moventi utilita,ri, , . , che agiscono sull'insieme, del mcw1mento so- cia.le nel suo progresso verso s-eimpre maggior\ reializ;zaziioo:li d( gtl.us.tizia e idi libertà, - pro– .gresoo che ta,lvolta, s'arrest,a, ma, riprende poi pon maggior lena il suo fatale andare. Tanto m·eno dobbiamo tra,scurare. cotesti moventi e ohiude1·e gli orooehi alle loro imperiose esi– genze. :Farlo significherebbe estràniarsi dalla realtà· fino al punto di ri.on aver più oon. e1ssa neppure quel oontat,to indispensabile peir po- terla oomlbattere. · L'import,ante pe\ò è di non confondere _i · movim-em.ti d'origine u.tilitaria ool movimento idealistico, peir,qihèil farlo non giover€ibhe nè a,gli uni nè all'altro. Bisogna, rimaner;e fe'deili a.Ue prlQipri•e; idee, aiven.dQi c'Ul"adi non astrarsi da,lla-:vitta vissuta, ,e pa,rtooi.pare al moviµiento pratico av.elDJ~peir' guida e pe;:rnorma orie,nt,ai– trice lei ideiei. Noo v',è, lo riconosiciamo, una, sepal'a1z.ione hetta tr.a la pra,tìca e l'idealè, fra il movimen– to ut.ilitairio ed il movim:ooto idealistico. Delle ·volte ,&lhl teirreino pra,tfoo, essi sembra.no simili. Ma ·hanno però, hen rioònosc.ibil-e1,uno spi• rito div,erso ed una: diversa direzionei. Facile è l'esa 1 g1&airei in un senso o :r]jeJl'altro 1 ; ma ,quan.· do v,''è la volont,à di s·eiguire la linea re 1tta, l,e deviazioni sono ,sempre fortrùite, invòlontarie, pas:se.ggere ,e, rime1diaihili. Noi deil restio,, lo ri– petiamo, non inteiD.diiamo,elaborare rig:ide :for– mtùe, sulla ,cui ba,sei erig1e1r,ci a. 1giudici di coi- ' 101~0 chei il tèmperamentoi, le 0oodi'zioni am · bientaJ.i od ailtl'lo pOSSIOIIlO sp.ingrer'e a, deistr'a 0 a sinistra. Sappiamo bene che spesso in inoviment,i di indole utilit,airùa agi,scoinodelle influenz,e, iide1aJ.i– sticJ1e:; e ciò noo è cer:t,amente un rnaile. Così pure,. vi ,SQJI1QI movimenti ide,alist:iici che hanno purtrO'ppò, - -a. que1Sto, •è' un male ,contro ooi hiso,ana, l'leiai0ire - un. subst,rato non soJ.t,anto b p ' uifilitario nel senoo moo:o cattivo deJ.1a pairolai, nia- addirittura int,eiressato eù egoi•s,tiico. M:a ohe farci? Tutto oiò •è nella natura urp.ana; ~ noi possiamoi sµe.ra, r:ei ,ei 10e~c.aire di diven~a.r mi– gliori ei di re1I1de:re, migliori i nostri simili, ma avremo s:empie d'?lle disill.usi0111i,contro oua dobbiamo ,e.~,se.a:-prtepairati, imputabili aill'im,. . perlezione e instabìlità de.g).i uooninL .Se però · 'le minoranz•e1 · idealistiche, non p.eircl~anno di vistla la propria :funzil()ID.e speci:fic,a,, se delle idee si sarain fatita un.ai reHgionei, . sang1ie del propcio ,siainguei, U{)!Il ,si· a,vran mai a :temere d~enerazioni troppo forti. L'ideaJ,Lsmio, n-0t11. .bisogna dimenticrurlo., non è runa tooria o ULD.a dottrina determina,ta:
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