Pensiero e Volontà - anno II - n. 4 - 16 febbraio 1925
PENSIERO E VOLONTA' 89 condannati ad un lavoro nel qua.Le,il pericolo della vita è quotidiano». No~ non sappiamo quanto di colpa P,OSSu esservi dipendente dalla ,cattiva volontà di uomini interessati, fra le determinanti di que– st'ult,ima tr~gedia' del· ltworo. 1 Vogliamo ~nzi ammettere, · - s,aJvo a tornUJ.;e aY&rimen&i1n argomento se notizie precise ci convinee,ramio dei contrario, - ohe ,que.st.a volta non Vi sia colpa cosciente,. Ma anche in queista ipotesi, della. cui giustezza de,l resto dubitiamo mQll– tissimo, noi d ,ici.am( )Iche un delitto v '.è - de– littq ~<C-O•lpo,so» dir.ebbero i giu.risti -. e.oon.s1- ste nell 'av.er dimenticato· di ·star.e in g:u,aràia contro le terribili sorpre:se della natura .. Là Natura., -questa dea universale, che la letteiratù.ra ,cla~sica ha, elevata sugli aJ.tari, che tutt~ i poeti banno cantata, che tut.ti gli oc.chi banno ammira.ta bella I e feconda,, che · ha, suscitato nei cervelli dei .filo 1 soif-.i CÒlncezioni mir:t.hili ·dì alto panteismo, che tut.ti ·glì uo- , mini invocano mi:i..çlr:e,essa è pure in certo senso. nn.a ne:miic:a, l'uhica,"ne,mica che, si a-· vrehbe ragione e b~sogn~1di oomhatte{l'e e di soggiogare. * * * Quale dlolcezza - non è vero? - lascia;rs1 cullare in una quie.ta serata. estiva dalie lievi 0tndulazioni del mare1, lungo, una -spiaggia! Qua.le soddùi1azione per il lavoiratore. dei cam– pi pe•rconere il. terreno' feirtiliz,z•at..o, da tanto sudore, •8l v.ede,r le gialle spighe alte e gTavì– de o più tardi i verdi tralci curva.ti sino a terra dal peso de.i .grappoli sorridenti fra i pampini! Qual.e, senso intimo di ammirazione yi .suscita , lungo le vie c1ttadine lo sfilare giocon.d<;> di tante ·l ?e.11eiz.ze um.ane in cui è perpetuato ed ,animato dal sod:fio-della vita l'ideale estetico di Fidia, e di Prassitele E infine se guardate , d,aJ.l'alto, a vòlo d'ucoello, gli immensi alveari umani ooe1 -solil le nostre cit,tà, Roma per es. d,aU'alto del Gianic0Jo 1 , o Firenze da, uno dei ·circasitanti cento colli ·,che millle di ·.fiori al ciel man(J.ano incensi, la mente ed i sensi eccita.ti provano .un senso, di .s,uperbia, .ed esultanz.a. E le laibbra sospi– ran'O: ,Come sarebll:ie ,bella. 1a vita! Sì, la vita ,è ,bella, - sall'ebbe 1 oella ! ma, la sua hellez,za nòn sempre si dona oome soave e docile sposa all'uomo ad-orato - ma più speaso che no.Q.,si or-ed.a v.uoil.eessere conqui– sta.te . a forza d'ingegno e di muscolo, vendi- 1 oandosi terribilmente· su chi ne ·rumentioa l~ possanza nella illusione di averla .sempre ao– cile sierva a i1U,t,ti ,capricci ,e spettatrice inerte a, tutte le cattiv.erie ·umane. Il maire reride ser,vigi e piaoori.; ma le, sue tempeste ogni tianto rammentano che questo immenso_ pQIIlte di ,ooununicazione tra gli UOt– mini non ,è stato aggiogato de_l tutto alla vo– l~tà di quès.!,a specie di -bipedi implumi quali noi siamoi. \La t-erra matura le, spighe ,e i .grap– poli, ma P\lr quando essi .son viicmi adi esoor~ e-0,lti e assaporati dalle laibibra degli, uomini, , ba.stan c.inqub minuti d'ut·-a,gano pei· strappar di ·bocca. al r~, dell'Universo il pane e il vino. Lo sposo 1 che .ama la bellezza della donna sua, e la donna che· è tutta coinquistata dalla ro– bustezza fulgida;dell'uorrw pre.sc ~lto. daJ. -suo cuor.e, possono essere -cacciati nella,· d.isperra– z.icme più atroce da un piccolo ,invis~bile mi– crobo fra i tanti che a miliardi insidiano la I nostra esistenza. , . Le viscie~e della terra si lasciano strappare dal piocon.e dell'uOIIIl:o te.sori d'orro e -di forro', di marmi e dì' ,carboni, di -sali e di essenze, tutta un'a :riccheiz.z.aohe pare inesauribile. Ma ba,st.a una disattenzione, o ìl triste· gioco di un caso impreveduto ·a soonvolgere le .gallerie sciavate e piene di lavoratori, ooit'terrando, vi'vi 1 piooo!IlÌe,ri, schiacciandoli so,tto i massi pre• cipitati · da qualche esplosione, af~oigandoli • in ·una ·improvvisa inondazione del sottoouolo. I laboriosi pigmei umani, · divenuti titani col pensiero· e 19.: scieinza, · 1sono per .un istante vinti dal Dio ignoto che scatena su loiro ·le ca,tastrofi della natuta. Ed anche qu;esti •cento, questi mille alveari_ • umani ,che san le case, degli uomini, raggrup– pa.te in città, in paesi, in villaggi, o sparse isolatamente nella vastità delle. eampagne, lungo le bianche1 strade deserte, da cui ogru mattina -sc.aturiscona oon l'operosità dei loro .. abitanti il pane, la gioia,, il canto, là ,bel, - lezza,, l'arte - in una parola la vita - ahi- · m•~ ! bastarì pochi secondi, una violenta. scossa. di un attimo della crost!i terrestre, un aggrot– tar di ciglia dell'iroso Vulcano o un'alzata ~i spalle deil vecchio Atlante, perchè tutto pre– cipiti in un ammasso, informe di ruine, da cui si alzino al ,cielo grida strazianti di dolore, di spasimo, di disperazione, peircliè una invi– si,bile mano d'ac.ciaio sprema dal cuore col– lettivo dell'umanità, torrenti'. di· 1agrime. '· Allora, noi incolpiamo la natura, e ·la chia– miamo matrigna; e dalle hooobe di alèuni be– stemmia.bi salgono improoazioni alla vita. Per-0-hè '! La sventura del momento fa forse .. ..
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