Pensiero e Volontà - anno II - n. 5 - 1 aprile 1925

PENSIERO E VOLON'fA' 107 nizza.zioni di VaJI':iespecie sono· di-strutte, <lu· Il18ini assai didìfici~mente ne ri-sorg.arà più ai lilla; ....:. e risorg,erà quella che ,sai:à lega,ta ìaJ– l'organizzaziont nazi-onale !'estata rpiù -attiva ed i,n: efiflci-enza. All '1atto pratico ;p;oi, oggi, gli- _or– ga..nismi di mi1I10iranza -che iri,ersicono a - -restare in vita, nei pochi Juo:ghi dov-e ci riescono, pos-. · sono fare poco o, nulla, e sempre. ciò che fanno le organizzazioni più vaste, accodtati a queste e senza .po,ssibiiltà alcuna . di svolgere qu-ell'~ zione di mino.ranza -e d'opposizione ,che sareh-– be .la loro funzione sp,ectfi:ca. M-òlte altre ragioni• potremmo el-e.ncrure a fil· vwe dell '-unità, non solo come Principio g-en,!-• ra-1~ (su cui tutti siarebibero. d'acco1xlo) ma an– che .p-e-r. ragioni pratiche e di n-e.oes-sità e utilit\ immediate. P.e-rò •crurunte v,e ne sono pure · d1 1ra.gioni- contrari-e i Una delle ip1inci·pali sarehb~ in ,questo momento- .\'impfl',essionti, che ne-nuc, ,ed amici avre'b:l)ero ·<li un :ripiegamento <la p,a.r– te _dei rivoluz1-onari verso· il r:ùformi-sm-o-, valo i. ,dir-e di un segno d.i debolezza non solo mat~- ~riale e numerica, ma anche mo-rale -e, peir di:r così, iintenzioniai)e. •f.nolltr,e . .le (circ-0stanz,e non permetterebb-ero in' questo momento di trattare una possib.il- e fusione da pari a p~ri, condiz.io – -:narudolt\ •ll çertc ,gawanzi,e lndi-sipensabili di auto. nomi1a. pe•r le mino-ranze ; -essa avrebbe !l}e1· tiò tutti i ,caratteri di ~ma resa a dts·cr-ezione. _ E ibiso:gria tener colllto che neppure le legnate .fasciste •son riuscite a n1.od ,Lfl.care la mentalità_ tiiformi,sta nel senso di una maggiore toJleranza; anzi si diTebihe.-che un 'po' del iclittatorìsmo :fa . sdsta e ho·ls-cevico è stato fatto .proprio ,dai Ti1'or mi•sti sindacali, in modo 1 c'he i1 ·loro $ 1 pirito auto– ritario ed a,c1centretore, che anche prima non scherzava, si è accentuato. 18,e •i vecchi· statuti èOlll-e11deraH lasci-avano già una scarsissima indi._ p,endenzia e libertà idi mo·virnento a,lle minoranze,: dop-o 1··i1ltimo Con:g,:r-esso idi dicembre si può di– .re -che ·ogni lihertà' e,d, indi-pendenza è stata abo– hta, ;peT concentrar.e •o,gni potere nei dirigenti e nei· seg-retairi centrali. La conseguenza ne, sai•,eb– be che per un 1p.ezz0:,almeno finchtè lé... si•gnore cincostanzc non :permetteranno il Jibe.To giuo,co delle fone,. con ·1uso ,1~U.a ~tampa, riuIJ.ioni, con– gr-essi, ecc.. o,glli v-ci,ce •ln capitolo mruncherebbe alle minoranza rivoluzionàrie e l:iJb-eirtari,e in seno al:l'orgél.nizzazione. çi si p,uò ieontrOibi-ettareche, anche. s,eiparati, le, possibHità cl',av-er voce in capitolo per gli ele– menti- ,d'-estirema sinistra nei sindacati e nel mo– virnemto operaio sono scar.si& sime lo stesso. Sì... Ma .qui 11.oo :i vogliamo far ,prevaler-e niun a:priorri– srno; r.bJè se l'unità si fa-cesse niùno più di noi ne sarebbe _liieto.Voglia.mo solo dire iehe la oosia non iè COBì sempliioe oome può parere a P:r:-i– ma vi-sta, e che per ,ciò non lbisogna precipi– t,a,rsi ad occhi chiuSi veirso una· soluzione de– terminata, senza averci pooSiato iben-e. Sop,ratutto badiamo, per il nobi_le e Iod,evole d-osi:derio di unire i-n un sol -fascio tutto il pro– letariato, di non spezzare l'unità -e la. solic:Larietà {c:h-e più 1de.vestarci a icuore) a'ira gh stessi anar·– chid e non disgustare gÌi elemen,ti, per quanto pochi-si,ano, più viici~i e restati più if,edeli •in se~_ no a.I movimento sinidaoal.e alle dirrettive classi– ste( ri-voluzionarte e libertarie, - cqme d'altra parte gli altri• debbono avere un. ipo' più di com- ' pre.nsione. caipiJI'-e che gl:i, anal"Chtci .amano soprti- · tutto <li dire quel che penSiano, ,e non inal,berarsi quindi peirchè fra questi v':è chi espone -i-d-e-,c. e propone soluzi,oni diverse da ,crue_ll-e che più loro stanno a cuore. I:ntransig,enza non si1gnitfica intolleranza; e Sò la ;prima 1è necessaria, la secolllda è d,anno1sa e deplo·re-vole. 1Di'Scutiamo ,pull'e, sul da lfarsi, fra cornpa,gni ed. ami,ci, ma da· -amiici e ,c:Iia compagni, con la .p-ersuatSioneche chi sosti-ene un parere .di– verso dal nostro è si'llcoo-o e mosso dallo stesso nostro amore per la cau:sa comune. E quando si clehbta passare all'attuazi'one ,Pratica d,ell'una ,o dell'altra decisi-one, que_lli che hrun voglia di la– vorare saiprranno far sacrificio delle (Proprie pr,e- · rf-erenzep-e,rrestare uniti •con gli amiJci -e compagni d-ella steissa fede . Perchlè, ri'ço!idiiamolo bene, _la .prima unità da rag,g1ungere, o cons-ervare, o non :l'U)ezzareè quel– la crll'a; ,gli uomini -che hanno in -comune lo stesso i(leale._ I LO SPiETTATORE. Noi disprezzianio tuttora la vi[tà nelle sue forme più ev·identi e rich·iedia,1no da chi aspi~ ra al nost1·0 r-isp~tto chè q11,ando l' ono;·e l<.. chiarna s-i,a pronto ad. affrontare i7, ùericofo ed anche ia mortP. con. je,tniezza e padronanz'! di. sè. N ~ si vuò dire che questa specie di co– raggio sia più rara oggi che ai tempi passati. Jf a è d,a tem.,ersi che. u"li'alt1,,_a debolezza si,a il vizio dei ternip·i 1n·e;se1;ti: la debolezza d'indu– (Jiare fra due opinioni, i{ tenteninare fra ·u hene e il mo,le la. riluttan:za· ad impegnarci ' . ' wna volta per se"mprè· al servizio di qua{, che riteniamo essere -il bene, o a schierars,i deci~n– mente nella grande lotta Pei• · la v_er#à, per la . gi-ustizia, per la carità, che · ùicessantem.,ente si svolge nel mondo. EDOARDO CAIRD.

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