Pensiero e Volontà - anno II - n. 5 - 1 aprile 1925

PENSIERO E VO!LONTA' 115 I -nostri lettori rioo1rderannQ1c.hei in uno dei numeri passati, quello del 15 novembre, si e pru-lato di un articolo dj S. Merlino sull'in– dipoodenz•a della magistratura a.pparso nella rivista « Crit1ca Politica» di Rom.a. Qu.ell'a.r– ticalo, ric-co di ricordi peDS()!Ilali diel Merlino ste,sso, •oostituisc.e l'introduziOtD.e di questo li– bro,. Deilla rp;agistra,tura SaiVieirioMerlino in– fa,tti può parlare oon int,ima ooinos.cenza di c:ausai, in quanto non OOtLo e:gii come, avvocato ha passato tutta là vit11 fra giudfr,;, ·codici e tribunali, non solo v;e, 'iD. 'ha passata. una. oorla pairte OO!illeaic:cusato e oondannato, ma essen– do d'una ifamiglia di magistrati, .figlio e, fra– t,eùlo di funzionari che, nella magistratura rag– gi'U([l,ser:CJ1 un g:rado m-oJ.to,elevato, ha avuto modo di oanoscer,e e approfondiriei «de visu» l'al!'gomento di cui t,rat-ta più di qualsiasi altro. Così noi, attrarverso il suo librG', vediamo passarie oorne in una rapida, Lln1 cinematogra.– 'fio~ dal -ve1r:o le vioeinde èLeU:1, «.giustizia» in ra,pporto con i moviment,i politici ,e sociali, conflitti di cla,sse,, ·s'OOcedersì di ,giorverni, eoo. daJ 1860 in. poi. Di ogni fattç) eigli dà appena un c,einno. il ·più saliente, queillo _che ha più ra.ppOII'to COiD l' argomem.to della indipendenza o meno della magistratura, dalla politica. Ma al lettooe ,bastano poche parole, peil'chè al sUJO 00chio iSÌ aprano veri oriz,zonti, inesplorati :fi!no ad oggi ; o, ,sei non in~splOII"ati del tutto, di cui molti ave,van'()J l'intuiziorn.e ma; che nes– Sll!Il:O ha tentato di esplOll'are. Cosi vediamo rievocati processi 'impo'rtanti, I · coi loro retroscierna, com.e queilloi per l 'affal!'e Lobbia ,e, l'alt:rto della Banca Ri()lffiana, i pro– cessi per associaiziO!Ile -a d-eJ.inquer:e (tra cui ·quello COiiltro JY.l4aJate.sta, •OOlD.tro Cipriani e contro Galleiani) dal '1880 al 18_94, il processo Bl"e1Sci,quello Acciarito, 1giù giù fino al pro– oess·o MaJatest,a ,di Milano, l'altr-0, peir l'ecci– dio del Dian.a,, e· i tanti p,80." i oonflitti fra fa. sci,sti ,e sovversivi, ,e.cc . Il Mierlino esamina .ad 'Una ad una dal punto di vista giuridico, socia1e, ed umanQ gli i-stituti dell' am.moniz,ionQ e del domicilio ooatto, i tri!hunali militari e sta.ti d'assedio, lta giuria.; poi ·il variabile ron • . teginp della µiagistratura dinanzò. alla classe operaia .e ai delitti di folla, Ja ,questione dej · de,oreti-legg,e., l 'hnbais.timoo.to· dei processi po– litri:ci, - ed il ~utto oon diligenz,a di studioso, citando pareu."i di giuristi e testi legali, seiD.-. tenz,ei, dati di fatto, ecò. Un libro prezioso, insamma; ed efficace, appunto perchè ,senza declama,zioni rietoriclie, senz-ai sfuriaté cosidette · sovyersive, ma tutto pieno di fatti dalla .prima all'ultima pagina.. .Lo ho letto il libro d'un rfiaito, e confesso che l'ho chiuso oon un oonso di soonforto, perohiè fa, male a.l. cuore di oonstatare che dai tempi di Cesar.e, Beooarìa ad oggt si sia fatto così pooo prqg:resso; ed ancllei quel Po' di progres– so che è scrftto nella ca.rta, nelle costituzioni, DJeù.1e l ,ggi, corrisponda così poco aJla realtà. Qualcuno può domandarci : o non· ce lo sape– vate? ,Sì, ,ce, lo ,sapeivruno, e le aibbiamo1de,tte tM1te voltei certe amar·e v,erità. Plllrle il toc– carle con ma.rio fa, sempre, male aJ .cuore. Il problema e'S'aminato da Merlino è grave, assai ; ma l'imp-re,ssion.e che, S1 riporta dalla lettura di queste .sue paigine ·è· che la matassa sia oosì aggrovi,gliata, ,da non e 1 ssrer.rnepossibile alko scioglimeillto, fuoai di quello che Alessandro adoperò ,per il nodo <li Gordio. Intanto vi sa,rehb6 t1iltra oosa da fare: ap prafiondire ,ciò che.i in 'll:Ila ra,pida rassegna Sa,v,erioM,e1rlinoha ac.ce, nnato peir sommi oapi. ,Ogni capitoletto del suo hbiro patirebbe esse.re sviluppato e diveni.Dei un libro a sua volta. Arg()(IDenti e materia1e1 documentairio norn manc.herebhero c-eil·to; e, del resto, pea:" pare·c– chìe oose bastell"ebbe diffondersi un po' più e darie notizie· maggiori su cìò ohe già il Merlino ha detto. Perchè questo 1ioirse,è il difetto del libro: che 1o -C:OlffipI'leindieiranno :bene- ei ne, sen– tiTanno tutta l',einorme importàn.za •quelli che già sono al ,coo.-rentedi tutti i fatti cui egli si riferisc-e; ma per i nuorvi, per i_giovani, pe1r i moo.a .i;nforrnati, m-oJ.tiaocenni, fors·eison trop– po sommari per esser1e1he,n •~presi e fare tutta la dovuta impressione., V.ero ,è ché Merlino non mirava certo c()ID. questo suo lib'ro ad un'opera di documenta– zione p.aìrticola.reggiata, bensì a prospettare ,tutta una -situa2.ione, e tutto un proble,ma del loro insieme,. Ed. è l'insie,me1 -che doveva pro– durre l'impressione volù~a, n01n que,st6 o quel fatta p~rtioolare, ,cui se !-llai si potrà· pensare in seguitOI. ·E 'oome ~,etto d'insieim!e1, Saverio Merlino l'ha, raggiunto. ·Chi prende il li:b:ro in mano, non ÌO' lascia finchè nO!Il l'ha finito, e n~ 000:e profolD.da.mente, tur.bàito e, se è un uom.o d:i cuoce, con °la vo1cxrit,à · di cooperare perohè i mali oosì eloq.uenteniiente · den1:]Ilcia– tJ trovino :finalmente il dovuto rimedio. Le ulbim,e1p8'gìi.nedel libro, ·uscendo _in oor– to modOi dalla penosa attualità dell'argoment-0 trattato, esaminano un problema d'avvenire~ se possa o n.o la giustizia penaJe 1ei -civile es-. sere in prosieguo di tempo abolita. Merlino

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