Pensiero e Volontà - anno II - n. 4 - 16 febbraio 1925

92 PENSIERO E VOLONTuV dire l'iniziativa individuale non potrebbe mai realizzare. Certi atti di eroismo hanno la loro orio-ine in questo fatto psicologico; ma è a.p- o . punto p-erchè egli trova neH'a.pprovazione una- nime ed impulsiva della folla, la forza, di com– mettere azion1 che non saprebbe compiere se fosse solo, che l'.individuo non ha mai, in queste condizioni,. il senso integrale degli atti che commette. cc Di qui deriva la or.udeltà, la ferocia .cne lo folle mootrano talvolta, ciò che ci fa tanto più sentire il bisogno di istJ·uirle, di educarle. per la vita collettiva, e di far sparire tutto ciò che può eccitar-e le, passioni che le spingono al male, perchè l'esuberanza, l'eccesso di forza fi– sica che si sviluppa in le~ pel fatto stesso della comunione non si volga a danno del bene e del giusto . .Nello stesso ordine d'idee, noi po~sia– mo spesso cons,tatar-e che le r-eligioni, qua.lsia.si esse siano, costituiscòno tante istituzioni foJ:mi-. da.biF e dannos~, perchè, sovente spi?-~ono _al– l'erròre accettandolo come unn, verita ed im- ' . . pedendo di riconoscere l'errore stesso, per la natura medesima della loto costituzione, cioè grazie ai loro dogmi ed al loro fanatismo. « Il grido disperato di Lucrezio - tantum ;reiigio potuit suadere malorum (1) - non è insomma che l'espressione di questo peric,olo immanente; -ese i dogmi resistono con una osti– nfl.zione n::tara,vigliosa si spi,ega sopratutto col fatte;>che 1~ credenze relig10se p-ossono bensì per– deJ·e, nella coscienza individuale, il loro signi– ficato intellettuale ed ·il loro valore morale, ma esso persistono a lungo ancora come il p1·odotto incosciente d'una energia collettiva che, St&– vra d'ogni responsi;i,bilità, non sente aff~ei:o il bisogno immediato 'di distruggerl.a. ,« Queste contradizioni evidenti, che si rive– lano anche nella, condotta di uomini reputati serii, che. individuàìmente passan_o per liberi . pensatori, mentre presi ·nella massa dei loro concittadini ed in seno della loto famiglia, continuano ad essere sostenitori di tradizionj sorpessate, sono contra,dizioni che hanno· 1.;.:~~-•j sempr,e la loro -origine e trovano la loro spie– gazione na,turale nella ;medesima legg,e psicolo– gica, suaccennata che- governa le folle ». _Abbiamo in queste pagrne del Ma.nzoni tgt– ta una s,e:ri,e, di affermazioni della più alta im– portanza. Fissiamop.e alcune : I. -- La nostra. forza persona!~ può essere a~– cresciuta sia rrioralmente che materialmente con .l'unione ·ed anche col sez:npiice 'fatto di agire in Ut! ambiente che ci è simpatico. (1) e A cosi grandi mali poté indr,rre la religione> (Nel .q alla natura delle cose, di L"'.1crez'io). 2. _ L'individualità non acquista le sua più grande forza oh-e a contatto della collettività, nella misura ch'essa meglio sa espri~e-rne i ,bi– s0gni e le aspirazioni. g_ - Non è esatto il dire che nella massa non può ritrovarsi nuJla che non sia già negli indì– vidu i; in rea.ltà, -come una unione di uomini è capace di uno sforzo e di un lavoro tale che gli stessi uomini separatamente non saprebbero re-alizzare, l'aggrllppamento determinato da un'idea, ·un sentiIT!ento ed una volontà comu– ne può ingenerare una forza eroica bhe cia– ·scun0 dei suoi membri m particolare non avrebbe. 4. - Beninteso, questa forza coUettiva ma– teriale o mora,le può mamfestaTSi per il bene come per il male. Di qu:i!la necessità di -combat. tere nella folla tutte le cattive influenze e dì esercitarne di buone, in vista d'una educazione alla vita. collettiva come à quella individuale. 5. - Il concorso dellé masse è' nec-essario acr ogni cambiamento, ed a :più forte ragione a quello preconizzato da noi, ch'è il più co:uside– .revol-e di tutti poichè si estende senza esclusione . a.d ogni campo della vita. 6. - Rinunciare in preced·enza a.d accrescere la propria forza ma.teriale -e morale al co~1~ tatto della. folla, a compenetrarsi della ·menta– lità altrui ,e,d a fare della propria causa una causa comune, significherebbe interdire all'in– dividuo le sue più .granqi possibilità d'esal– ·tazione, d'iniziativa, d'azione e di successo. 7. - Non è, insomma, un mezzo più sicu.ro di rimpicciolire l'individuo, di diminuirlo nella sua volontà, ed attività, quanto quello dell'iso– larh>, di fa.1;ne un << esser,e a sè », di limitare 'il .suo mondo ed il :suo culto all'io. 8. - Le forze di superstizione e di barbarie non debbono il loro persìstel\te sucoesso· che al- 1 \ . la influenza e paqronanza che hanno saputo or- gr:nizzare e- conservare sulla mentalità. qella fclla. Noi non po,tremo vin®Tle ed annientarle che se impariamo ad aiutarci l'un l'altro per liberarci individualmente e se non formiamo ·ne: medesimo tempo una nuova potenza C9llet– ti va, indispensabile alla resistenza., all'azione -ed alla vittoria contro un fos.co passato. Questi punti -ci sembrano 'sufficienti per ben stabilire che se lo sviluppo individuale di cia– scuno è della più alta importanza per noi, esso · ~on potr,ebbe acquistare tutto il suo valore che sapendosi (}ompen-etrare della menJ;àlità. e delle . aspirazioni della collettività per dar loro' in . ogni manifestazione un indirizzo di vera libe– _raz10ne; LUlG1J BERTONI .

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