Pensiero e Volontà - anno II - n. 3 - 1 febbraio 1925
PENSIERO E VOLONTA' 65 ------------------- Salta.udo a piè paìl'i dalfepoca preistorica a quella moderna, veniamo. aj. ,e,apitaJ.isti, que– Bt1 antropofagi perfooio,nati del presente si– stema. di pradUJZì~ne. Il c~pitalìsta vive .sfrut– tando ~li opedai. Più le ,sue macchine assor– bono forza ,e lavoro ,più il- suo capitale ,cresce e prospera, più i lavoratori sudano, soffro!Ilo e muoiono al suo servizio, pìù egli si arrioohi- sce e gode. · Gli opei"ai vivo1;10inaliissimo, ammalano e diveingono impotenti di ,corpo e di spirito; il capitalista gode assieme .alla famiglia una buona salute ed i suo,i figli !ben conformati .r1- ceyono un'educa.zione perfetta che permette for<:, di eé.c-eUere nelle soìenz,e e nelle arti. In somma, quanto si disoende da- un lato, alt~et– tanto ,si sale dall'altro. E' il principio di lotta ohe funz~ona qui co– me l'abbiamo visto funzionare presso gli an– tropof aghi. «La 'tua morte è la mia vita» dice - . ' il ~a,pitalista al proletario, ,ooa:ne l' a9tr<:>ipofago lo dioava al suo simile. E tutta la differen:z•a tra loro è questa: che ,la .vita, del capitalista esige la morte dì un numero ben più conside– revole d'uomini che non l'esigesse guella del- . l'antropofago. · Davanti allo .spettacolo tragico dell'enorme forza di lavm-o che in modo oignor cr<escente si trova giorn.alm~tè assorbita- dal capitale, sfa– mo na,turalmebte perlati a oredere ,c,tl-e il ca– pitalista ,abbandonato .a sè. ,stesso, lasciato. iu· balla al pieno e necessario sviluppo dei suoi :iistinti e dei ~uoii cirescenti bisogni, :finire:b:be necess·ariamente ooll'a·ssotbir& tutta, -la :forza dél lavoro esistente addivenendo in una pa,•· rola .. alla distruziOIIle ,del pr0letariato. Ma ciò non avviene, poichè il proletariato in vece di diminuke aumenta sempre,; e ciò {IlO!Il è rper puro ,cas,oi,ma pel principio di so– ciabilità cher interviene, .èome moderatore del principio di lotta. Il giorno in oui il proietariato. non esistesse più, il. capitalista oeisseirehbe di essere capi– talista e diverrebbe d'un -colpo solo, l'uomo · di unà civiltà tramontata -da seooli; lè sue macchine e tutto il resto del suo capitale ces– serebbaro d'essere oapitale e divrrelbbero il testimonio muto d'una morrta civiltà. Dunque, il capitalista oè ,bensì spinto dal principio-ai Ìotta a sfruttare enormem~nt,e il · proletariato, ad opprimerlo, tortura:rlo, impo– verirlo e aibbrutirlo sempiI"e più; è spinto da.I continuo aumento delle sue ricchezze ad ac· crescere .ognor più la miseria d 1 eil lavorratore, ma coo. tutto ciò è interessato alla sua con– servazione. O' Il capitalista. ,oon la divisione del lavoro. to-· glie ali' operaio ogni virti1 «artigiana». wa grande industria s~tomette- il lavo,ra,tor-e a,l dispotismo delle macchine, e per dar posto a. questi mostri affamatòri lo ca,c_ciadalle offi-– çine forrmanp.o -così una ple-to-.radi poipolazio– ne -manuale; un'armata indlustriale cli riserva. quale proprietà assolti'ta de:l capitalista, e– sempre pronta al suo appello per ogni ira-· prorvvisoi au1nento di produzione. Un'armata divÌISa in dif~enti categorie, di cui la prima è la meglio pagata e meno soggetta alla dì– soccupa,zione, me'?~re l'ultima si perde nell'in- ferno d~l paupensmo. {3) · . Malgrado tutto ciò, il -capitalista deve coln– servare il proletariato in co!Ildiizioni on-ihili i'i vero, ma sempre deve tenerlo in vita sotto pena del proprio suicidio. , Difatti se l'antropofago loitta coi .suoi si-– mili, non lo fa che. per conservarsi; se il capi- . talista s:rrutta l'operMo, lo fa per assicurare il proprio. benessere e quello della sua fami-– glia ;- se i proleta,ri a loro volta lottano con~ro, i capitalisti e talvolta a mano a:rma~a si ribéit– lano, ,incendiano, e giungono fìho alle stra,s'].,. ciò .è ·sempre per la pro,pria conservazione e per farsi un posiio tn meiz.zo all'umanità. La lotta ,è_ il funzionamento delle pairti nel. «tuttò1», la socialbilità ,è il :-«tutto>? .che preser-– vit le parti dalla 1oro distruzione. reciproo::t,. · CARLO ,GAFIERO. ------' (3) Leggere le pagine classiche del « Capita– le » di Marx sulla divisione del lavoro, sulle rnàcchine e sull' ac_cumulazione èapitalist~ca. .., . .NOTA DEL TRADUTTORE. - Per i lettori che non. hanno letto nel n1umero scorso, seque– strato, l'articolo di presentazione di questo scritto ai GMlo. Cafi,ero; inviatoci da Lwiui Fabbri, ripetiamo che si tratta di u-n,lavo1:o an- . cora inedito in italia,no, pubblicato a puntate in vm giornale francese nél 1881 e mai più da a.llora ·ristampato. E_sso.vale sopratutto come documento. storico del soc_ialismo ed a'liarchism:o · di qu·el tempo/ ed il fatto eh' esso risale a circa 45 Q/l1/f1,i c disp~nsa dar _riievare i puntf in cui qi1,esto scritto è stato. sÙ'Perato dai tempì oppua re quelli su cwi molti di ·noi' ~ggi pi4 non co.n:– cfYrderebbero. Àvverti'amo_ che· tutte, le note ig,, calce sono dli, Gafie1·0. ., Il progresso per ip.e è illimftato. ~ essuno venga: a dirmi : si avanzerà. fi~ qui. Che ne sa .. egli? che ne so io? G. CARDUCCI.
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