Pensiero e Volontà - anno II - n. 3 - 1 febbraio 1925
PENSIERQ E-VOLONTA'· vreiblbero esserE. Le organizzazioni sindacali. Che. l 'aiutorità governativa, venga esercrni:lilia ·nel nome della maig:giOII"anza, OOIIIlie nei sistemi democra,tioi, o v,eng,a, impo. -s.ta, · in nom~ di una mino1ranza, come ne,i sis.temi autooratici, essa si risolvei sempre ne,l dominio dei pOICilii che d-etengonò il poter,e, a spregio dell~ volontà ed intel"essi dei più .. Nelle org'ani.zza:Ziooi ope.raie autoritarie ciò è evidente: in quelle ,comuniste· perr oonlessione dei mede,simi di,17,genti; in quelle riformiste per la composizione degli or– gani dir-ettivi ,e per la struttura dell'organiz– zazione. Del- rooto anche i riformisti escono delle volte in :coofe1sisi(){[Ìi 1 -che li fanno appa,rire_più simili ai cÒo::rìunistidittatoriali d.i .ciò che· non sembri a prima, vista, L'esponente massimo della Confederazione dichiarava egli stesso al . Congresso che « è inidspensa.bile la massima disciplina senza 'autonomie e -senza licenze, ai:iohe a éooto che si. deJbl b-a.no i mpedire agita– zioni! e -movimenti».. 'Resta l'equivoco della dis,ciplina, -che si C()lllcepisce ,solo 1n senso au- toritario, e deJ.la lic-enza, che si vede· in ogni tendenza indipendente; ma. ogn':}no capis:Cé lo stesso il significato di affermazioni del ge– ner~. La mozi-01.E;,e di principio approvata dalla maggioranza, del •Coogre,s,so, fra l'altro, « ri– pudia la teorica,, sec-ondo la quale le rivolu– zioni ·debbono ,e•ssere .fatte· dalle minoiranz-e che si impongono' con la forza aHe maggioTanze». • Giustissimo! nè maggiora.nze nè mino['anz,e ha.uno dirit,to di imporsi con la. for.za. ... !VI.a que,sto non esclude la ve-rità ,storìoa oh~ sono sempre le mino!I"anze c.he inizia.no Ìè rivolu- , . zi01ni, prima nei ,campo del pensiero, pQI). m· . queUo dei fatti, .compiendo la. funzione del becco del pulcino che rompe il guscio quando d,eve corrnin0ia~e,la m10iv:a, ·vita,. ,Le minoranze aprono cioè -oo:l~oro sforzo eroico le po,rte de.I– l' ~,vvenire, per 1~ ,quali le ma,ggioranz-e, conti:– nuano la loro via .di progresso, - ma senza per ,ciò a.oquista,re il diritto di « coistri:ngexe .per forza» le ma,ggiora,nz.e, a seguir,e la via eh' esse, credono migliore. · ' . La Ì1e.g a,zioue della. ·funzione delle1 minoran. z,e infa~atTi,ci -nella rivoluzione, _·_ negazione implicita. neJla m9ziooe riformista confederale - ,è altrettanto :err'ronea, deilla ·ad:ferm9JZiù.1:1e di u_na, funzione. ,coericitiva ed autocratica ·delle mino,ranze a,ttive sulle grandi- ma,ss~ patroci- nata, dfli c;omunisti.' · *** La conclusiooe r Vera.mente non aihbiamo a.lcuna conclooione speiciale da proporre, Il Oo1ngr,eis!SO ,è 1staito quello che è st,ato, anche perchè la s,ituaiz,ion.e,generale politica ed eco– nomica del 1-aese si poosta, in questo,momen– to, più ad una polit.i,c,a rlforrnistà che alle wandi affermruz.iol!lÌ rivoluzionarie. .., La gra,n massa de.Ha popolazione, stretta tra le moose delJ.a ,crisi ecònomioa e della rea– ,r,ione politica, sente veramente un gran bù:io-– gno di calma e di pac.e dopo più di die,ci anm di :sconvolgimenti: Chiunque le propone o 1~ pro:mette metodi ei vie da cui possa sperare Hll po' di ·tranquillità; è' ,certo d'e,sse~e seguìto da~la mag.giora,nz.a: questa, è la ra.gioo.e prin– oipale dei consensi ra.ccolti dai· riformisti ed ~nche da a.ltri partiti cosidetti medii. Ma que– sti sono in, er~ore ·10 ste~~o, poichè },e~oluzion1 propost-e da loro trovano nella stessa crisi ge– nera,le una ragine d'impossibWtà d'a€tuaizii.on1:;. Ghi .scrive ,queste righe sarebibe perso.rual– mente favore,v~le ad una unità proletaria, ohe raccogliesse in una sola genera,le organiz,zazio– ne sindacale tutte, le forze operaie {1) ; e a dir vero •questo desiderio di unità ei è a.nche · in mez.zo. alla ma.ggior parte di op&ai,. d~rmr– nato dalle ,sofforenz.e, durate in questi ultimi ; (1). insisto nel ricordare che, ·a.proposito di questa questione dell'wnità sindacale e proleta– ria itàliam.,a, io· dico wn mi.o parere pe'l'sonal,~ che, non so quanto sia -c.ondiviso dagli _altri anarchici italiani. C,onosco molti che $01W, am,. ~i, di parere assai diverso dal mio. Credo mio dovere· avvertire ciò, ar.i,che perchè r,,el quoti– dia--n,,o ana,rchico « La, Protesta » di By,enos· Av– res (n.· 4882 del 2 dicembre 1924) vedo' citato un 1n·z:o a1;ticolo precedente, anteriore a,l C'o1ig,resso delta 6. G. del r, su q_westostesso argomento, . com.e se si t;rattasse d/wna tendenza an(l/rchir.~l r,ollettiva del . movimen(o itaiìano. No I anche , a,llora ,i,oavvertiv,o. bene che dicevo delle <, idee particolari mie >> e.che il mio cm.cetto swU'wni– tà, proletaria era ,, forse 'trovpo mio ~ersoina– le ». Anche oggi ho ragione di ripetere la me– desima cosa. Il' oio1··nale parla ù~ prop0sit~ ad– dirittura di una,-« teudenza e tattìca Fabbri- , Malatesta. ». Ora mi sembra onore itnmeritato elevare a dignità di tendenza e tattica gene:r• . lr. un modesto mio pa;re;re perso([l.,ale. Il q!l:lìale ' palf'ere, se , ho tutte -le 'ragioni di credere · che sia condiviso dal Fabbri, ignoro, completamente se sarebbe sottoscritto cos-ì com''è da Errico Ma– latesta. A ciascuno 1;z suo. (Vedi 1n calce). 1
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