Pensiero e Volontà - anno II - n. 3 - 1 febbraio 1925

62 PEiNtSIERO E VOLONTiA' che ,ha usa,to pensa.rei divers:amente, dia.i carrte,– ficri. E' insomma un ~nferno politico dove perlÌ.– sce t:utito,uJD. papo 1lo, e, non siÌ.vede via d'uscità. cei::;oo del ,compagno G. Dinùtl'off. Dopo, il prolC'.esisio,, ritornando aUa pirigi001e, la poli7.iÌa di soorrt,a fu aU1_ac.caita ed il nos.tiro, compagno fu ucciJSo nei11a.,strada clJa h1"Ìig~nti mooedoni. QUJe:s.ta situazionei 6où.pisce specialmente noi alt1J:d. anawc,hici. Il ten"'Oire e, le ra,ppre~agliei del · governo sono dire.ttei principal.mente1 contro di noii e co1D .trot:u.tta la nooka, a-tt,ività. La poli– ·zri.aha ,sorppres-s01 quasi tu,tte, le .nostre pU:bbli– caiziOIIli e,d. è CO[lla più .g,1,ande d \if.fì, co1ltà che s;i rie1sce a puhhlioa.re ,quaJche s 1 critto1 anairchico. Lo stes-so a-vtvenne, m ~ett~mbire, e.i com– paigno Pi1eiff. La scorta, &u attaccata, e di~ax– mata nel m. ~e.no 1 e d il nostro cornpa.gno assa.s-. &in,aito,. Così peiriscono, --in gran part:e quelli che la. aiutomiità oonsicfur1a più « peri.colosi». L~ si am– matz1z a, il1on solo -pe11.~ sbiairatZ,z arsi di 1oro, ma sopratut.t,o pea.· €1Vitai~e. la, necessità. d'un pra– c;esso, che avrebbe de!i. .risult-a.ti. OOID.,trari a. q1Uelli che l'-a.utoriti'.1dles,ideira. I milita.nt.J. anarchi.c,i sono sottomessi a per– seciuzfoni ina.uditei. Oltre gl.i a1~t·,estÌi a1;bitr'airii e le ese10uizci.001i seinza processo, una, deille mi– sw·,è re,ptessive più spesso a,pphcata è l'inter– namento. Quelli che scm:o .riusciti a norn soc.– cO!llllbere nelle seg,reoo d!ella pohzia so!Ilo in-·_ viati in co[ltrade deseò.,te e l01I1tane, e, là ,se non sono .uccisi sonoi-condannati a terribili torture ma,ter:iaJ.i e: m01raJ.i. Molti il'ies•OOIIlo a ,evadere e fug 1goi:no pe;i· i dJe1serti di ne'v,e, tria fatiche e rioohi innumernvoli, e questi tSOIIlO i fortunati ... E' impo1s,sibile de·scri'V'ei-e,tutte -le infamie comirnesse dai carnefrc:i .governativi c,01ntro gli anarebic.i. E' un martirologi.O' indeschivi;bile. Ci' hmitamo a .raé"co1tare- i f~tti .seiguenti pe1r dare, non ll!Il guadTo completo ma semplice– mente un'id:eia dell'inforno in cui .gli anarchi– ci brnLgari sona oost!'eitti. a vivere -eilavorare,. Nel .fe.b!braio11924 du.ei dei nostri coanpagni, Assen Poipo,ff ei 1\1:iichie,de :Nico1o.ff furono, asse– dia-ti neù.la c.asa di Popoff a Kustendil. La po– Hzia, li invitò ad1 arrendersi, e siccome essi s.i nifiiut,aron:oi -a fa.rilo, cominciò a tira.uei S1U1la casa. I no1sitri compagni rispose:roi aJ. fuoco, e ne se,1uì una, vera !battaglia. Risulta,to,: i. due càm.pa ,gni furono uocisi. · , Alla ,steissa eooca, a Ris:irfarero fu.rorno uccisi in •ci:r.coistanz,e, .identiche i, compagni Gior:gio Papoff e_ Puohkaroff. ~ Lo stesso me1ss, ·a ,Son.a diuie: aJtiri comp-aani l O I I van Dimlitroff è Gioogio Tod()II'orff :fUìr'ono as- seclitaiti in una casa. La oasa -fu jncein.diata ed j coanpa,gni p,erirxmo sotto le mooell"ie ddpo una batta.glia, d'un giorno. In mar'.zo a N:aiskovo fu ucciso, n-eilla1prigiOl– ne e senza ,aJcun mo,tivo1 il compagno, Gue,r– gumoff. N-eJ. ma,g;giOI,dopo ·una, · riunione tenuta, in · una, forest,a, i ,compagni fua.·o,no s~esi dall.a polizia. Nella Ziuiffa fu. ucciso il oompaignO!.·Ni– c,o,la Vesiselin:o.ff . N oo d.iremo nuil:la degli _a-rr€.lSti nun:ierosi c:he sélguono sempre tali incidenti sanguin01si, oc_ casi-oini di arbitrii e repr~Ssioni iminite. · In giuig1D.O, a Kustendil, elblbe 1uoigo il pro1- B" Ultimainootei av;venne la, cata,st.rorfe · di Ili– vAn.' Il 24 oUohr,e tu.t,ta la, gRail'nigione- della c.ittà fu messa in azioi:ne1pe•r pertqu.isire etl a.r– re·star-e gli anJairchici. L:Oi Sta,to d'assedio fu. proclia.lna.to , e la poùi.z;i a sà. a 1 bibrundOID.Ò ad eo– oessi sa.D1g;uinosi.Due dei nostri compag~ pe– riirono >bruciati in una c,as,a; · un. altro. gruppo 0he riuscì a TIJ6oigiredalla città ru inseguito per l 1 e1 campagne con l'arligiileiria. Uip,a tre/Il· mna di compagni. tfu;rono arrest,ati, e1 doipo tor– tUJre mea:tM'lraibili trasportati sopra un iso,lotto del l\lLar Nero, d/ove1 ine vitaibiilmiente mon– r a:run,c:, .• Ci :felrmiamo pe~cihè ,è impossibile de,s.crilv•e- 1.1e1 o aincli.e so1am.ente enumeirare butte· le nei~ ta.ndwze ·del ,goverrno dti. Zankoiff. E intanto ogni giomo, · oglili O!r'a ,ci apprende nuovi cri- mini, nuorvì assass.im.i. . . . E' necessario, dir.e qualche pall"-0il.a ·S!Jlla si– tuaiziiOIIl~ eoonoim.ica diel paese. Que-sta è tanto dieiplQlr'.évolequanto la ;situazione po11itica. La V;ita' ma,t.eriale è, di Vien:ttata, ·insopi)Oir'hai'bile. Si p.J.1Ò giUJdiic,are daJ.l'a. oorestia d!el pre,zzo del pane che ha raggiunto in ,qu.a.lcl-.,e1 luogo i 10- 'l.2 l.eVBJS (mve·ce dei 5-6 levas di un Ml.noi fa~.,,. e minacciai di airriva,re ai 20-30 levas durante gli 'uù,timi me1si ,d.elli'nveirnoi. E ciò nella Bur garia, èhe ,è il. granaio dei Balcani! Mia la oris~ è .gepierraJ.,e 0 ~cxfond1a t3 -si estendei a, tutte le necessità dJeHa vita ,quotiidiana. Il terrooe. poil.itioo e la crisi economica, sono– le ca1us,eiprincipali dell'insiou!rleiztz1aiohe regna nel paese e ,cihe mena ad un,a, prossima guieo:-– ra civile. ,Q;ues·ta, d 'aJ.tronde, è già cO!Ininciata ed è ,c,a,ra,tteiri:r. •7.ia, ta d J. fendrneno delle .ban<le di brig1anti e q,elle -bamde p01litiche. Le t;"ande dli •brig:ainti, -,che toirmenta1vanoi il. paese, anche al !empo di Htairrvboil.1JSki, sono di poi aumen– ta.te . Esse a;ht:.~cano e s.valigiano i 'vli.ag.gia– to'rti s·uJ.le ·s,tr'alde ma,est'rie. e:d atfo.cca,ni0, 1 BJI1che 1 m-eni e deigl'interi villaggi. Pa1r 1 aHe'larn.ente1 agiscoi:no1le ha,nde· politiche.

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