Pensiero e Volontà - anno II - n. 4 - 16 febbraio 1925
PENSIERO E VOl.,ONTA' sono di natura dive:rsa,» e bisogna. valutarli i:n base alle loiro diffie,oilt!à, a.l maggiorre o IDI· nor.e interesse ohe presenta.no , al dispendio di vitalità c,he ric.:biedono, all'utile .~iale c.fre rendono,. Il l\llaz,zini av:reibbe voluto ohe il lavoro non si protraesse così a lungo da rovinare la sa– lute dei lavoratori e da re1nde-r loro impossi– bile di .e,ura,r~ anche la vita spirituale, e quin– d~ dava valore a.Ua questiO'Ile della retribuzio– ne del lavoro, in quanto un'«.erqua» retribu– zione può consentire una .vita m.a.te- ria,lrnente e spiritualmente possibile, indice più v-ero del rioono,scime1Uto deUa, dignità del lavoro.. Gli orperai ha.uno «un salario spe-s.so insuf– ficiente ai bisogni della giornata, quasi sem, pl'e inferiore all'importanza delle opere : un saJaria susc.ertt:ì:bil-e, ,cTi diminqzione ogni ,qua.1- vo~ta l'ignb,ranza, di chi comanda i la;s;'ori', la– concorrenza, o avv:enimenti non calcolati fan. no si -che egli ottenga meno d.ei guadagni spe– ra.ti , non mai d'aumento progressivo propor– zio,na,to a.i frutti dell'impresa; le .ba:accia del– l'operaio possono triplica11e, o quadruplica.re il capit.aJe del proprieta.rio, non trìp~care o qu21i. druplica.re la propria, m~rc:ed.e. Quindi l'im- . possibilità dei risparmi, quindi la miseiria, a,s.– , s01luta, irreparaibile d.e\le,·migliaia {di operai) ad 01g.nuna delle crisi che affliggono qua,si pe., riodicament,e il commercio e ,cihe pe,r l'intro. duzi9ne di nuove macchine, peir l'accumula-. meinto de.i prodotti in una certa djre.zione, per la chiusura di un meircato este~·o allo srnerdo delle derratu, determinano una d.i;minuzione dell'attività: o una sospensionb a te-mpo dei lavori» {1840). Ocrc,oin•,e, che .ognuno partecipi, in ragione del lavoro che egli ~<deve,» dare a.lla, soc,ietà, aJ divideind.o sociale. · Occorre che l 'op.e,raio sia. sottratto alla, «leg– ge del èalario», c.he è guelfa della domanda e . dell'offerta., 0he1 fa -deil:a;:n;ier:ce layo1ro una schiavitù p.eggiore. delFantica, poichè almeno quella n.on _era sottoposta alle vicende del mer– cato e dàJlu. coociorrenza. · A tut-to questo. rimedia «l 'asso,cia.z.ione dei lavoratori», cioè le asso.ciazioru op.eira_ie«libe– re' spontanee, V a.rie' fondate sul sa.c~·ificio; sulla vita, sull'ani-orrè e: sull'economia» ohe trasfOTJI1eranno g.radata,mente l'attua-le costi– tuzione del lavoro e sostituiranno aJ. sistema del sa.la.rio il principio che «la ricchezza d 'o,gni uomo dev'esser:e proporzionata all'opera ~ua.»,. caincella.ndo c.osì non gli .innegabili vantag– gi, ma gli svantaggi e l'eccesso della concò(l'– re111za~ ----- ---- Fin da.l 1841 il :Maz.zini dichiarava di ore– der6 «ìn una, futura assoc1az1one del capitale, dell'intelletto e del lavor01» a1nmettendo «che ' - a questa. associazione deibba pr~cedère: un'or- ganizza,z-ione. dei la.vma,tori fondata ~u ìbasi men decisive». L' «a,ssociaizione v-òfonta,ria tra gli operai» - affeirmava nel 1852, deve es,se– re «sostituita pacificamente, progress:va,men– te e quanto è po:ssihile- a.l lavoro individuale salariato ad arbitrio del e.apitalìsta,». · Le associazioni -aperaie devono, per il «pe– riodo di t.r'a.nsizione», essere -scuole di pre-pa· razione alla trasformazione dell'odierno asset– to dJel lavoro, e vi dovrebberò essere «Lonsi– gli conciliativi», ·co,mposti per me,tà di padro• ni per metà di opera.i» e presieduti da un ma– aistrato che do,vreibb,eiro riwlv&e i dissensi o ' . tra i salariati ed i dat01ri. di lavoro., E veni.amo alla «cooperazione». Nel 1860 il Maz.zini sc,riveva ai lavorra.tori: «Vidi ohe a voi .bisognava sottra.rsi dal giogo d,el «salario 1 » e -fa~1 a paco a. pocÒ1,con la, libera <<associ~- . z.ione» ,. padrOIIle il lavlOir'OI d-e,lsuoilo e dei ,eia- •pitali d'Ita.lia» ·- «ovunque vori trorvate il <~ca~ pitaJ.e,» e il Kda,voro» riuniti, nelle stesse mam, - ovunque i .frutti de1 lavoro sono, non foss~ altro,. ripa.rtiti ·fra quanti la,vor-a,no in ragione del laro aumento, in ragione ~ei loro benefizi aU'ope:ra coil.letti'V.a•»... associatevi l <<Oggi il ca.pita.lista tende generalniente1 a guadagnare quan~o più può per ritirarsi dall'arena del la– voro: sotto l'o,rdinameinto dell' «associazione,», voi non tendereste· che ad accertare la «conti– nuità» del lavoro, cioè della produziO(Ile_ Ogg1 il ca,po direttoo.·e de:i lavo,ri, fatto tale, noin da una sp,eicial-e attitudine, ma dal suo trovarsi fornito di eia.pitali, è spesso improvvido, aV'– vent·a,to, in-capa.ce : un' «associazione» diretta da delegati., invigilata da tutti i suoi membri non oo~rerebbe rischi siffatti» l' «associazione» non. pocmetteirehlbe la pro<luzione del su per– fluo e del non. necessario, e suscitando l'inte– resse personale del lavoiratéII"e ne potenziereib– be 1(:/ 0a1pacit-à produttive. La b~e, economica d~ll '«assorciazioin.e» è l'assioma : «il lavoro li– ·bero è sempre più produttivo di quello servile»-- . Le norme ·fissate da,1 l\.'[az;zini pel funziona- - - . . mento delI'associazione fra i produtitori sono: «Libertà di ritrarsi,· seinz~ nuocere' all '«asso:– ciaziorne» - eguaglianza dei soci nell'ele,zione d 'a.mminisfu:ator;i a tempor o, meg:lio, sl()lgg,e,tti -a re,voca - ammis~i-0ne, posteri-Oll'mente alla fondaziqne, senza esig·eni.a di capitali da veir– sa,r8i, e ·costituzione d'un pireleiViamietntoa pro• .diel fondo oornune, sui lbe~efizi de;j·,primi t.em .
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