Pensiero e Volontà - anno II - n. 3 - 1 febbraio 1925

. , [. PENSIERO ij VOLON'f A' 53- * * * Sarebbe troppo lungo un _e,same pairticola- reggiato delle dis,r,ussioni e deliberazioni , del oongr~sso; . Dopo ciò che · abbiamo ·già detto in linea generale ci limiteremo a qualche os– se-rva,zione ·su -q~alche lato che· più· ci inte– ressa da.} nostro punto di vista.· Si ,è parlato dai dirigenti della Gonf edera– zione, ancoira una volta,, dell'idea· di f~e oon· le mass-e oonfederali un « P8il:'tito del ·la– voro» italiM10. In sostanza si continua a cer– c~re un figurip_.o, ;f()I".esti,ero per la ;politica' O_ee- . raia nazionale. Nulla· di male, se quel eh~ vien da ·fuoo·i ,è 1buo!Il.o;ma la ibontà di ciò che è ,stato im·porta-to fin qui è molto discutibile I La traidizion,e italiana delle Camere del la,vo– ro, filiazione delle: fratellanz,e artigisLne e dei -fasci operai di prima del 1880, oon le loiro le- .ghe di mestier.e, - d'un .indirizzo libero e~ autanomista che non esclude affatto la -soli- darietà; più -g,einerale, _- così corrispondente,, rulla mentalità italiana ed· allo sviluppo ,eeo– nomioo deil n01stra paese.,_ è stata assai più guastata che perfezionata daJl 'ìntrod.uzione deil. ìbur:ocra,tism.o accentratore tede,s-co e del supeirfìcia.lismo sinda,caiista francese. , · Ora si voirrebp,e prmrare col laibUili.,smpin– glese, proprio mentre in Inghilt"e-rra il sistema. mostra le su.e· cr·eipe ,e le sue:' ma,gagne. Il la– burismo sarelb1be un_ passo indietro; g!i inte– ressi che preriderehbeiro ~ ·sopra.vvento, sulle· idee anclie .maggior.e che peir il pa.ssàto, ~ in'Oiltre1Ton travasamento1 ne1l mo,vime-nto ope,– raio di -quei' politi,cantismo parlamentare c~e,· fino ad oigg:i, eira una piaga q--q.aisi esclusl'Va dci partiti eJettoralL· Ma forse- il disc.uter,e su çiò è superfluo. L'idea del partito del lavo~o è stata appena ad:facciat.a, e per ora_ ,non se né frurà nulla. Niè, crediamo,. se, ne farà nulla neppure in seguito, perchè gli operai italìani, appena esoo!Il.o d~l'apatia s~:rv'ìle del ~assato non si contentano più di. esse:r:e.«opera)», ma diventa.no cittadini politici con idEYeproprie~ · combattenti per' wna :fede, a -~er · un paxtito di avvenire. Un unico partito del lavoro, ,che faccià ·dell~ politica sua propria, nrm potreibb:e perciò coin.te: I?,taire· gli· ~ni _senza urtare, nella maggiore ostifft~ degli altri. · Il· parlamentarismo.· è destinato a divÌd~r~ !empre più le forz,e, operai,e. Ed i ,comunisti aveva.no ·del tutto ,bruOID. gioco, nel .criticare in sede di congresso l'atteggiamento equivoco e re :triicem.te, dei canf,e,d:eir.aJi deputati in Parla- • mento. Vero è clie i -comunisti dimenticavano d'a– vere alla Cameira de,i deputati anèh ;-essi, il cui atteggiamento non· ·è meno ·equivocoi, lbenchi\ più smargiasso, attraveir,so il <ct,i _vedo e non · ,. ·. ti vedo» ,del loro intervento ..:.-· fino a un oorto punto alle . sedute parlament~, in_ contrap– posto all'astensione .aventiniana. ~u!la. que– stiO!Il.enon e '·.è, ché una parola d'ordine, :vera.– roente logica: .niun rappreis·entantc ~egli ope– rai. nei pa,rlamenti, nessuna politica efoiziolll.Ì– sta in ne.ssun senso nell'organizzazione sirn;lPr cale. Ancile ,sull11questione d~la violenza, discu– tendosene fra riformisti e .comunisti, si è fatta al ·òoogresso della canfusione, ponendo in an– titesi il metodo della violenza dittatoriç1,le, ed il metodo-dell'assoluta non vk,lenz-?1,.Poich"– il primo metodo non può piacere che alle pfo– ooie minoranze di g(')lVernanti od à,spirant1 tafi, è naturale che la maggioranza~delle m~– so, che, si sa destinata a subirne i danm, moo– sa a.I bivio, la respinga, e. preferisca la nega– zione di ogni violenza. Sostenendo·il concetfa) della violenza autoritaria,, i comunisti facili– tano la v'ia· ai riformisti; i quali così hanno modo di lusinga,re,_e sfruttare il senso di_ stan– chezza delle masse ,e la· loro riluttanza na,- turale al rischio ed al sa,e,rificio: · A ragione un congressista ana~chic~ (fo~s~ l'unico anarchico del c-ongre;sso) avvertì· l'ar– ti:fic.i'ooità dell'antitesi fra i due assoluti del- 1"adozio.n:e,,e de1l ripudio della violenza nella lotta ,sociale; in quanto si può essere contrari, come lo sono gli anare-hici, alla violenza, che opprime, alla violenza di un potere qualsiasi sul sudditì, s-enz:a dover perciò ripudiare, la violenza. necessaria' a difenq.ersi o liberarsi da una ,violenza opposta assalitrice o ti-rannica. Ques,t 'ultima è una necessità storica, contro cui le accus,e di· 1« quarantot:tismo » dei rifor- misti lasciano il tempo che trovano. . Altrettanto a.rtificiosa è l 'a.ntit~si sos3tenuta al' congre-s-so, ,quasi· Il9'Il .avésse via. d 'usè~ta, . :fra ·metodo· demooratico é.· metodo dittatoriale di organizz~zione, tanto dai cop:iunisti che si vantavano autoritari quanto dai riformistj_ che si prodainavano :1iher:~1L : L~ via ~ •,~it~ c'è perchè c'è un m~o IDighore dei pnm1 · due: ed ,è il metodo libertario, .cei'tarp.ente, ad ~gni modo, più in ·armonia c;n le tendenz-e e· gli scopi del movimento ope~aio. . I du-e metodi, autocratico ,e de,moerat1co, sono «metodi-di governo», non di associa– zioni libere che si r.eggo,no per •mutuo Qanc.ot– !'!O fra. maggioranz,e e minoran2.,e, qualì do-

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